Rinvenuta dai signori Quinto Ferri e Luigina Pulcini, residenti nell’area protetta, la pianta è conosciuta anche come lavanda di mare che cresce nelle aree marine e nelle regioni mediterranee e nel periodo estivo produce una miriade di piccolissimi fiori violetti.
“Abbiamo scoperto il limonium per caso grazie ai coniugi Ferri – spiega il presidente della Riserva Sentina Sandro Rocchetti – e insieme alla dott.ssa Federica Cicchi, esperta botanica, abbiamo provveduto alla classificazione tassonomica della specie. Ripristinare questa rarissima pianta ricreando una prateria in prossimità del laghetto di acqua salmastra vicino al fiume Tronto, habitat congeniale per questa specie, potrà essere un’attrattiva per coloro che amano praticare il turismo naturalistico insieme alle attività di bird-watching”.
Entro fine luglio verranno terminati anche i lavori per il ripristino della zona umida retrodunale che prevedono la realizzazione di due specchi d’acqua con caratteristiche morfologiche ed ecologiche diverse.
Attualmente sono stati realizzati tre laghetti, due di acqua dolce in prossimità della Torre sul Porto (l’edificio del XVI secolo recentemente restaurato) per accogliere specie di avifauna (migratori e tuffatori) e uno di acqua salmastra nelle vicinanze del fiume Tronto che accoglierà trampolieri.
Sono in corso di completamento anche il consolidamento delle dune lungo l’area costiera, la realizzazione di laghetti retrodunali,700 metridi sentieri interni alla zona protetta e sono state sistemate, in prossimità degli specchi d’acqua, tre passerelle che potranno essere utilizzate per il bird-watching.
Il progetto, finanziato dai fondi del programma “Life+Re.S.C.We” (Restoration Sentina Costal Wetland), è stato curato dallo studio Silva srl. di Bologna.