Abbiamo intervistato in esclusiva per l’Ancora, Stefano Sudati, operatore dell’Ospedale Madonna del Soccorso, che ci guiderà nelle problematiche del nostro distretto sanitario.
Come è la situazione dell’Area Vasta 5?
Il distretto sanitario del Piceno, dell’area Vasta 5, è un territorio quasi abbandonato dai politici, dove l’unica progettualità che applicano è quella dei tagli. Tagliare in salute, nel sociale, nei servizi minimi, senza un progetto non è possibile.
Cosa è venuto a mancare in questi anni?
La nostra area vasta non ha personalità giuridica, ogni acquisto deve essere demandato dalla direzione Asur ad Ancona. Se non abbiamo l’ok di Ancona non possiamo fare acquisti e ci troviamo spesso a dover far fronte a criticità che non permettono di dare una risposta adeguata. Fino ad adesso il cittadino non se ne è accorto per l’impegno del personale sanitario che in prima linea si fa carico delle rimostranze dell’utente.
Come vive questo momento il personale?
È demotivante lavorare nell’incertezza con un’amministrazione che non da risposte concrete alle problematiche. Ad oggi stiamo aspettando il piano industriale dell’azienda salute, che raccoglie 2.500 dipendenti e quindi la più vasta del Piceno.
I servizi a San Benedetto del Tronto come sono?
Stiamo aspettando notizie, abbiamo colleghi in scadenza di contratto (tra Ascoli e San Benedetto circa 100 addetti tra Oss e infermieri) e alcuni servizi, come la radiologia e la riabilitazione sono allo stremo; per non parlare del dipartimento d’emergenza. Ci sono oltre 20 contratti in scadenza a giugno e non sappiamo ancora come attivare il piano ferie estivo, però nel frattempo arrivano proposte di accorpamento e chiusura di attività operative tipo la degenza pediatrica.
L’ospedale della Vallata (o Unico) si farà?
Non lo so se si farà, però mentre siamo in attesa di chiarezza stiamo spendendo milioni di euro per rammodernare le strutture esistenti. Se poi dobbiamo “abbandonarle” a breve, perché ci “buttiamo” tutti questi soldi? A chi giova? Ad esempio la reingegnerizzazione dell’ospedale costerà milioni di Euro.
Quale beneficio avrebbe l’ospedale di vallata?
Unendo i due grossi complessi dicono che si azzererebbero i doppioni, anche se alcuni servizi che vengono offerti a San Benedetto non so come si possano togliere. Senza considerare poi, che ancora non c’è un progetto chiaro e che ci vorranno anni e anni prima che entri in funzione. Rimane poi il fatto che il pronto soccorso anche con l’ospedale di vallata, non si toccherebbe.
La politica cosa ha fatto?
Ha predicato bene e ha razzolato male. Le varie politiche degli ultimi tempi, comprendendo la locale, la provinciale e la regionale non si è impegnata abbastanza. Abbiamo dei consiglieri regionali, che sono del settore e che non si sono dati da fare a parte alcune lamentele di sorta, che lasciano il tempo che trovano.
Cosa bisogna fare?
Bisogna non tagliare, bisogna investire, incentivare. La politica attuale deve cambiare rotta, la salute è adesso. Possiamo riorganizzare, tagliare gli sprechi. Ma non si possono fare tagli lineari, facendo ricadere il tutto al cittadino. Poi tagliare per incentivare il privato?
Le cliniche private ricevono ogni anno milioni di Euro. Perché? Perché si investe sul privato e non sul pubblico? Per quale motivo? Noi operatori siamo pronti a metterci intorno ad un tavolo e a trovare una soluzione, ma gli altri lo sono? O fanno solo finta?
Ma i distretti sanitari vanno così in tutta la regione?
Ci troviamo davanti a una regione Marche a macchia di leopardo. Una seria A al nord e una serie C a sud, con servizi impari tra nord e sud. Basti pensare che manca ancora la nomina di diversi direttori di unità operativa, di cui due dovrebbero arrivare: ostetricia e pediatria (in chiusura per l’estate). Tra i reparti con direttore vagante: ortopedia, ginecologia, ostetricia, pediatria, riabilitazione, neurologia, ortopedia, otorino
Anche il servizio domiciliare è in sofferenza, perché manca il personale. Abbiamo un attesa chirurgica lunghissima, e alla lunga i pazienti prendono altre vie, sanità privata o vanno fuori regione incrementando i costi. Facciamo andare via dei luminari dal pubblico senza fare niente. Perché?
Cosa serve?
Investire, credere nel pubblico, ridurre i finanziamenti al privato e gli sprechi. Necessitiamo di un piano aziendale chiaro, noi siamo l’azienda più importante del Piceno. Abbiamo bisogno che chi ci guida, abbia competenza e non nomine di piacere politiche. Perché i cittadini forse non sanno che i soldi ci sono e che vengono spesi tralasciando la zona sud delle Marche. Pensate che per la sola progettazione del nuovo ospedale che dovrà sorgere a Fermo si spenderanno oltre 10.000.000€ e per la realizzazione di un presidio ospedaliero Ancona Sud si spenderanno almeno 50.000.000€ mentre da noi siamo quasi ad elemosinare il materiale di base per le cure. Mentre sempre più cittadini si rivolgono al privato. C’è un piano ben specifico in tal senso? Un noto politico sosteneva: “A pensar male si fa peccato, ma spesso si indovina”. Ai cittadini chiediamo di starci vicini e di lottare insieme per una salute migliore per tutti.