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SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Pubblichiamo integralmente le riflessioni del nostro Vescovo Gervasio Gestori “La tradizionale celebrazione della Madonna della Marina è una festa largamente sentita dalla nostra Città e giustamente vogliamo che non si riduca ad una sagra di carattere religioso. Essa è una nostra festa cristiana, che comporta anche momenti popolari ricchi di umanità e di gioia, ma che domanda soprattutto preghiera e momenti di riflessione per un miglioramento della nostra vita.
L’estate che stiamo vivendo è certamente tempo di riposo per molti, tempo di ristoro dalle normali fatiche quotidiane, ma deve essere anche tempo di ricupero di qualcosa, che ci deve stare a cuore. Che cosa ci sta a cuore? Che cosa per noi è importante?
Le nostre anime “postmoderne” sono arrivate ormai a godere di tante conquiste tecnologiche e scientifiche, e di questo siamo giustamente orgogliosi e felici, ma non è detto che con questo progresso siamo automaticamente diventati anche più sereni, felici di vivere, in pace con noi stessi e con gli altri. Questo sta succedendo, perché le nostre anime “postmoderne” stanno mettendo da parte troppi valori umani e hanno dimenticato la preghiera, o la trascurano facilmente con scuse che non giustificano questa dimenticanza.
Per esempio, ci sentiamo tutti presi dalla fretta, siamo quasi sempre di corsa, viviamo l’incubo di essere in ritardo, molti stanno con il cellulare incollato all’orecchio o, se in tasca o nella borsa, subito attenti a schiacciare il tasto giusto appena si fa sentire.
Non ci viene il pensiero che questo “corri corri” faccia dimenticare alcune doverose e pacate attenzioni, non solo alle parole delle persone, ma alle persone stesse, quelle della nostra famiglia e della nostra parentela, e a tante situazioni reali che ci sfiorano e che domandano ascolto? Non ci sorge il dubbio che tutta questa fretta ci proietti come fuori di noi e ci faccia vivere assenti da noi stessi, dimenticando di prestare attenzione al nostro spirito, trascurando la nostra anima?
Questo continuo correre e questa eccessiva consultazione del telefonino potrebbe essere la causa di tanta nostra mancanza di riflessione, di superficialità nell’affrontare le cose, di tanto nervosismo con gli altri. Non potrebbe essere anche la sorgente di momenti di depressione, quando poi cerchiamo di rientrare in noi stessi?
Se la nostra anima non si nutre, essa rimane debole, facilmente preda dell’esaltazione o della crisi a seconda delle situazioni, resta incapace di ascolto attento e rispettoso, e pronta invece alla battuta feroce ed offensiva.
La nostra anima rischia tutto questo, se vive denutrita. Essa ha fame di infinito, e noi non le diamo da mangiare o la nutriamo soltanto di cose limitate e insufficienti. Essa ha fame di preghiera e noi non ce ne accorgiamo e pensiamo ad altro.
Quando la Madonna venne investita della missione altissima di diventare madre del Figlio di Dio, non si è lasciata travolgere da questa nuova e impensabile proposta. Da donna riflessiva come era, dopo avere chiesto le necessarie spiegazioni all’angelo Gabriele, subito proclama la sua adesione totale a Dio: “Ecco, sono la serva del Signore, avvenga di me secondo la tua parola”. Fede ed ubbidienza sono la sua risposta fondamentale immediata.
Poi, parte per andare a servire la sua parente Elisabetta, rimasta miracolosamente incinta nella sua vecchiaia. E qui cogliamo come la sua adesione a Dio diventi anche azione concreta: ella fa del volontariato. In effetti, ogni attività di volontariato autentico è espressione di una solidarietà, che nasce da un cuore generoso, che si nutre di fede.
E poi sentiamo Maria esaltare il Signore con un cantico di lode, il Magnificat, in quanto consapevole che la preghiera è innanzitutto lode a Dio. La preghiera infatti è una benedizione, è cioè un dire bene di Dio, che opera grandi cose. E solo secondariamente la preghiera si fa lamento per le proprie difficoltà e diventa richiesta di aiuto per le nostre esigenze.
Carissimi,
mentre facciamo festa per la Madonna della Marina, dobbiamo anche imparare da lei come rettamente vivere.
L’ubbidienza a Dio nella fede è l’atteggiamento, che dovrebbe sempre guidare le nostre giornate. Non limitiamoci a dire nel “Padre nostro”: “Sia fatta la tua volontà”, ma cerchiamo di vivere questa disponibilità per fare quello che il Signore vuole da noi.
E poiché l’atteggiamento della preghiera vera non è astratto, né intimistico, esso apre il cuore al volontariato e ci mette nella concreta disponibilità verso quanti possono avere bisogno.
E come per Maria questa sottomissione a Dio ha suscitato la preghiera della lode e del ringraziamento, così può e deve avvenire anche per noi.
Con la preghiera il Signore ci aiuti a non stancarci di operare bene per gli altri e di essere attenti a compiere opere buone, quando è anche possibile trovare un’intima felicità. Infatti Gesù aveva proclamato che c’è più gioia nel dare che nel ricevere.
La gioia. E non è forse questo che ci sta a cuore? Non è forse la gioia, che vorremmo possedere per vivere bene? Non è la ricerca della felicità vera quello che ci sprona continuamente?
Quante cose belle, buone, vere, umane, necessarie ci richiama questa festa della Madonna della Marina!
Chiediamo alla Vergine che ci ascolti e che ci aiuti. Amen