SAN BENEDETTO DEL TRONTO- Tutti approvati i 15 punti all’ordine del giorno (se ne sono aggiunti due “fuori sacco”) del Consiglio comunale del 18 luglio, anche se non sono mancate sorprese.
E’ stata approvata definitivamente la variante al Piano Regolatore che dà il via libera al “progetto casa comunale”: si interverrà, come noto, su 65 mila metri cubi di edilizia degradata, verranno acquisiti al patrimonio pubblico circa 7.500 metri cubi in proprietà, 1.000 metri cubi saranno dati in affitto calmierato e circa 15.000 metri quadrati saranno di verde, parcheggi ed attrezzature comuni di quartiere.
Via libera anche alla delibera di adozione della variante al Piano della strutture ricettive che, come ha detto l’assessore Canducci, dopo 18 mesi dall’approvazione del piano stesso ha la necessità di fare un “tagliando” sulle problematiche applicative che si sono evidenziate. Si va, tra le altre cose, a sanare una disparità di trattamento tra operatori turistici in materia di aumento di volumetria per gli spazi comuni.
Un colpo di scena si è invece verificato sulla delibera di adozione del nuovo testo dell’art. 29 delle Norme Tecniche di Attuazione del Piano Regolatore, concepite nel 2008 dalla prima amministrazione Gaspari con lo scopo di rendere difficile la trasformazione di strutture ricettive in residenziali e difendere la vocazione turistica della città. Da allora è in piedi un contenzioso conla Provincia di Ascolilegato allo strumento attuativo da utilizzare (piano di iniziativa privata per il Comune, piano d’iniziativa pubblica per la Provincia) che ha dato origine ad un ricorso amministrativo. Lo stesso TAR, rinviando la decisione a dicembre, ha sollecitato un accordo tra i due Enti che, dopo lungo e approfondito confronto tra i tecnici, sembrava fosse stato raggiunto con la riformulazione del testo normativo portata all’approvazione del Consiglio. Ma il vicepresidente della Provincia e consigliere d’opposizione Piunti, parlando di un Comune che, su questo argomento, “ha voluto fare delle forzature”, a nome del gruppo PDL ha chiesto che le delibere precedenti siano annullate e non, come scritto nel documento portato in Consiglio, solo revocate allo scopo di rendere nulli anche tutti i piani particolareggiati nel frattempo presentati. “Così com’è redatta – ha aggiunto Piunti – la delibera non consentirebbe alla Provincia di rinunciare al contenzioso dinanzi al TAR” e ne ha chiesto il ritiro per gli approfondimenti del caso.
Diversi gli interventi da parte di consiglieri di maggioranza tesi a manifestare sorpresa per quello che è stato definitivo “un cambio di posizione da parte della Provincia nel giro di 24 ore”. Per il Sindaco “l’Amministrazione non intende recedere dalla volontà di fermare l’emorragia di strutture ricettive che si è verificata prevalentemente durante la giunta di centrodestra. Oggi – ha proseguito Gaspari – chi propone l’annullamento di tutte le delibere si qui adottate vuole impedire di tagliare i volumi di chi chiede la trasformazione di alberghi in case. I contenuti di questa delibera costituivano il punto di accordo tra Comune e Provincia fino a 24 ore fa, ora c’è un cambio di linea per ragioni che posso sospettare, ma che non posso dire. L’atto proposto questa sera – ha concluso il Sindaco – è un ottimo punto di equilibrio da offrire alla città e poi al Tar per il suo giudizio”.
Gli ha fatto eco, in sede di replica, l’assessore Canducci che ha sottolineato come, con quest’accordo, il Comune abbia rinunciato a due posizioni precedentemente assunte mentre la Provincia non abbia rinunciato a nulla. “Ora ci si dice che dobbiamo annullare le delibere sin qui adottate penalizzando chi, nel frattempo, ha presentato dei progetti. Per rispetto delle istituzioni che rappresentiamo e del lavoro fatto dai tecnici – ha confermato l’Assessore all’urbanistica – noi confermiamo i contenuti dell’atto proposto”. Il voto (14 sì, 5 no) ha visto espressioni differenti all’interno degli schieramenti con Vignoli (PDL) che si è astenuto insieme a Vesperini (PSI), Pellei e Calvaresi (UDC).
