POLLINO – Resta la paura nella zona del Pollino dove due giorni fa si è registrata una scossa di terremoto di magnitudo pari a 5. E la terra, in questa zona al confine tra Basilicata e Calabria, continua a tremare. Questa notte sono stati registrati, dalla mezzanotte alle 5, sette eventi sismici. Il più forte dei quali di 3.1 gradi della scala Richter. Al momento in cui scriviamo non si segnalano ulteriori danni a persone o cose. Sono molte ancora le persone che preferiscono trascorrere la notte all’aperto: anche chi non ha avuto la casa dichiarata inagibile evita di fare rientro nella propria abitazione.
Condividere il peso del dramma delle popolazioni. Ieri pomeriggio le zone colpite sono state visitate dal vescovo di Cassano allo Ionio, mons.Nunzio Galantino che è rientrato in diocesi anticipatamente: si trovava, infatti all’estero per un convegno internazionale. Appena avuta la notizia del sisma aveva deciso di anticipare il rientro in Italia. Le cattive condizioni meteo lo hanno trattenuto per tutta la notte all’aeroporto di Nizza. Da qui ha scritto un primo messaggio alla diocesi (clicca qui). E’ rientrato a Cassano Ionio nella mattinata di ieri e subito ha voluto incontrare gli abitanti delle popolazioni colpite portando la sua solidarietà e per “per condividere il peso del dramma vissuto da tanti fratelli e sorelle”.
Abitare le parole in maniera leale. “A sofferenze del passato se ne aggiungono ora altre. È importante dare risposte adeguate alle necessità della popolazione”, ha detto a Raffaele Iaria che lo intervistato per il Sir al termine della visita. Accompagnato dal direttore della Caritas diocesana, Raffaele Vidiri mons. Galantino ha fatto tappa prima a Morano Calabro, per un sopralluogo all’interno della Chiesa settecentesca di Santa Maria Maddalena a rischio inagibilità. Da qui è ripartito per Mormanno, zona epicentro del sisma dove ha preso parte alla riunione dell’unità di crisi presieduta dal Prefetto di Cosenza, Raffaele Cannizzaro. Successivamente ha visitato la chiesa di Mormanno dedicata a Santa Maria del Colle, che ha subito diversi danni. Una chiesa chiamata qui cattedrale per il suo rilievo storico e la sua imponenza. E a Mormanno, nella chiesa di San Rocco ha celebrato una messa. “C’è bisogno di gente che abiti le parole in maniera leale”, dice mons. Galantino: “chiacchiere e passerelle servono a poco, se non a nulla”, Da qui l’auspicio di atti “concreti e di impegni certi”. Anche perché, “i primi soccorsi sono venuti dai familiari delle persone rimaste vittima del sisma. E questo è un dato significativo: non ci si pone in attesa di qualcosa o qualcuno di indefinito, ma ci si rimbocca le maniche e si va avanti”.
Prima le persone. La diocesi non si tira indietro e dopo aver messo a disposizione anche alcun strutture per ospitare le persone resta attiva sul campo. “Già dalla prima mattinata di venerdì – ricorda il presule – siamo intervenuti attraverso la Caritas diocesana, in coordinamento con Caritas italiana, offrendo assistenza e supporto. Stiamo partecipando a tutti gli incontri per avere chiaro il quadro della situazione e calibrare in maniera efficace i nostri interventi. Anche oggi, incontrando il Prefetto e le altre autorità, ho ribadito la nostra massima disponibilità: se dovesse rendersi necessario, siamo pronti a mettere a disposizione a fini di accoglienza anche le nostre strutture, previa verifica tecnica della loro stabilità. Ed ho invitato i sacerdoti a non chiedere nulla per le chiese fino a quando non avremo la certezza che a tutte le persone costrette ad abbandonare le loro abitazioni siano state nuovamente restituite condizioni di vivibilità e sicurezza”. Resta massima, per mons. Galantino, anche l’attenzione riservata alla tutela del patrimonio architettonico e culturale: la violenta scossa di venerdì notte ha danneggiato la chiesa moranese di Santa Maria Maddalena e portato alla chiusura al culto, per ragioni di sicurezza, della chiesa dello Spirito Santo, a Laino Borgo, e di quella di san Teodoro, a Laino Castello. Dichiarate inagibili anche, a Mormanno, le chiese di Santa Maria del Colle, dell’Annunziata e della Madonna del Soccorso. Si lavora, in queste ore, per mettere al riparo da ulteriori scosse. “Uniamoci, affidiamo il nostro impegno e il nostro territorio – ha detto il presule calabrese – a Maria Santissima. Sono certo che, con l’aiuto del buon Dio, potremo uscire da questa prova più rafforzati”.
I vescovi calabri invitano alla solidarietà. Un incoraggiamento alla popolazione colpita dal sisma è arrivata anche dal presidente della Conferenza Episcopale Calabra, mons. Vittorio Mondello. “Incoraggiare gli abitanti ad avere speranza e far comprendere come i sismi più pericolosi non siano quelli che procurano danni materiali ma quelli che portano sfacelo morale negli individui e nelle comunità”, ha detto in una dichirazione ripresa anche dal settimanale della Cec “Calabria Ecclesia Magazine”. La Cec “ha già fatto quanto era in suo potere e dovere di fare invitando ancora una volta tutti alla solidarietà. Essa, inoltre, non si stanca di sollecitare i governanti a lavorare con impegno ricercando non il bene personale ma quello comune”.
Oggi una messa nel santuario di Santa Maria della Consolazione. Intanto oggi pomeriggio, alle 17, mons. Francesco Nolè, arcivescovo di Tursi-Lagonegro sarà presente a Rotonda – centro della Basilicata colpita maggiormente, in questa regione, dal terremoto insieme a Viggianello – nel Santuario di Santa Maria della Consolazione, per presiedere una celebrazione eucaristica. Insieme a lui il diacono Gaetano Peretta, direttore della Caritas diocesana. “Mentre è comune sentimento quello del ringraziamento alla Madonna perché non vi siano state vittime – si legge in una nota della diocesi – sono ancora in corso le verifiche da parte dei tecnici per accertare l’agibilità delle abitazioni e anche dei luoghi di culto”. A Rotonda la prima chiesa in cui sono stati effettuati i sopralluoghi e di cui è stata attestata la possibilità di utilizzo – fa sapere il parroco don Stefano Nicolao – è proprio il Santuario in cui il Vescovo “verrà a testimoniare la vicinanza della Chiesa locale che segue con particolare attenzione l’evolversi della situazione, sin dalle prime ore”.Alla paura per la terra che, seppur con minore entità, continua a muoversi, si aggiunge il maltempo delle ultime ore e dei prossimi giorni a creare disagi. La “gratitudine” della diocesi lucana va alle forze locali e ai volontari, impegnati a “sostenere e incoraggiare, oltre che a fare le verifiche tecniche, e agli uomini della Protezione Civile, che hanno già predisposto delle tende per le eventuali evenienze”.
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