EUROPA – Si fidano, ma non del tutto. Con gli adulti, genitori e insegnanti, gli adolescenti di Francia, Spagna, Belgio e Italia hanno un buon rapporto, ma quando si trovano nei guai preferiscono chiedere aiuto agli amici o a generici centri o servizi specialistici. Dei ‘grandi’ hanno “una percezione debole vedendoli poco autorevoli e, quindi, non come un punto di appoggio sicuro nelle situazioni di difficoltà”. A far emergere il dato è “Stop the violence”, indagine svolta dall’Isre (Istituto superiore di ricerca educativa), che è il punto di partenza di Povel, progetto transnazionale finanziato dalla Commissione europea. Acronimo di Prevention of violence trought education to legality (Prevenzione alla violenza attraverso l’educazione alla legalità), Povel ha visto lavorare fianco a fianco organizzazioni pubbliche e private di Italia, Belgio, Spagna e Francia, coordinate dal Cefal, ente di formazione del Movimento cristiano lavoratori (Mcl). Obiettivo di Povel è, coinvolgendo i giovani, promuovere stili di vita sani e azioni preventive in particolare sull’uso degli alcolici e della droga, nonché sulla violenza tra pari e quella connessa alle nuove tecnologie.
Quattro ambiti. Quattro gli ambiti considerati da ‘Stop the violence’: alcool, droga, bullismo e cyber-bullismo. La ricerca si basa sulle risposte di 696 adolescenti europei tra i 16 e i 17 anni frequentanti centri di formazione professionale e istituti tecnici o professionali. Il 47,7% ritiene molto soddisfacente il rapporto con i genitori, un ulteriore 35,6% lo considera soddisfacente. Quanto agli stili di vita: il 54% non fuma (78% in Belgio, 51% in Italia, 46% in Francia e 37% in Spagna) e l’80% non lavora perché studia o è in attesa di occupazione. Solo un 10% lavora in modo occasionale. Durante il week end, più della metà va a letto tra le 23 e l’una di notte. Il 43%, invece, ci va dopo le due di notte (in Spagna questa percentuale tocca il 78%).
Bullismo. Il 45% dei giovani intervistati ha buoni rapporti con i compagni di classe, abbastanza buoni nel 36%. Come pure, nel 81% dei casi, con docenti-educatori o tutor (58% molto soddisfatto; 23% moltissimo). Il 55,8% rileva che, nel luogo dove studia, talvolta si verificano atti di bullismo. In genere, si tratta di prese in giro (62%) o scherzi (38%). Il bullismo in aula riguarda il 41% dei casi. Rispetto ai maschi, le femmine affermano di essere poco ‘bulle’. Le reazioni più comuni dei compagni presenti o no alla violenza sono, per lo più, di divertimento (33%) o di negazione (31%). Un quarto degli intervistati sceglie, tuttavia, di ‘aiutare la vittima’.
Alcolici. Il 39% dichiara di bere quando esce con gli amici di sabato o domenica. Solo il 32% lo fa solo in occasioni speciali. Il 20% ammette di non bere mai. Il 69% brinda di sera e con coetanei (60%). In particolare, il 41,5% sceglie soft drink, il 41,5% birra, il 44,5% liquori e il 15,8% vino. Nel complesso, il 31% beve più di tre bicchieri. Quanto alla motivazione: divertirsi (50%), tirarsi su (27%), sentirsi bene (17%), essere meno inibito o vincere la timidezza (13%).
Droga. Il 26% ha fatto uso di droghe almeno una volta nella vita. La sostanza stupefacente più comune è la marijuana, seguita da cocaina (soprattutto in Italia) e droghe sintetiche. Non sniffano ogni giorno: il 17% ammette un uso piuttosto occasionale. Ma sono sollecitati a ‘farsi’ perché un amico spinge (60%) o incalza (56%). Se guardano alla loro cerchia di amici, il 4,7% non sa se gli altri si drogano, il 39,1% dichiara “nessuno”, il 36,3% ha meno della metà degli amici che fa uso di stupefacenti e il 19,5% più della metà. Degli effetti nocivi di droga e alcool il 23,7% non sa nulla, il 2,7% è convinto che non ve ne siano, il 60,30% che possono uccidere, 46,3% che causano malattie neurologiche, al cuore (49%) e all’apparato respiratorio (42,8). Una curiosità: il 70% dei ragazzini francesi ignora ogni genere di conseguenza.
Media. Il cellulare è sempre al top delle tecnologie preferite dagli under 18, che amano più inviare sms che parlare al telefono. Il 24% degli italiani e il 33% dei belgi ammette di usare il cellulare per almeno sette ore al giorno. Dietro gli sms vengono i video girati con il cellulare: il 56,3% li guarda da solo sullo smartphone, il 33,9% li manda agli amici. Chiude un 20% che non scatta foto né riprende immagini. La tv serve solo a guardare film (51%) o serie televisive (30%). Il 42,8% non legge nulla, meno che mai libri. Amano i videogame soprattutto se di azione. Ci gioca il 18% degli spagnoli, il 16% degli italiani, il 14% dei francesi e l’8% dei belgi. Il re dei media resta comunque Internet, con Facebook, YouTube, Google, Messenger e Wikipedia tra i siti più cliccati. L’81,7% ha un profilo sui social network. Il 33,5% non ricorre a restrizioni della privacy sui social. Chat e instant messaging sono comuni (56%). Il 47% afferma che in chat ha conosciuto persone nuove; 115 tra ragazzi e ragazze, sui social, hanno vissuto una brutta avventura oppure un’invasione della privacy e violenza psicologica.
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