MONTELPARO – Si è tenuta domenica 17 giugno a Montelparo la giornata di studi dedicata a Gregorio Petrocchini, il Cardinal Montelpare. Il convegno si è svolto in due sessioni, una mattutina e una pomeridiana.
Durante la prima parte, in collaborazione con il Centro Culturale Agostiniano, sono intervenuti professori ed esperti appartenenti a diverse istituzioni teologiche nazionali e alla Biblioteca Egidiana di Tolentino che hanno delineato la figura storica di Gregorio Petrocchini: le origini in una famiglia di “honestibus parentis”, l’ingresso nel convento degli agostiniani di Montelparo; lo stretto rapporto con Papa Sisto V e quello con re Filippo II di Spagna, entrambi uomini con il proposito di riformare la Chiesa, seppur con modalità differenti. Si è parlato della sua sensibilità culturale, del profondo amore per la sua terra, che portava Petrocchini a firmarsi come Cardinal Montelpare.
Dopo la pausa pranzo, la giornata di studi ha ospitato studiosi della Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici delle Marche, dell’Università degli Studi Carlo Bo di Urbino e del Conservatorio di musica Pergolesi di Fermo.
Il dott. Massimilano Ghilardi ha analizzato la reliquia di San Paolino presente nella chiesa di S. Agostino a Montelparo, inserendola in un discorso più generale sul culto dei corpi santi in età moderna. Dalla metà del XVII secolo infatti, la crescita vertiginosa della richiesta di reliquie fece sì che le estrazioni di corpi santi dalle tombe finissero per degenerare in una sorta di mercato di cadaveri in cui i defunti normali venivano spacciati per corpi di martiri. Lo studioso ha dunque esposto i criteri per riconoscere i martiri, illustrando i simboli che li accomunano. Secondo il professore perciò, San Paolino sarebbe un presunto martire, quantomeno perché il suo abbigliamento non è connotato in modo maschile: la stoffa del vestito ad esempio è a motivi floreali, e manca una spada oppure un elemento di armatura a caratterizzarne il sesso maschile.
Durante il pomeriggio è poi emerso che il nome di Gregorio Petrocchini è presente in un museo di Birmingham, giunto nel Regno Unito grazie ad un piatto acquistato all’asta da una villa di Pollenza. Si tratta di un piatto risalente agli anni ’80 del Cinquecento, confezionato dai maestri della ceramica di Urbino e, ad indicare la munificenza del Cardinale, rappresentante il congiarum, cioè la distribuzione gratuita al popolo romano di grano e vino, generi alimentari la cui unità di misura era il congius.
La giornata si è infine conclusa con una relazione sugli organi di Montelparo, di cui il professor Peretti del Conservatorio di Fermo ha rinvenuto una canna risalente ai tempi di Petrocchini nella chiesa di San Gregorio, la cui costruzione era stata avviata proprio dal Cardinale.