Da sinistra, Fra Luca e Fra Marco
Di Paride Travaglini
MONTEPRANDONE – Ingegnere per l’ambiente ed il territorio, 35 anni il prossimo 27 giugno il giovane frate ha fatto la professione di fede a Loreto nel settembre 2010 e quella diaconale ad Urbino, dove attualmente abita e si occupa della pastorale giovanile universitaria (leggi l’articolo Grande Festa per l’ordinazione di Fra Luca e Fra Pier Paolo)
Com’è nata la tua vocazione?
La mia vocazione è nata nel 2002 leggendo una biografia di S. Francesco. Una vocazione che poi ho sviluppato venendo qui, frequentando questo santuario, conoscendo Padre Marco, parlando con lui, facendo dei colloqui spirituali. Padre Marco è diventata la mia guida spirituale con cui ho fatto un cammino.
Era il periodo che studiavo ingegneria in Ancona. Una volta entrato in convento, mi sono laureato anche per una sorta di giustizia nei confronti dei miei genitori che avevano investito su di me
Come hanno vissuto i tuoi la scelta di diventare sacerdote?
All’inizio non è stato semplice soprattutto per mio padre che aveva per me ben altri progetti: ingegnere, una famiglia…
Poi vedendo la mia convinzione pian piano abbiamo condiviso un cammino ed ora è contentissimo.
Cosa ti senti di dire ai giovani soprattutto oggi che la società propone ben altri stereotipi?
I giovani non hanno più punti di riferimento sia dentro che fuori la famiglia. Li vedo sballottati disorientati e seguono ciò che propone il mondo: piacere, droga, alcol. Nei giovedì universitari vedo spesso giovani con la bottiglia in mano.
Non è facile oggi per i giovani orientarsi perchè in famiglia non sono più educati alla fede.
I genitori hanno perso anche il ruolo che gli compete. Sono sempre di più “amici “ dei propri figli e questo è grave.
Il giovane da solo non riesce a capire qual sia la via giusta per condurre una vita che ti porta a qualcosa, con degli obiettivi, che ti realizza.
È necessario che i giovani riscoprano la fede che ritrovino i veri valori. Ad ottobre si aprirà l’anno della fede e sarà importante la testimonianza di quei giovani, che seguono Cristo. Guardare a Cristo; è lui che ti cambia la vita, che agisce nella tua vita se glielo permetti.
Cosa vuol dire per te essere sacerdote oggi e quale è la missione a cui è chiamato?
Il sacerdote deve favorire l’ incontro tra i giovani e Cristo
Dio ha messo nel mio cuore un amore grande che non è il mio ma il suo. Dio mi chiede di dare questo suo amore a tutti ed adesso in particolare ai giovani.
Bisogna stare in mezzo ai giovani, organizzare eventi che vanno fuori dalle mura di una chiesa, parlare con loro ma soprattutto ascoltarli. Il sacerdote è innanzitutto colui che ascolta. Bisogna poi instaurare con loro un’amicizia. Essere amico di un sacerdote significa che ti fidi con lui…
Infine è necessario far riscoprire il valore di certi sacramenti come la confessione di cui i giovani oggi hanno perso il significato…
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