SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Sabato 13 ottobre si è celebrata presso la Chiesa San Benedetto Martire la festa in onore del Santo Patrono che ha dato il nome alla Chiesa e alla città.
Alle ore 11 si è tenuta la Messa con i Nonni ai quali è stata impartita una benedizione speciale da parte del Parroco Don Romualdo Scarponi. Al termine della Messa è stato fatto dono ai nonni del libro in ricordo di Don Francesco.
Abbiamo chiesto a Don Romualdo di dirci qualche parola sull’importanza dei nonni e ci ha risposto: “I nonni sono come le radici della pianta. Se le radici sono profonde la pianta sarà salda e vivrà per sempre. I nonni ci danno la sicurezza che il passato è essenziale per il presente e per il futuro. I nonni insegnano i veri valori della vita che non hanno scadenza e ai nipoti insegnano come fare il segno della croce e a dire le preghiere. Inoltre l’importanza dei nonni sopratutto nei nostri giorni, è data dal fatto che molti genitori lavorano e loro con amore e dedizione accudiscono i nipotini dando sicurezza a tutta la famiglia.”
Alle 18 è stata celebrata alla presenza di numerose autorità la Solenne celebrazione in onore del Santo Patrono.
Al termine della Messa il Vescovo ha porto le chiavi al Sindaco di San Benedetto che le ha poste ai piedi di San Benedetto Martire (poi le saranno messe in mano del Santo n.d.r.) per chiedere la benedizione della Città anche da parte delle autorità civili.
Sul nostro settimanale Diocesano potrete trovare l’omelia del Vescovo.
A breve pubblicheremo anche le foto dei festeggiamenti civili con la cronaca.
Come possiamo ricordare grazie al sito www.santiebeati.it
S. Benedetto potrebbe essere stato un soldato, forse di origine friuliana come dicono alcuni storici, dell’esercito imperiale di stanza a Cupra, convertitosi al cristianesimo durante il servizio militare. La tradizione dice che S. Benedetto fu martirizzato sul ponte del torrente Menocchia nei pressi dell’antica Civita di Cupra.
Era il 13 ottobre dell’anno 304, quando era imperatore Diocleziano.
Dopo il martirio, i cristiani del luogo provvidero a dare sepoltura al martire, costruendo un sepolcro nascosto, quasi una catacomba a cui accedervi senza esser visti dai pagani. Sulla tomba del martire fu murata una lapide, che in parte ancora oggi si conserva.
Dopo l’editto di Costantino, sulla tomba del santo fu ben presto costruito un piccolo sacrario (oratorio), presso il quale venivano a pregare molti del luogo richiamati dalla fama taumaturgica del santo, soprattutto contro le malattie della testa.
Più tardi, nei pressi del piccolo oratorio fu costruita una pieve. La pieve divenne poi chiesa abazziale. Nel 1698, con i rifacimenti della chiesa, l’altare del santo fu incluso all’interno della pieve. Così la tomba del santo non fu mai spostata dal luogo primitivo.
Nella chiesa abbazziale di S. Benedetto, situata nella parte alta della città di S. Benedetto del Tronto, vicino all’ingresso, vi è murata la lapide che la tradizione locale dice essere parte della lapide del sepolcro di S. Benedetto martire.
La lapide dice che Benedetto fu deposto in pace all’età di 28 anni, il 13 ottobre sotto Diocleziano e Massimiano consoli. La lapide dice inoltre che nella stessa tomba fu poi sepolta anche la sorella di S. Benedetto, Frutta, morta all’età di 58 anni.
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