ROMA – Mercoledì 10 dicembre, presso l’Istituto Patristico Augustinianum è avvenuta la presentazione del volume “La santità è possibile. Nascono per non morire”, del cardinale José Saraiva Martins, prefetto emerito della Congregazione per le Cause dei Santi, pubblicato dalla Libreria Editrice Vaticana. L’opera raccoglie gli scritti dell’alto prelato che riguardano 124 figure fra Santi, Beati e Servi di Dio.
L’incontro è stato introdotto da padre Edmondo A. Caruana, O. Carm., responsabile editoriale della LIbreria Editrice Vaticana, che ha spiegato al pubblico presente in sala come questo sia il trentaquattresimo libro scritto dal Cardinale, frutto di 10 anni di servizio presso la Congregazione per le Cause dei Santi.
Ha preso poi la parole il Prof. Roberto Morozzo della Rocca, ordinario di Storia contemporanea presso l’università Roma Tre, che ha parlato delle molteplici definizioni che si possono dare della santità: essa infatti può essere definita da un punto di vista biblico, letterario o prettamente spirituale.
È indubbio che la santità si manifesti in modo molto vario: ci sono santi che si sono dedicati alle opere di carità, altri all’educazione e all’istruzione, altri alla vita contemplativa, altri si sono dedicati all’educazione dei figli, ecc. Allo stesso tempo, ogni forma di santità ha la caratteristica di essere una interazione fra la grazia di Dio e l’impegno dell’uomo. Grazie a questo mix, nell’uomo si compie una trasfigurazione e si realizza la divinizzazione, come sottolinea il cristianesimo orientale.
Durante il pontificato di Giovanni Paolo II sono stati proclamati 482 santi e 1183 beati. Cifre da record che mostrano la particolare attenzione del Papa polacco per il tema della santità. Le cerimonie di canonizzazione sono spesso avvenute durante i viaggi apostolici di Papa Wojtyla, perché egli voleva mostrare, anche a “livello geografico”, l’universalità della santità e proporre ai fedeli che visitava dei “santi autoctoni”. Questo modo di operare di Giovanni Paolo II va visto come una scelta pastorale e non, come spesso viene descritta in alcuni ambienti accademici, come una sorta di politica ecclesiastica.
Purtroppo è ancora molto diffusa la mentalità per cui la santità sia riservata solo ad alcune categorie di persone, come ad esempio i religiosi. Al contrario, molti dei santi proclamati negli ultimi decenni sono laici. Ciò è stato possibile grazie al Concilio Vaticano II, che nella Costituzione Dogmatica “Lumen Gentium”, al capitolo V, ha affermato il principio della vocazione universale alla santità. Inoltre non è da trascurare il ruolo dei movimenti ecclesiali che hanno tracciato, e continuano a tracciare, percorsi di santificazione.
È intervenuto poi padre Raffaele Di Muro, Ofm Conv., professore di Spiritualità presso le Pontificie Facoltà Teologiche “San Bonaventura” e “Teresianum”, uno fra i massimi conoscitori della figura di San Massimiliano Kolbe, che ha definito l’opera poderosa, non solo per il numero di pagine, ma soprattutto per la caratura teologica, frutto di anni di esperienza a continuo contatto con i santi.
Secondo il religioso, il libro mostra come i santi abbiano affrontato le situazioni più avverse e, lasciandosi guidare dalla bontà di Dio, ne siano usciti sempre a testa alta. Sul volto dei santi traspare una pienezza di umanità e un senso di profonda gioia, spesso non troppo recepita dall’immaginario comune. La vita dei santi è la più grande apologia che si possa fare del cristianesimo, come ha ricordato anche papa Benedetto XVI, e non potrebbe esistere senza l’intervento di Dio nella vita degli uomini.
In conclusione ha preso la parola l’autore che, nel ricordare come la santità scaturisca dalla vocazione battesimale e sia dunque aperta a tutti, ha ricordato alcuni particolari canonizzazioni avvenute durante il suo servizio: per la prima volta nella bimillenaria storia della Chiesa sono stati proclamati santi due bambini che non hanno subito il martirio. Inoltre, sempre per la prima volta, due coppie di sposi sono saliti agli onori dell’altare. Infine, l’80% dei santi proclamati ha subito il martirio.
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