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Fede 2.0, la nuova frontiera della condivisione

“E’ con gioia che mi unisco a voi. Vi benedico tutti di cuore”

Alla voce @Pontifex_it risponde quella di Benedetto XVI, approdato sul social network Twitter da qualche giorno, superando ben presto il milione di followers (seguaci). Ieri il primo attesissimo tweet del Papa, recitava così: “Cari amici, è con gioia che mi unisco a voi, grazie per la vostra generosa risposta, vi benedico di cuore”. Un evento di proporzioni globali, che ha destato l’interesse del mondo intero nessuno escluso, compresi i più scettici o contrari.

Nel lancio del suo primo “cinguettio” il Papa è stato chiaro, semplice e lineare. Nessun brano d’omelia, pezzo evangelico o sermone, ma piuttosto messaggi di gioia, amore e speranza in un’epoca grigia e tediosa come la nostra, sembrano rappresentare uno spiraglio di luce al quale aggrapparsi con entusiasmo e positività.  Il primo tweet resterà l’unico inviato personalmente da Benedetto XVI, mentre tutti gli altri saranno vagliati e curati da un nutrito gruppo scelto, che si occuperà di seguire l’account papale.

La cerimonia inaugurale è avvenuta al termine dell’udienza generale in aula Paolo VI e proiettata su maxi schermo tra gli applausi di ben 4500 astanti. Il Papa, supportato dai fidi collaboratori, Thaddeus Jones, del pontificio per le Comunicazioni sociali e Claire Diaz Otiz di Twitter, ha riposto personalmente a tre coppie di domande scelte tra quelle inviate provenienti da tre diversi continenti.

Nella fattispecie, ecco le domande poste al pontefice: «Come possiamo  vivere meglio l’Anno della fede nel nostro quotidiano?»;  la risposta non tarda ad arrivare: «Dialoga con Gesù nella preghiera, ascolta Gesù che ti parla nel Vangelo, incontra Gesù presente in chi ha bisogno». E ancora, «Come vivere la fede in Gesù Cristo in un mondo senza speranza?», il papa risponde: «Con la certezza che chi crede non è mai solo. Dio è la roccia sicura su cui costruire la vita e il suo amore è sempre fedele». Infine, «Come essere più portati alla preghiera quando siamo così occupati con le questioni del lavoro, della famiglia e del mondo?; la risposta di Benedetto XVI è quella di «Offrire ogni cosa che fai al Signore, chiedere il suo aiuto in ogni circostanza della vita quotidiana e ricordare che ti è sempre accanto.”

L’account papale vanta ben 8 lingue, tra cui inglese, italiano, tedesco, spagnolo, portoghese, polacco, francese e arabo. Una scelta coraggiosa quella della Chiesa, consapevole dell’importanza dei social network come fondamentali strumenti di comunicazione di massa. Del resto, era stato proprio il Papa ad affermare recentemente che “nella essenzialità di brevi messaggi, spesso non più lunghi di un versetto biblico, si possono esprimere pensieri profondi se ciascuno non trascura di coltivare la propria interiorità”. Twitter coi suoi 140 caratteri sembra prestarsi perfettamente allo scopo. L’entrata del Papa su Twitter ha permesso alla Chiesa di avvicinarsi ancor di più alla gente comune, almeno nella percezione dei fedeli più tecnologicamente alfabetizzati.  Per tutti gli altri, c’è sempre ‘L’Avvenire’, che in un articolo presenta una guida pratica all’uso di Twitter, rivolta ai numerosi sostenitori di Bendetto XVI interessati a seguire i “cinguettii” papali.

Non manca, tuttavia, l’ironia. In un hashtag dedicato in esclusiva al Papa (#faiunadomandaalpapa) c’è chi scherza dello sbarco Pontificio sul social, destando qualche polemica. Tuttavia, Benedetto XVI sembra non sottrarsi allo scherzo, dimostrando comunque di saper “stare al gioco”, sfoggiando il lato più umano della Chiesa Cattolica.

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Ilaria Mungo: