Narra la leggenda che l’imperatore Costantino essendo stato colpito dalla peste (possiamo notare nel dipinto le macchie rosse che sfigurano il suo viso e il suo corpo) viene consigliato da alcuni sacerdoti pagani che lo invitano ad uccidere dei bambini e a fare un bagno nel loro sangue al fine di guarire. Impietosito dalle lacrime delle madri, Costantino non dà luogo ai suoi propositi
Quella stessa notte Costantino vede in sogno i Santi Pietro e Paolo che gli consigliano di chiedere l’aiuto di Papa Silvestro che gli mostrerà una fonte, immergendosi nella quale egli guarirà. L’imperatore fiaccato per la sua malattia è steso sul letto, mentre i due santi gli stanno parlando
Costantino manda allora i suoi messi, ne vediamo tre mentre stanno cavalcando, a chiamare Papa Silvestro che si è ritirato presso il monte Soratte.
Così Papa Silvestro si reca da Costantino e gli mostra un’immagine nella quale l’imperatore riconosce i volti dei Santi Pietro e Paolo che gli avevano parlato in sogno
Papa Silvestro battezza allora Costantino ed egli guarisce dalla lebbra. L’imperatore riceve il battesimo per immersione come era consuetudine nell’antica comunità cristiana
Costantino, come segno di gratitudine per la sua guarigione, dona al Papa la città di Roma, il sinichio (l’ombrellino segno della dignità dell’imperatore) la tiara, simbolo di potere ed un cavallo. Possiamo vedere il Papa che è regalmente seduto su un trono, mentre Costantino è dipinto servilmente piegato e al servizio del Papa.
Il Papa seduto a cavallo, come anche gli altri vescovi, viene scortato dall’imperatore ed entra trionfalmente nella città di Roma.
Questa leggenda, conosciuta come “Donazione di Costantino”, costituirà per secoli la giustificazione del potere temporale dei Papi. La sua infondatezza verrà dimostrata solo nel rinascimento dall’umanista e canonico lateranense Lorenzo Valla (la cui tomba si trova proprio a San Giovanni in Laterano)
Il ciclo pittorico si conclude con due episodi che hanno come protagonista l’Imperatrice Elena, Madre di Costantino.
Il dipinto è mal conservato e rappresenta l’imperatrice mentre osserva una disputa fra Papa Silvestro e un Rabbino. Questi pronuncia il nome di Dio e fa morire un toro, mentre il Pontefice pronuncia il nome di Cristo e lo fa resuscitare. Il soggetto dipinto ci fa ricordare i rapporti non sempre idilliaci fra la comunità ebraica e quella cristiana nella città di Roma
Infine l’imperatrice Elena assiste al ritrovamento della vera croce.