ROMA – dal sito ZENIT.org Questa mattina alle ore 9,30, l’arcivescovo di Milano, il cardinale Angelo Scola, e il presidente del Pontificio consiglio per la Famiglia, il cardinale Ennio Antonelli hanno aperto a Milano il Congresso internazionale teologico pastorale “La famiglia: il lavoro e la festa” del VII Incontro Mondiale delle famiglie.
Riportiamo il saluto di Accoglienza del cardinale Angelo Scola, Arcivescovo di Milano:
Eminenze ed Eccellenze Reverendissime,
Carissimi amici,
Milano, la diocesi ambrosiana e le diocesi lombarde vi accolgono e vi ringraziano di cuore per la vostra presenza. Generosa ed ospitale: da secoli questi aggettivi qualificano la vocazione della nostra città. Sono certo che in questi giorni lo potrete toccare con mano.
Con felice intuizione il titolo del VII Incontro Mondiale delle Famiglie, “La famiglia: il lavoro e la festa”, lega tra loro le dimensioni fondamentali della vita quotidiana di ogni persona, sempre in relazione con gli altri.
La famiglia permette lo sviluppo delle differenze costitutive dell’umano: quella sessuale tra l’uomo e la donna e quella tra le generazioni (figli, padri, nonni). Per questo è la prima e insostituibile “scuola di comunione”.
Il lavoro è l’ambito in cui ognuno racconta se stesso e “collabora”, con le proprie abilità e con la fatica, all’azione creatrice del Padre e a quella redentrice di Gesù.
Nel rapporto famiglia/lavoro si innesta il riposo: favorisce l’equilibrio tra gli affetti e il lavoro perché si offre come spazio di rigenerazione. Il riposo è veramente tale quando sa diventare “festa”, cioè sosta gratuita, comunitaria e gioiosa.
La vostra presenza, in un numero così consistente, in rappresentanza delle famiglie di circa 150 paesi dei diversi continenti, porta a Milano una ricchezza straordinaria di esperienza e di riflessione. La scelta della Chiesa di convocarci da tutto il mondo per riflettere sugli aspetti fondamentali dell’umana esperienza dice con chiarezza l’insostituibile risorsa che la famiglia costituisce per ogni persona e per l’intera società.
Nello stesso tempo il lavoro del Congresso ci permetterà di cogliere il proprium della famiglia nelle variegate modalità culturali in cui essa si esprime.
La mobilitazione massiccia delle comunità cristiane per questo Incontro internazionale, penso ai seimila volontari, alle migliaia di famiglie che vi stanno accogliendo, e al sostegno ricevuto dalle Vostre Chiese, esprime la cura appassionata dei cristiani per la famiglia.
Questa cura è in se stessa un contributo determinante per la società del presente e del futuro. È un contributo di civiltà, perché la famiglia costituisce il luogo appropriato della generazione e dell’educazione intesa come introduzione di tutta la persona a tutta la realtà.
Milano mostra di aver ben compreso la grande portata del VII Incontro Mondiale delle Famiglie. Ne dà conferma, oltre al sorprendente numero di adesioni, la grande risonanza che sta avendo nella società civile ben documentata dal massiccio interesse dei mezzi di comunicazione.
Per i cristiani la verità è vivente e personale: si chiama Gesù Cristo. Per questo la forma adeguata e convincente di conoscenza della verità è la testimonianza. I momenti di approfondita riflessione – assicurati dagli esimi relatori e dalla Vostra attiva partecipazione – saranno arricchiti dalla testimonianza reciproca che le numerose famiglie qui convenute sapranno scambiarsi durante i giorni di convivenza e, in particolare, nella Festa di sabato 2 giugno. Non mancheranno naturalmente preziose occasioni di preghiera – il Duomo, le chiese di Milano e di tutte le diocesi lombarde saranno aperte per l’Adorazione e per il Sacramento della Riconciliazione –, che troveranno coronamento nell’Eucaristia presieduta dal Santo Padre all’aeroporto di Bresso. Pregheremo per i morti del terremoto e per i loro cari, per le città e i paesi colpiti e troveremo forme di concreta solidarietà nei loro confronti.
A tutti Voi, convenuti da ogni dove, volentieri apriamo il cuore, insieme con le porte della nostra Chiesa e della nostra città. Grazie.
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