SIRIA – La Caritas di Roma promuove un fondo di solidarietà per sostenere gli interventi della Chiesa per l’accoglienza dei profughi della Siria. La Chiesa italiana, attraverso Caritas italiana, ha già inviato un contributo ma rilancia l’appello per poter far fronte alle nuove richieste. “Per questo la diocesi di Roma istituisce un fondo di solidarietà a cui contribuire”, spiegano. La rete di Caritas internationalis è già attiva fin dai primi giorni della crisi a supporto dei numerosi profughi, assistiti da Caritas Siria – che è riuscita ad organizzare una prima rete di soccorsi di urgenza -, Caritas Giordania, Caritas Libano e Caritas Turchia, che prestano aiuti alimentari, socio-assistenziali e sanitari a decine di migliaia di famiglie siriane costrette a fuggire. Per inviare offerte: Caritas di Roma, Causale “Accoglienza profughi Siria” Piazza S. Giovanni in Laterano 6-00184 Roma Conto corrente postale N. 82881004 Bonifico bancario: Banco Posta (IBAN: IT77K0760103200000082881004. Per versare invece il contributo direttamente a Caritas italiana (dove confluiscono le offerte dalle diocesi), con la causale “Emergenza Siria 2012” maggiori notizie sul sito: www.caritasitaliana.it
Dal sito della Caritas apprendiamo che: “Al centro del Medio Oriente, la Siria è parte integrante della storia e della civiltà fiorite nella regione lungo i secoli, dagli egiziani ai romani. Queste civiltà hanno lasciato un patrimonio culturale e archeologico eccezionale, che oggi rappresenta una importante fonte di ricchezza grazie al turismo. La capitale, Damasco, è stata per molti secoli la sede del Califfato arabo, subito dopo l’avvento di Maometto. La Siria è diventa in seguito parte dell’impero ottomano dal 1517 al 1918, e solo nel 1946 ha ottenuto l’indipendenza.
Su circa 20 milioni di abitanti, la maggioranza della popolazione (74%) è musulmana sunnita, il 13% appartiene ad altre correnti musulmane come i drusi e gli alauiti, un ramo degli sciiti; questi ultimi con un ruolo politico particolare in quanto ad essi appartengono i comandi delle forze armate e lo stesso presidente Assad. Circa il 10% della popolazione è cristiana, presente soprattutto nel nord del Paese e aderente per metà alla Chiesa ortodossa e per il resto divisi fra Chiesa cattolica, suddivisa in vari riti (melchiti, maroniti, siri, armeno-cattolici, caldei…) e alcuni gruppi protestanti.
Da un punto di vista politico, permane lo stato di guerra con Israele; il che ha motivato l’esistenza della legge razziale fin dal 1963 e quindi l’accentrarsi dei poteri nelle mani del presidente. Come è noto la situazione è precipitata nel corso del 2011, sull’onda della cosiddetta “primavera araba”, provocando migliaia di morti e un ulteriore gravissimo focolaio di conflitto in Medio Oriente. La situazione è perdurata per tutto il 2012, provocando centinaia di migliaia di profughi verso i paesi confinanti, soprattutto Giordania e Libano.
Le attività di Caritas Siria negli ultimi anni si era concentrata sull’assistenza ai profughi iracheni e alla quale aveva partecipato anche Caritas Italiana. Ora la popolazione siriana è altrettanto vulnerabile, e la situazione di violenza rende particolarmente difficili le operazioni di aiuto”.