La situazione. La visita della delegazione cade all’indomani dell’approvazione in Parlamento dell’atteso pacchetto di misure di austerità considerato indispensabile per concedere alla Grecia un’altra tranche di aiuti da 31,5 miliardi di euro e salvare il Paese dal fallimento. Il pacchetto di austerità, come previsto, è passato con pochissimi voti al di sopra della maggioranza minima che è di 151 su 300 seggi. Mentre il Parlamento era al lavoro, ci sono state ad Atene imponenti manifestazioni di protesta contro la nuova stretta economica con violenti scontri tra gruppi di manifestanti e polizia. “In un momento di continua e profonda recessione economica, la nostra fede ci dà la forza per affrontare la disoccupazione, la povertà e l’ansia, non solo come individui, ma come una comunità che ha una memoria etica radicata nel Vangelo”, afferma il Rev. Guy Liagre. Ed aggiunge: “Vogliamo esprimere la nostra solidarietà alle Chiese greche, attraverso la nostra visita”. “Facciamo appello – prosegue Olav Fykse Tveit -, a tutte le nostre Chiese membro perché sostengano anche con le loro preghiere il popolo greco colpito in modo grave da una crisi finanziaria senza precedenti”.
Appello delle Chiese europee ai governi e alle istituzioni Ue. A settembre, i Comitati centrali delle due organizzazioni ecumeniche – la Kek e il Wcc – si erano riuniti a Creta mettendo a tema proprio la crisi finanziaria in Grecia sulla quale entrambe le organizzazioni avevano pubblicato due documenti. La Kek ha espresso profonda preoccupazione soprattutto per la “disoccupazione senza precedenti e l’impoverimento” che stanno colpendo il popolo greco, “causando tragedie personali e sofferenza”. La denuncia è forte: “L’accesso al servizio medico è diventato quasi impossibile. Le persone stanno perdendo le loro case perché non possono più pagare l’affitto e i mutui perché gli stipendi sono stati pesantemente tagliati. E la disperazione ha portato ad un forte aumento dei suicidi”. La Kek parla a nome del popolo europeo: “La gente in Europa si attende soluzioni dai politici”. Il documento contiene così un appello alle istituzioni europee: “Invitiamo le istituzioni politiche dell’Unione europea, come pure i governi di tutti i Paesi europei a lavorare sui risultati sistemici della crisi, facendo costante attenzione ai più vulnerabili nelle nostre società. Il costo della crisi non può essere in primo luogo a carico del ceto a reddito medio e inferiore della società distruggendo così la sicurezza sociale e la realizzazione del modello sociale europeo”.
A difesa dei ceti medi e più poveri. Il documento del Consiglio mondiale delle Chiese entra nella complessa situazione finanziaria della Grecia, punta il dito contro un debito pubblico che i governi nazionali non hanno saputo mettere sotto controllo e contro l’evasione fiscale. Ma mette anche in guardia rispetto ad un’eccessiva austerità perché potrebbe tradursi “in un circolo vizioso di declino economico, ostacolando la domanda interna e le entrate fiscali”. “È immorale – incalzano le Chiese – chiedere austerità e rimborso del debito al costo umano e sociale che ricade ingiustamente sui membri più deboli della società”. “In questa dolorosa crisi finanziaria – si legge nel documento del Wcc – la Chiesa è chiamata a difendere la dignità di tutte le persone”. “La crisi è spirituale e morale, oltre che economica, e i valori cristiani della giustizia e dell’amore hanno una rinnovata importanza in Europa”.