Dopo le splendide performance che lo hanno visto interpretare alcuni testi della Divina Commedia e della Costituzione, Roberto Benigni si è cimentato nella lettura dei dieci comandamenti, così come la bibbia li descrive nel libro dell’Esodo.
Lo spettacolo è iniziato con un riferimento del comico toscano alle recenti vicende giudiziarie legate a mafia capitale: “Sono felice di essere a Roma, di vedervi tutti a piede libero: con l’aria che tira, siete gli unici in tutta la città, abbiamo fatto fatica a trovare tutte le persone incensurate”. Si è creato così un collegamento fra lo spettacolo e l’attualità, facendo intendere che i dieci comandamenti sono estremamente attuali e parlano all’uomo di ieri come a quello di oggi.
Benigni ha intrattenuto per due ore il pubblico e bisogna riconoscere che non è affatto semplice tenere incollati milioni di telespettatori quando si parla di certi argomenti. Sicuramente l’attore ci era già riuscito, come ricordavamo, con la Divina Commedia e con la Costituzione, dunque questa volta si è mosso su un terreno apparentemente più semplice.
Ma perché le persone sono affascinate da queste ri-letture di Benigni? Che si tratti di brani elaborati da Dante, dai padri costituenti o dall’autore sacro, l’attore dà anima alle parole, le torna a leggere con lo stesso spirito col quale vennero scritte, ridonando loro vita e freschezza. In ogni caso questi testi hanno impresso sulla carta emozioni, passioni, sentimenti che sono comuni agli uomini di tutti i tempi ed è per questo che possono essere considerati, nonostante la noia con la quale spesso li avviciniamo, degli “evergreen”.
La lettura e la spiegazione dei primi tre comandamenti è stata preceduta dal racconto del contesto nel quale i dieci comandamenti vennero dati. Benigni, seguendo la narrazione biblica, ha spiegato come i dieci comandamenti siano stati consegnanti a Mosè durante la fuga degli ebrei dall’Egitto, quando il popolo eletto stava facendo un’esperienza di liberazione. Essi si vanno dunque a inserire in un orizzonte di salvezza: non sono comandamenti, come spesso li avvertiamo, che vogliono opprimere l’uomo, ma che al contrario lo vogliono liberare.
Benigni si è poi avvicinato al testo con un metodo “esegetico” spiegando parola per parola i primi tre comandamenti, cioè quelli che riguardano i nostri doveri verso Dio.
L’attore si è soffermato su determinate parole sulle quali generalmente non si riflette, come quel “Dio tuo” inserito in quello che è stato definito “biglietto da visita di Dio”. Benigni ha paragonato l’espressione al modo di chiamarsi di chi è innamorato: “Amore mio”. Con la sua spiegazione, l’attore ha vivacemente descritto quello che dovrebbe essere il rapporto fra Dio e il credente: un’appassionata e coinvolgente esperienza d’amore, fatta anche di gelosia, perché sì, il Dio della rivelazione biblica è un Dio geloso.
Magistrale la lettura del secondo comandamento. Benigni ha illustrato come il comandamento non riguardi solo la bestemmia, sicuramente volgare e deprecabile, ma tutto ciò che intende piegare il nome di Dio alle bassezze umane come l’odio e la prevaricazione. L’attore ha citato le crociate e l’inquisizione, ma non ha mancato di citare l’Isis che “usa il nome di Dio per terrorizzare gli uomini, ma questo è un delirio di dio, è un inno alla morte”. Un’affermazione coraggiosa nel contesto culturale occidentale, sempre pronto a recriminare, giustamente, le proprie colpe del passato e allo stesso tempo così poco attento alla drammaticità del presente.
Infine per quanto riguarda il terzo comandamento, Benigni ha evidenziato la rivoluzione di Dio: in un momento della storia dove c’erano padroni, schiavi, principi e sudditi, il Dio della Bibbia azzera le differenze e chiama ogni singolo uomo, addirittura anche gli animali, al riposarsi godendo di Dio.
Ardea
Sono rimasta stupita, incantat, estasiata, sì, proprio estasiata. Non mi sarei aspettata un commento così "profondo" su un argomento tanto "profondo". Con il suo fare comico, quasi scanzonato, Benigni ha saputo catturare l'attenzione di tutti, dando una spiegazione così logica, così semplice nella sua complessità, da non poter proprio aggiungere altro. Noi, abituati alla recita a memoria dei Dieci Comandamenti, dando tutto per scontato, e soprattutto calcolandoli un decalogo di cose da fare e non fare, senza un perchè logico, ma "perchè è così", penso che a questo punto dovremmo fermarci e riflettere. Direi ai tanti sacerdoti teologi di ascoltare le parole di Benigni e da lì iniziare il loro insegnamento. Benigni ha saputo trasmettere tutto l'amore di un Dio creatore che ama le sue creature e geloso, perchè le ama, le vuole tutte per se nel godimento eterno. Non aggiungo altro perchè offuscherei le parole di Benigni. Grazie per questa opportunità di poter esprimere il mio parere che è più che positivo. Ardea da Trieste
Fausto
Un grazie a Roberto Benigni che ci ha fatto conoscere il vero volto di Dio.