VATICANO – “Tutto passa, ma la Parola di Dio non muta, e di fronte ad essa ciascuno di noi è responsabile del proprio comportamento”. Lo ha ricordato, Benedetto XVI, in occasione della recita dell’Angelus, con i fedeli giunti a piazza San Pietro.
Il punto fermo. “In questa penultima domenica dell’anno liturgico, viene proclamata, nella redazione di Marco, una parte del discorso di Gesù sugli ultimi tempi, in termine tecnico ‘escatologico’”, ha detto il Papa. Questo discorso “si trova, con alcune varianti, anche in Matteo e Luca, ed è probabilmente il testo più difficile dei Vangeli. Tale difficoltà “deriva sia dal contenuto sia dal linguaggio: si parla infatti di un avvenire che supera le nostre categorie, e per questo Gesù utilizza immagini e parole riprese dall’Antico Testamento, ma soprattutto inserisce un nuovo centro, che è Lui stesso, il mistero della sua persona e della sua morte e risurrezione”. Anche il brano odierno, ha sottolineato il Pontefice, “si apre con alcune immagini cosmiche di genere apocalittico: ‘Il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli verranno sconvolte’; ma questo elemento viene relativizzato da ciò che segue: ‘Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi del cielo con grande potenza e gloria’”. Il “Figlio dell’uomo”, ha spiegato il Santo Padre, è “Gesù stesso, che collega il presente con il futuro; le antiche parole dei profeti hanno trovato finalmente un centro nella persona del Messia nazareno: è Lui il vero avvenimento che, in mezzo agli sconvolgimenti del mondo, rimane il punto fermo e stabile”.
La Parola di Dio non passa. A conferma di questo, ha evidenziato Benedetto XVI, “sta un’altra espressione del Vangelo di oggi. Gesù afferma: ‘Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno’. In effetti, sappiamo che nella Bibbia la Parola di Dio è all’origine della creazione: tutte le creature, a partire dagli elementi cosmici – sole, luna, firmamento – obbediscono alla Parola di Dio, esistono in quanto ‘chiamati’ da essa”. Questa potenza creatrice della Parola divina “si è concentrata in Gesù Cristo, Verbo fatto carne, e passa anche attraverso le sue parole umane, che sono il vero ‘firmamento’ che orienta il pensiero e il cammino dell’uomo sulla terra”. Per questo “Gesù non descrive la fine del mondo, e quando usa immagini apocalittiche, non si comporta come un ‘veggente’”. Al contrario, “Egli vuole sottrarre i suoi discepoli di ogni epoca alla curiosità per le date, le previsioni, e vuole invece dare loro una chiave di lettura profonda, essenziale, e soprattutto indicare la via giusta su cui camminare, oggi e domani, per entrare nella vita eterna. Tutto passa – ci ricorda il Signore –, ma la Parola di Dio non muta, e di fronte ad essa ciascuno di noi è responsabile del proprio comportamento. In base a questo saremo giudicati”. “Anche nei nostri tempi – ha affermato il Papa – non mancano calamità naturali, e purtroppo nemmeno guerre e violenze. Anche oggi abbiamo bisogno di un fondamento stabile per la nostra vita e la nostra speranza, tanto più a causa del relativismo in cui siamo immersi. La Vergine Maria ci aiuti ad accogliere questo centro nella Persona di Cristo e nella sua Parola”.
Una nuova beata in Argentina. Dopo l’Angelus, il Pontefice ha ricordato che “ieri, a Pergamino, in Argentina, è stata proclamata beata María Crescencia Pérez, religiosa, della Congregazione delle Figlie di Maria Santissima dell’Orto”. Vissuta nella prima parte del secolo scorso, ha sostenuto il Santo Padre, “è modello di dolcezza evangelica animata dalla fede. Lodiamo il Signore per la sua testimonianza!”.
L’importanza della messa domenicale. Nei saluti in varie lingue, Benedetto XVI in francese ha osservato: “Cercando di vedere intorno a noi i segni della presenza di Dio e di comprenderli, troveremo la solida roccia su cui è radicata la nostra esistenza, al di là dei cambiamenti che ci riguardano. Per mezzo della fede noi ci uniamo al disegno di amore di Dio per l’umanità e per tutti noi. Dio è fedele! Sta a noi cercarlo. Per questo vi invito a partecipare regolarmente alla messa della domenica, necessaria per un cristiano. Che la Vergine Maria vi aiuti a comprendere l’importanza di questo appuntamento e la gioia della vita familiare”. Un saluto in tedesco in particolare al gruppo itinerante della Radio bavarese. In polacco, ha rammentato: “Il Vangelo della santa messa odierna è l’annuncio della Parousia, della seconda venuta di Cristo sulla terra. Allora, illuminati dalla luce divina, riceveremo la risposta alle domande riguardanti la nostra esistenza, e ogni nostra azione e ogni nostro pensiero saranno giudicati”. La prospettiva di questo evento “sia per noi oggetto di particolare riflessione in quest’Anno della fede”. In italiano, ha rivolto un saluto in particolare alle numerose Scholae Cantorum della diocesi di Verona, accompagnate dal vescovo e dal card. Attilio Nicora, che ha ringraziato per il canto, e ai volontari del Banco alimentare: “Incoraggio ogni iniziativa che educhi alla condivisione, come risposta alle difficoltà di tante famiglie, ha dichiarato il Papa.