Di Stefano Masino
Quando decise di farsi prete, Jorge Bergoglio, oggi Vescovo di Roma, si confidò con suo padre, Mario Bergoglio. È il Papa stesso a raccontarlo nel libro “Papa Francesco. Il nuovo Papa si racconta”: “Per prima cosa lo dissi a mio padre e lui reagì bene. Anzi, mi disse che ne era felice. Ero sicuro che mio padre mi avrebbe capito. Sua madre era stata una persona estremamente religiosa e lui aveva ereditato da lei quella religiosità e quella forza, unite al grande dolore dell’abbandono della propria terra”.
Come astigiani, terra d’origine della famiglia Bergoglio, e uomini di fede leggiamo questa testimonianza del Papa con commozione, ma ancor di più per la scoperta che abbiamo fatto nel nostro archivio della “Gazzetta d’Asti”.
Su incarico del direttore Vittorio Croce, è stato preparato uno speciale sull’amata nonna del Santo Padre, Rosa Margherita Vassallo Bergoglio. Su di lei, donna di chiesa (fu dirigente dell’Ufci di Asti negli Anni Venti) e “maestra di fede”, abbiamo trovato sulle pagine di “Gazzetta” dell’epoca tante conferme sulla sua opera di “saggia ed esperta mamma”.
Nei fogli antichi del settimanale diocesano, fondato nel 1899, era custodita però una notizia ancor più sorprendente: Mario Bergoglio, figlio di Rosa e futuro papà del Pontefice, era anch’egli, sulle orme della madre, iscritto alla Federazione giovanile diocesana.
E all’età di 17 anni (era nato a Torino il 2 aprile 1908), non ancora diplomato, tenne alla Fulgor di Asti una conferenza sul Papato. Nel novembre 1925, infatti, per iniziativa della presidenza federale dell’organizzazione, assistente don Filippo Berzano, fu costituita la “Scuola Conferenzieri”, che doveva funzionare fino a Natale. Vennero assegnati vari temi: a Gualtiero Marello “Come si costituisce un circolo giovanile”; a Francesco Ghia “Storia dell’Azione Cattolica”; a Giulio Burattini “Il carattere del giovane”; ad Attilio Pio “Preghiera, Azione, Sacrificio”; al sig. Torchio “La buona stampa”; a Giovanni Musso “La Gioventù Cattolica”. A Mario Bergoglio toccò invece un argomento, col senno di poi, davvero speciale e in un certo qual senso premonitore: “Il Papato”.
Ecco il resoconto di quella domenica, pubblicato sulla “Gazzetta d’Asti” del 12 dicembre 1925: “Mario Bergoglio, studente in ragioneria, svolse con calore e forte parola, con frequenti ed opportuni accenni storici, il tema: ‘Il Papato’. Vivamente ascoltato e applaudito dai compagni, dà sicuro affidamento di riuscire un ardente propagandista delle nostre idealità”.
Mario Bergoglio è iscritto all’Unione Giovani di San Martino di Asti. Tre anni dopo (cfr. “Gazzetta d’Asti” del 14 luglio 1928), durante la tradizionale “Festa del Papa” celebrata dai giovani cattolici del Circolo, pronunciò “un bellissimo discorso illustrativo sul Papato, elevando da ultimo un inno di ammirazione e di lode al Pontefice Pio XI, il Papa dell’Azione Cattolica”.
Se Mario Bergoglio non fosse emigrato in Argentina all’inizio del 1929, avrebbe certamente raggiunto i vertici dell’Azione Cattolica diocesana. Nel 1928 (cfr. “Gazzetta d’Asti” del 28 aprile 1928) lo vediamo nei panni di esaminatore, a fianco del vescovo di allora, mons. Luigi Spandre, in una “Gara catechistica” tenuta al teatro della “Fulgor”.
Domenica 7 ottobre 1928 recita tra i filodrammatici nel teatrino parrocchiale di San Martino ad Asti per la ripresa delle attività formative dei giovani della Conferenza di San Vincenzo de’ Paoli, che prevedevano l’assistenza ai poveri a domicilio e agli infermi dell’ospedale civile.
A dicembre dello stesso anno (cfr. “Gazzetta d’Asti” del 15 dicembre 1928), un mese prima dell’imbarco a Genova per Buenos Aires, Mario Bergoglio visita, in qualità di “propagandista” della Federazione giovanile, il circolo di Castell’Alfero. Trasmetterà, anni più tardi, questo suo carisma e questa sua grande fede al figlio Jorge.
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