Si chiama veglia, forse perché vuol favorire un risveglio, risvegliare la voglia di stare insieme, di essere parte, risvegliare il bisogno di ritrovare il proprio centro nel silenzio e abbracciare gli altri nella loro diversità. Per far questo la veglia di Romena si propone abbracciando in un tutt’uno tante forme espressive: nel corso della serata le riflessioni di don Luigi Verdi si alternano alla musica, ai canti, alla lettura di poesie, alla visione di filmati.
Ogni anno la veglia riparte per il suo viaggio italiano con un tema nuovo, con la voglia di leggere i nostri bisogni dei nostri tempi, e di riaprire il presente alla voglia di futuro.
Comunità Romena
La fraternità ha il suo cuore nell’antica pieve romanica di Romena, in Casentino, Toscana. In una valle intrisa di spiritualità, la valle di Camaldoli e la Verna, Romena si propone come un possibile crocevia per tanti viandanti del nostro tempo.
Così come per i pellegrini del Medio Evo, in marcia verso Roma, la pieve rappresentava un punto di riposo dove fermarsi per una notte, rifocillarsi e ripartire, così oggi la Fraternità vuol offrire un luogo di sosta ai viandanti di ogni dove. Una sosta per ritrovarsi e riscoprire la bellezza della nostra unicità, una sosta per poi riprendere e proseguire il proprio personale cammino di crescita. “Oggi – spiega don Luigi Verdi, fondatore e responsabile della Fraternità – non abbiamo tanto bisogno né di teorie, né di ideologie, ma di silenzio, di una pausa, di un tempo per riallacciare i rapporti con la nostra autenticità. Ed è questo ciò che proviamo a offrire a Romena”.
Tratto dal sito www.romena.it