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Ci siamo anche noi

Dal Sir di

Alberto Campoleoni
 
ITALIA – E la maturità va… Superato l’esame digitale – la prima volta delle tracce online – la prova di Stato va avanti.
Prima, seconda, terza prova. E poi gli orali. Per i maturandi ancora qualche giorno di apprensione prima di archiviare come un ricordo la fine delle superiori.
I dati sulle scelte degli studenti per la prova di Italiano fanno riflettere. Il ministero ha comunicato che il tema più gettonato è stato il saggio breve dell’ambito socio-economico su “I giovani e la crisi”.
Secondo l’analisi di un campione significativo di scuole (419), infatti, la traccia è stata scelta dal 41,2% degli studenti..
Il ministero precisa: “sia nei Licei, sia negli Istituti tecnici e professionali la traccia più gettonata è stata quella in ambito socio-economico passando da un massimo del 51,4% degli Istituti tecnici ad un minimo del 31,8% dei licei”.
Interessante anche la “seconda scelta”, che – è sempre il ministero a comunicarlo – è stata quella del tema di ordine generale, che chiedeva ai candidati di riflettere sull’affermazione di Paul Nizan (1931): “Avevo vent’anni. Non permetterò a nessuno di dire che questa è la più bella età della vita”. Si trattava, partendo da qui, di discutere di “problemi, sfide e sogni delle nuove generazioni”. Il tema è stato svolto dal 21,9% dei candidati.
In buona sostanza, la grande maggioranza dei maturandi ha fatto un tema che li ha provocati a riflettere su se stessi e sulla condizione attuale. Una condizione difficile, che potrebbe ben spingere a dire che i vent’anni non sono la più bella età della vita.
Sarebbe bello leggere i temi, e vedere come i maturandi hanno interpretato le consegne. Tuttavia sembra di raccogliere, dalle scelte degli studenti, un forte coinvolgimento nella temperie di questa stagione. Una stagione di incertezze e di scarsa fiducia, dove le nubi occupano l’orizzonte. Sembrano dire, i giovani, “la crisi è cosa nostra”. E in effetti è, per certi versi, il brodo di coltura nel quale sono cresciuti in questi anni. “La crisi dell’economia ha lasciato per strada, negli ultimi tre anni, più di un milione di giovani lavoratori di età compresa tra i 15 ed i 34 anni.
E sono stati soprattutto loro a pagare il conto della turbolenza economica e finanziaria che da anni investe l’Europa e l’Italia, fiaccandone la crescita”: così uno dei documenti da commentare. E sullo stesso tono altri testi, forse mitigati dal grido sopra le righe di Steve Jobs – anche questo tra i documenti –: “Non lasciatevi intrappolare dai dogmi, che vuol dire vivere con i risultati dei pensieri degli altri. E non lasciate che il rumore delle opinioni degli altri affoghi la vostra voce interiore. Abbiate il coraggio di seguire il vostro cuore e la vostra intuizione”.
Sarebbe bello davvero leggere le interpretazioni dei giovani, cogliere i timori e le speranze che certamente affiorano nei testi consegnati agli insegnanti delle commissioni di maturità. Intanto però, con la scelta dei temi gli studenti sembrano consegnarci un messaggio preciso: c’è la crisi, ma ci siamo anche noi. Ce ne facciamo carico, vogliamo essere protagonisti. Consapevoli, forse “doloranti”, ma ci siamo. Combattuti tra la crisi di una stagione difficile e gli entusiasmi e le speranze di quei vent’anni che non saranno forse l’età più bella, ma… chi ci crede davvero?