“Solo chi si sente povero può accogliere l’altro nella sua povertà: è difficile andare dal povero se non con un cuore uguale”. Lo ha detto questa mattina padre Matteo Tagliaferri, vincenziano e fondatore della “Comunità in Dialogo”, che accoglie tossicodipendenti, alcolisti e persone con disagi psico-sociali, durante il suo intervento, in occasione del Simposio per i 400 anni della Famiglia vincenziana in corso a Roma. Parlando del suo impegno, il religioso ha ricordato l’importanza dell’attenzione per le singole persone, che “ci ha portato a organizzarci e riorganizzarci continuamente per dare le risposte più adeguate alle loro esigenze”. Un impegno che ha consentito a ciascuno di essere “accolto, rispettato e amato per se stesso come persona, al di là di quello che appare o dice o fa”. Ma padre Tagliaferri ha indicato una condizione perché ciò sia possibile. “Nessuna persona si sente accolta per se stessa se non da chi ha un cuore uguale”. “Dobbiamo non solo ascoltare i bisogni delle persone che vivono la loro povertà -, dobbiamo ascoltare anche cosa dicono di noi, della nostra vita e della nostra fede, e lasciarci interpellare da ciò”.
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