Ancona: L’Azione Cattolica delle Marche ha vissuto due giorni intensi e arricchenti. Sabato 1 dicembre, il convegno presso la Loggia dei Mercanti ad Ancona sul tema “la società investe nella Famiglia?” promosso dall’Ac nazionale in collaborazione con la Delegazione Regionale delle Marche, per chiedersi cosa significa oggi investire nella famiglia e perché e come farlo. Un convegno partecipato e ricco di suggestioni donate dagli interventi dei relatori e dei convenuti.
Il professor La Matina docente di filosofia del linguaggio all’Università di Macerata, ha cercato di tracciare una sintassi della persona e della famiglia che forse non ha mai avuto un’epoca in cui sia stata una comunità totalmente felice. Ciò che la fondava nell’epos omerico era qualcosa che precedeva la relazione tra gli sposi, come il eltto inamovibile di quercia di Penelope e Ulisse. E già nei miti la famiglia viene messa in crisi: Edipo, Medea.. e le scienze sociali hanno ripreso i termini del mito per studiare la famiglia e la struttura familiare trascurando però l’elemento della relazione personale che ne riempe la struttura. L’indicazione allora “del pensiero cristiano, che non pretende di sapere le risposte ma rimette in ordine le domande secondo la sintassi della verità della persona”, dalla contrapposizione al contagio relazionale.
Emmanuele Pavolini, docente di sociologia economica all’Università di Macerata, è partito dal presentare i cambiamenti sociali per cui si è passati da “una società di famiglia a una società delle famiglie”, non si possono pensare investimenti nella famiglia pensando ad un unico modello, l’aumento dei single che sono per lo più donne vedove e anziane ad esempio. Il fattore economico e del lavoro incide sulle scelte familiari come le convivenze o il numero dei figli o il come accudire gli anziani. Infatti il tasso di natalità è uno dei più bassi in Europa benché l’Italia si professi ancora paese cattolico. Quindi il problema non è di tipo culturale ma economico. Perciò investire sulla famiglia significa dare strumenti adeguati rafforzando i servizi pubblici e privati alle famiglie, puntando sull’infanzia. Se si devono compiere scelte, ci si deve sbilanciare investendo in servizi all’infanzia.
Franco Miano, presidente nazionale dell’AC, ha tracciato il percorso fin qui fatto in preparazione della settimana sociale dei cattolici e il contributo dell’AC, che incontra persone in luoghi pubblici per stare dentro la vita delle persone. L’impegno di carattere culturale è importante, così come l’impegno politico nel bene comune che si impara in famiglia. Ha ricordato che come famiglia cristiana bisogna continuare a raccontare la bellezza dell’amore che ha tante forme. In questo il ruolo dell’AC, una famiglia di famiglie, nella grande famiglia della comunità cristiana, che mette al centro la persona nei propri cammini formativi. Cammini di formazione che sappiano dare forma alla vita, la forma di Cristo, che esprimono la capacità di mettersi insieme e di mettersi al servizio delle nostre comunità, città, paesi.
Le conclusioni di Mons. Edoardo Menichelli, arcivescovo di Ancona, hanno ricordato all’Ac come voce profetica nella Chiesa di riannunciare il bello della famiglia. Perché, ha chiesto, “non facciamo sapere alla società quanto costa in termini economici la crisi famigliare? E quanto costa sul versante educativo la famiglia allargata, che chiamerei piuttosto famiglia confusa?”. Nessuno di noi, ha spiegato mons. Menichelli, “vuole fermare la storia, ma darle contenuti che la rendano bella: oggi esistono parole e realtà che tutti pronunciano e vogliono. Tutti parlano della famiglia, ma c’è qualcuno che la ama? Quella famigliare è una realtà a cui tutti chiedono tanto ma danno troppo poco”. Essa stessa, ha infine auspicato, “recuperi dall’interno la sua dinamica, la trasformi in lievito. Occorre che il cattolico si svegli, smetta di piagnucolare e semini speranza. Perché la speranza c’è”. Ha concluso chiedendo di ridestare il coraggio di amare e di educare le persone come unità di anima e corpo.
La due giorni con l’azione cattolica si è poi conclusa domenica con l’incontro tra la presidenza nazionale e le realtà associative diocesane, per ascoltare ascoltarsi e fare il punto sul cammino dell’Ac nelle Marche.