Approvate le modifiche al Piano regolatore del porto secondo le indicazioni richieste dall’apposita commissione del Consiglio superiore dei Lavori Pubblici. Le modifiche riguardano essenzialmente una maggiore precisione nell’indicazione della destinazione delle varie aree della zona della darsena commerciale (tipo di imbarcazioni, tipologia cantieristica, viabilità, ecc.). Le integrazioni, frutto di intesa tra il gruppo di lavoro composto da Regione, Comune e Capitaneria, dovranno essere approvate dall’autorità demaniale prima di essere inviate nuovamente al Consiglio superiore dei Lavori Pubblici. Da evidenziare, in sede di discussione del punto, un lungo ed ironico intervento della consigliera Ferritto per criticare le scelte dell’Amministrazione in merito alle previsioni del terzo braccio e alle importanti infrastrutture previste a servizio del porto che, secondo il M5S, stravolgerebbero l’immagine della città.
Approvate, con l’astensione della minoranza, la variante al Piano Regolatore sul progetto di modifica del costruendo edificio turistico ricettivo in via Sgambati angolo via Zandonai, l’integrazione delle destinazioni d’uso del complesso edilizio di viale dello Sport e lo schema di atto integrativo della convenzione tra il Comune e la ditta “Adriatica S.p.a.”, le modifiche al regolamento per l’uso della spiaggia che, tra le altre cose, ora dispone un ampliamento dell’orario del servizio di salvataggio a mare che inizia alle 9,30 anziché alle 10.
Via libera all’unanimità all’adesione dell’Ente alla strategia internazionale “Verso rifiuti zero entro il 2020” e alla costituzione del relativo Comitato tecnico (sull’argomento è stato respinto un emendamento di Ferritto che chiedeva che ne facessero parte anche i capigruppo consiliari) e alla nuova convenzione, valida fino al 30 maggio 2013, con Azienda Multi Servizi Spa per la gestione dei parcheggi a pagamento che prevede il versamento al Comune di canoni differenziati tra le zone del centro città e del lungomare. La convenzione ha un valore complessivo di 1.300.000 euro annui di cui 1 milione andrà al Comune.
Sugli indirizzi per dotarela Polizia Municipaledi strumenti di autodifesa e di contenzione fisica, il Sindaco, ribadendo che non ci saranno mai armi per i vigili durante il suo mandato, ha evidenziato la necessità che, anche alla luce di episodi che hanno visto come vittime gli agenti, gli uomini della PM siano dotati di strumenti di difesa che, per il momento, sono soltanto manette e spray urticanti. La delibera approvata demanda al Comandante il compito di svolgere ulteriori approfondimenti giuridici sulla natura del “distanziatore”, se trattasi cioè di strumento difensivo e non equiparabile ad un’arma. Solo nel primo caso, ha assicurato il Sindaco, si potrà discutere se introdurre lo strumento e solo previo nuovo passaggio in conferenza dei capigruppo e adeguata formazione del personale. Dubbi sull’effettiva necessità di dotarela Polizia Municipaledi questi strumenti sono venuti dal consigliere Ferritto, mentre dalla stessa maggioranza è venuta la sollecitazione a tornare per un approfondimento in Consiglio comunale qualora si ottenga il via libera all’uso del distanziatore.
In chiusura il Consiglio ha approvato due ordini del giorno: uno di Ferritto per chiedere l’intitolazione di una via cittadina ai magistrati Falcone e Borsellino, l’altro proposto da Liberati affinché il Comune mantenga l’utilizzo dell’immobile del Palazzo di Giustizia a servizio dell’attività giudiziaria allo scopo di utilizzare a favore del mantenimento della sede distaccata del Tribunale di Ascoli un articolo della proposta di riforma delle sedi giudiziarie che altrimenti dispone la soppressione di tutte le sedi distaccate dei Tribunali italiani.