DIOCESI – Il Vescovo Gervasio Gestori ha incontrato durante un Ritiro spirituale le suore del Monastero S. Speranza, di seguito le sue parole.
Vescovo Gervasio Gestori: “L’Anno della fede voluto da Benedetto XVI ha una sua grande attualità per il mondo lontano dalla fede, che chiede di venire evangelizzato, e per la Chiesa, che deve essere testimone esemplare. Penso che questo anno abbia molto da chiedere anche alle persone religiose ed alle claustrali.
Per tutti questo anno è certamente un’occasione preziosa, da non perdere. Mi fermo alla domanda: che cosa esso chiede alle persone di vita consacrata?
1. La contemplativa, o anche ogni persona di vita consacrata, deve essere una donna innamorata di Gesù.
L’innamoramento per il Signore non è tanto frutto della propria buona volontà, ma è dono dello Spirito Santo e della sua azione nella vostra anima. Lasciate spazio allo Spirito Santo, perché trovi in voi un’abitazione accogliente. Rimane fondamentale questa presenza sorgiva di amore dentro di voi, per dare senso e freschezza continua alla vostra vita.
Un innamoramento non è mai sazio, in quanto tendenzialmente orientato verso un “infinito”, e quindi l’anima religiosa non si dà mai pace. Però, questa mancanza di pace non nasce da insoddisfazione umana soggettiva, ma da una ricerca dell’Infinito mai conclusa e sempre esigente,
Questa ricerca è guidata dalla fede e dona beatitudine, come avvenne per Maria, che canta il suo “Magnificat” e viene dichiarata “beata perché ha creduto”.
Sia dunque per voi questo un anno, in cui rendete più orientata la vostra fede verso la persona del Signore, che ricercate sempre di più e che dona tanta pace alla vostra vita. Cristo sia sempre più il Re dei vostri cuori innamorati!
2. La vita delle religiose, e specialmente quella delle claustrali, è guidata da ritmi abbastanza ripetitivi. Le giornate sono normalmente quasi sempre le stesse e corrono il rischio dell’assuefazione e della abitudinarietà, per la quale, quando è subita, viene meno la freschezza della preghiera, si impoverisce l’entusiasmo per quello che fate, la vita comunitaria si fa tiepida e priva di gioia.
La ripetitività deve aiutare invece a non perdere tempo nella ricerca di quanto dovete fare e di come dovete riempire le ore, per poter inserire in giornate già organizzate una maggiore ricchezza di amore e di dedizione.
Allora, quello che potrebbe essere giudicato come alienante dallo sguardo esteriore e superficiale di un visitatore poco attento, diventa invece la base di lancio per un salto più alto e la pedana per decidersi in una vita più intensa,
Sia dunque per voi questo un anno, in cui ringiovanite i ritmi delle vostre giornate arricchendole di piccole gioie e date un senso più profondo alle cose anche semplici della vostra vita.
La fede abbatta la routine. Le vostre giornate non siano insignificanti, ma Cristo sia Re del vostro tempo!
3. La vita religiosa, specialmente quella monastica, non deve essere appariscente, ma eloquente; non deve mettersi in mostra come se steste recitando sulla scena del mondo, ma deve richiamare l’attenzione per quello che vivete; non dovete badare al linguaggio altisonante del fare, ma alla forza della testimonianza del vostro essere.
Non sappia dunque la sinistra quello che fa la destra; non mirate a far conoscere al mondo quello che fate, come tante persone, ma state umilmente sul vostro piccolo piedestallo, che però vi permette di guardare a Dio con una prospettiva migliore; non cercherete il plauso umano, ma coltivate il desiderio di piacere a Dio; non lasciatevi condizionare dagli altri, nemmeno con la motivazione del fare per servire, perché voi non siete serve, ma avete il rango di signore, in quanto figlie di Dio ed a Lui solo dedicate, e se vi mettete a servire, come dovete fare imitando Gesù, il
Signore ed il Maestro, agite così per il Signore, che solo vi può comandare di servire e di amare da persone libere.
I laici, credenti e non, aspettano da voi questa testimonianza, capace di donare un forte significato apostolico alla vostra vita religiosa.
L’anno della fede sia dunque per voi un anno carico di missionarietà, un anno nel quale coltivate l’impegno della evangelizzazione del mondo.
Cristo sia il Re, davanti al quale vi prostate per poter servire da persone libere il prossimo.
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