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Halloween e lo stato del cattolicesimo in Italia


ITALIA – Dopo che abbiamo pubblicato l’articolo a firma di Padre Gabriele di Nicolò, clicca per leggerlo, Halloween una festa innocente?, dalla rete ho ripescato questo articolo che è stato pubblicato da ZENIT qualche anno fa:

La festa di Halloween oltre a cancellare la festa di Tutti i Santi (primo novembre) sta diventando intollerante verso chi osserva la tradizione cristiana. Un insegnate di religione ha scritto a ZENIT per raccontare che nella scuola romana dove insegna, le maestre di inglese hanno tappezzato aule e corridoi con disegni di zucche e streghe. In qualità di insegnante di religione, nonché in osservanza della festività, così come è indicata sul calendario, il maestro ha pensato bene di far conoscere la festa di Tutti i Santi, apprestandosi a tappezzare aule e corridoi con immagini e storie dei santi Per correttezza, prima di iniziare il suo lavoro, il maestro ha informato le colleghe, le quali però hanno reagito negativamente, sostenendo che “non era opportuno”, perché “a scuola ci sono anche alunni non cattolici”. L’insegnante di religione ha allora spiegato che anche i non cattolici fanno festa il giorno di Tutti i Santi. Al che le maestre hanno sollevato il problema della “delicatezza della questione”. Il maestro ha quindi replicato sostenendo che “non c’è nessuna delicatezza nei confronti dei cristiani che vorrebbero celebrare i loro santi”. Tuttavia non c’è stato verso di far accettare la diffusione di immagini e di storie dei santi. Nella lettera inviata a ZENIT, l’insegnante di religione ha commentato: “Mi è stato detto che è questione di delicatezza, ma nessuno ha avuto delicatezza di pensare che scherzare e ironizzare sulla morte a ridosso di una festa cristiana potesse urtare la mia sensibilità!”. “Non ho chiesto di oscurare il loro lavoro – ha aggiunto il maestro –, ho chiesto di mettere il mio lavoro accanto al loro, ma tutto ciò è stato rifiutato. Credo che ancora una volta abbia trionfato il ‘politicamente corretto’, ovvero quella scuola di pensiero che invoca libertà per tutti tranne che per noi cristiani!”.

Quell’insegnante che si lamentava era il sottoscritto. Rileggere queste righe dopo tanto tempo  mi continua a far riflettere su questo giorno che può essere considerato paradigmatico per misurare lo status del cattolicesimo nella società attuale. Non si tratta di riflettere banalmente sull’aderire o meno ad un carnevale fuori stagione, ma di prendere in seria considerazione quanto la posizione culturale dei cattolici pesi nel nostro paese che si continua ostinatamente a definirsi cattolico.

Vorrei partire dalle ultime righe di questo articolo, dove mi lamentavo di un fatto ben preciso: io non volevo condurre una crociata oscurantista contro le mie colleghe, non volevo assolutamente censurare il loro lavoro, chiedevo soltanto di affiancare al loro lavoro il mio, di mostrare oltre all’aspetto della cultura anglosassone anche quello della tradizione italiana.

Lavorando in una scuola laica, cioè aperta a tutte le culture e tradizioni religiose, mi aspettavo una risposta positiva, ho dovuto invece sperimentare in quell’occasione che laicità, nella testa di molte persone, significa apertura verso tutte le culture e tutte le tradizioni tranne che verso la propria.

Come cattolici siamo spesso tacciati di oscurantismo, di insensibilità verso le culture altre, ho dovuto constatare invece che queste chiusure appartengono a non poche persone che si professano orgogliosamente laiche (sarebbe meglio dire laiciste).

Se qualcuno prova a criticare questa “festa” viene subito percepito come un bigotto e un fanatico. Ci si sente rispondere che tutti fanno così e opporsi a questa innovazione è solo da persone ridicole. Eppure anche in questo ragionamento si abdica a uno dei fondamenti della laicità: il rispetto per le minoranze.

Quando ad appartenere ad una minoranza è un non cattolico, si fa di tutto e di più perché il suo pensiero, i suoi riti, le sue tradizioni siano non solo rispettate, ma anche conosciute ed approfondite. E tutto questo è estremamente lodevole. Tutto ciò però salta quando ad appartenere alla minoranza è un cattolico. In questo caso egli si deve adeguare al comune sentire!

Fra qualche mese festeggeremo il Natale e probabilmente sentiremo, come frequentemente accade in questi ultimi anni, di maestre che hanno accuratamente evitato di inserire il nome di “Gesù” nelle canzoncine proposte in classe, o hanno organizzato recite nelle quali non appare volutamente alcun riferimento al significato religioso di questa festa. Al contrario, a  nessuna maestra viene in mente che la festa di halloween possa dare fastidio agli alunni cattolici.

La pedagogia ha giustamente rimosso dall’insegnamento e dalla trasmissione della fede tutte quelle realtà che potevano disturbare la crescita del bambino come ad esempio l’esistenza dell’inferno e del demonio (quanto di più brutto si possa pensare!). Se un cattolico parlasse ancora di queste cose a dei bambini sarebbe subito additato, anche qui ritengo giustamente, come un terrorista psicologico. Ecco che invece, nel gaudio generale e con la massima approvazione di non pochi genitori, si parla ai bambini di maghi, streghe e morti !

Vorrei lasciare per ultima quella che probabilmente è invece la considerazione più importante da fare e che vorrei porre sul piano teologico. Una delle conseguenze più nefaste del peccato originale è l’inclinazione che l’uomo ha verso ciò che è brutto, falso e cattivo e credo che la diffusione della festa di halloween poggi proprio su questa inclinazione.

Se leggendo questo articolo hai pensato che esso sia polemico, allora vuol dire che anche tu forse, sei stato in qualche modo fagocitato dal “pensiero dominante”!