Articolo e video di Nicolas Abbrescia
GROTTAMMARE – Ogni anno l’undici novembre, quando le nubi si arrossiscono al levar del sole appena nato dal mare, si ripete la stessa scena, ambulanti e polizia locale che si preparano per un evento cardine di Grottammare: la fiera di San Martino.
Questa fiera era in origine una manifestazione basata sullo scambio di materie prime a carattere prevalentemente rurale, legata all’economia di un pirotecnico settecento italico.
A questa fiera è legato un aneddoto che alcuni grottammaresi conoscono: si tratta della “corsa dei cornuti”, probabilmente risalente all’età dei Longobardi, i quali festeggiavano San Martino con imponenti parate militari; di contro è sempre viva l’ipotesi che questa corsa derivi dal fatto che i contadini che partecipavano alla fiera “facevano cornuti” i padroni, portando anche i prodotti che erano destinati a loro attraverso un contratto mezzadrile.
Oggi la fiera è un evento capace di portare a Grottammare decine e decine di migliaia di visitatori, compresi i Grottammaresi che vivono e lavorano in terre lontane, facendone una delle fiere popolari più importanti delle intere Marche, in un evento capace di fermare la città, in tutti i sensi.
Per l’edizione 2012, ben 400 sono state le bancarelle presenti lungo le vie del “nuovo incasato”, esponenti varie tipologie di merce: abbigliamento, artigianato, gastronomia locale e nazionale, animali, prodotti per la casa, compresi i mitici camioncini venditori di porchetta e pesce fritto e gli onnipresenti spazi espositivi.
Ogni anno il primo cittadino e l’assessore al commercio hanno consegnato degli attestati agli ambulanti più affezionati alla fiera. Sono stati premiati: miss “calde, calde, calde” Luigina Oddi (alias “gigina”) di Monsampolo del Tronto, Lorenzo Guercioni da Campli (TE), Nicola Pucci da Camporotondo di Fiastrone (MC), Franco Pignotti di Carassai (AP), Sergio Catalini di Ortezzano (FM) e Gabriele del Zompo di San Benedetto del Tronto (AP).
Numerose sono state le iniziative connesse alla fiera: su tutte l’interessantissimo “Chiosco della Pace”, a cura della Consulta per la Fratellanza tra i popoli, con la collaborazione delle scuole cittadine, ma vi è un’iniziativa in particolare che ritrae al 100% la vera essenza della fiera: la degustazione del vino novello. Infatti, durante la due giorni di fiera, nonostante un’ultima mezza giornata di un’uggiosità tipicamente autunnale, sette aziende vinicole della zona hanno fatto degustare ai numerosi visitatori il proprio vino novello, accompagnate dalle immancabili caldarroste e dai boccolotti con il sugo di castrato (lu bucculotte con lu castrate), vanto della cucina Grottammarese.
Questa è la fiera di San Martino, tassello popolare grottammarese conosciuto in ogni dove, da consolidare sempre più in base ai principi della sostenibilità.
In un altro articolo vi racconteremo la protesta contro il mercato degli animali.
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