VATICANO – Un invito a non smarrire il “senso autentico” della religione, che “è vivere in ascolto di Dio per fare la sua volontà”: è venuto, stamattina, da Benedetto XVI, in occasione della recita dell’Angelus con i fedeli riuniti nel Cortile del Palazzo apostolico di Castel Gandolfo.
Il dono più prezioso. “Nella liturgia della Parola di questa domenica emerge il tema della Legge di Dio, del suo comandamento: un elemento essenziale della religione ebraica e anche di quella cristiana, dove trova il suo pieno compimento nell’amore”, ha affermato il Papa. “La Legge di Dio – ha chiarito – è la sua Parola che guida l’uomo nel cammino della vita, lo fa uscire dalla schiavitù dell’egoismo e lo introduce nella ‘terra’ della vera libertà e della vita”. Per questo “nella Bibbia la Legge non è vista come un peso, una limitazione opprimente, ma come il dono più prezioso del Signore, la testimonianza del suo amore paterno, della sua volontà di stare vicino al suo popolo, di essere il suo Alleato e scrivere con esso una storia d’amore”. Il Pontefice ha richiamato, poi, le parole con cui prega il pio israelita: “Nei tuoi decreti è la mia delizia, / non dimenticherò la tua parola. (…) Guidami sul sentiero dei tuoi comandi, / perché in essi è la mia felicità”.
Il rischio di ogni religione. “Ed ecco il problema – ha sottolineato Benedetto XVI -: quando il popolo si stabilisce nella terra, ed è depositario della Legge, è tentato di riporre la sua sicurezza e la sua gioia in qualcosa che non è più la Parola del Signore: nei beni, nel potere, in altre ‘divinità’ che in realtà sono vane, sono idoli”. Certo, “la Legge di Dio rimane, ma non è più la cosa più importante, la regola della vita; diventa piuttosto un rivestimento, una copertura, mentre la vita segue altre strade, altre regole, interessi spesso egoistici individuali e di gruppo”. E così, ha avvertito il Papa, “la religione smarrisce il suo senso autentico che è vivere in ascolto di Dio per fare la sua volontà, che è la verità del nostro essere, per vivere bene, e si riduce a pratica di usanze secondarie, che soddisfano piuttosto il bisogno umano di sentirsi a posto con Dio”. Ed “è questo un grave rischio di ogni religione, che Gesù ha riscontrato nel suo tempo, ma che si può verificare, purtroppo, anche nella cristianità – ha ammesso il Pontefice -. Perciò le parole di Gesù nel Vangelo di oggi contro gli scribi e i farisei devono far pensare anche noi”. Gesù fa “proprie le parole del profeta Isaia: ‘Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini’. E poi conclude: ‘Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini’”. Anche l’apostolo Giacomo, nella sua Lettera, “mette in guardia dal pericolo di una falsa religiosità. Egli scrive ai cristiani: ‘Siate di quelli che mettono in pratica la Parola, e non soltanto ascoltatori, illudendo voi stessi’.
Per la ripresa della scuola. Nei saluti in varie lingue, in francese Benedetto XVI si è rivolto, “in questo periodo di rientro”, a studenti e allievi che cominciano un nuovo anno scolastico: “È bello e necessario imparare. Fatelo con il cuore. Possiate voi anche scoprire la gioia dell’amicizia! Il tempo per lo sport e lo svago è importante, ma il tempo per la famiglia e per Dio è più importante ancora. I vostri genitori e i vostri insegnanti dovrebbero incoraggiare il giusto equilibrio”. Anche in polacco il Papa ha ricordato: “Domani i bambini e i giovani cominceranno il nuovo anno scolastico e catechistico. Chiedo a Dio la luce dello Spirito Santo e i doni necessari per gli allievi e le allieve, nonché per tutti coloro che si impegneranno affinché questo sia per loro un tempo di crescita nella sapienza e nella grazia davanti a Dio e agli uomini”. Ancora in francese ha salutato i pellegrini libanesi presenti, ha assicurato loro la sua preghiera e ha espresso la sua “gioia” di visitare tra poco il loro “bellissimo paese”. In inglese, il Pontefice ha ricordato che il Vangelo odierno spinge a una “più grande armonia tra la fede che custodiamo nei nostri cuori e il nostro comportamento esterno. Per grazia di Dio, possiamo noi essere purificati dentro e fuori, in modo da vivere integralmente il nostro servizio a Cristo e al suo messaggio”. In spagnolo ha posto l’accento sul fatto che la “vera sapienza consiste nel soddisfare con sincerità i precetti di Dio, affinché con il suo aiuto cresciamo nella conoscenza e nella pratica della virtù”.