SAN BENEDETTO DEL TRONTO- Si terrà martedì 18 dicembre, alle ore 21,15 presso la Parrocchia di “San Filippo”, l’assemblea pubblica per presentare il potenziamento del sistema di raccolta differenziata “porta a porta” che prevede l’eliminazione dei cassonetti stradali utilizzati per la raccolta del secco non riciclabile nel quartiere San Filippo Neri. L’incontro, organizzato dall’Amministrazione comunale in collaborazione con PicenAmbiente e il Comitato di quartiere, intende far conoscere ai cittadini residenti la terza fase del progetto “Rifiuti zero“, ovvero il completamento del progetto di raccolta differenziata partito nel 2008 con la collocazione dei bidoni per la raccolta dell’umido. I residenti sono invitati a partecipare.
Per chiarire l’argomento vi ripropongo un mio vecchio articolo scritto per ilQuotidiano.it il 30 gennaio di quest’anno : Il progetto “Rifiuti Zero” è partito nel 2008. In quell’anno abbiamo assistito alla prima fase e cioè l’adozione dei bidoni per la raccolta dell’umido. Gradualmente si è passati alla fase 2, che ha visto l’inizio della raccolta porta a porta di carta e multi-materiali Da oggi si passa alla fase 3 la quale vedrà la drastica scomparsa dei cassonetti stradali verdi e bianchi. Si partirà da San Benedetto Sud, fino a coprire progressivamente l’intera città entro il 2012.
Perché? Ci risponde l’assessore all’ambiente Paolo Canducci: “Oggi la raccolta differenziata, nella provincia e nella nostra città, è del circa il 45%. Un grosso miglioramento rispetto al 21% del 2006, ma ancora al di sotto del limite di legge, che è fissato al 65%. Per raggiungere questo obiettivo bisogna convincere la metà della popolazione che non fa la raccolta differenziata a farla. Vedendo l’esempio di altri comuni, abbiamo capito che l’unico modo è l’eliminazione dei cassonetti, cosi che se il cittadino non vorrà tenere i rifiuti in casa sarà obbligato a differenziare. Però una cosa voglio evidenziare, per chi ha fatto sempre la raccolta differenziata, non cambierà nulla!”.
Ovviamente nelle parti turistiche della città, la raccolta si avvierà dopo la stagione estiva. Ogni tipologia di rifiuto avrà il suo sacchetto: in quello di carta andrà l’umido, in quelli gialli e azzurri i multi-materiali (carta, plastica, vetro..ecc..), mentre nel sacco nero andranno gli altri rifiuti non riciclabili, per i quali ci sarà il ritiro a domicilio due giorni alla settimana, secondo orari e modalità che verranno indicate successivamente in ogni quartiere o zona.
A fare la differenziata ci si guadagna in tutti i sensi. E’ si perché secondo delle stime, se si raggiungerà il 65/75% si potrà diminuire la Tarsu. Senza parlare del risparmio per il comune che sarà di circa 500mila euro. Viene da sorridere anche se si guarda agli aspetti meno veniali. La discarica di Ascoli grazie alla differenziata allungherà di molto la sua vita, senza contare poi il guadagno che ne trae l’ambiente stesso.
Per sensibilizzare e informare bene sull’importanza di questo progetto si terranno anche degli incontri nelle scuole. Per conoscere meglio le varie tipologie di rifiuti riciclabili e non, basta consultare l’ultimo numero del BUM (Bollettino Ufficiale Municipale) che da le relative spiegazioni.
Infine vi informiamo su tre aspetti: il primo riguarda l’ingrandimento dei bidoni per l’umido. Il secondo riguarda la sicurezza contro atti di inciviltà che prevede la nomina di “Guardie Ecologiche”, le quali all’inizio saranno apposte a scopo puremente informativo, ma nel caso di atti incivili continui faranno scattare delle sanzioni. E l’ultimo aspetto riguarda un punto debole della raccolta, e cioè i pannolini. Per essi verrà messo affianco al bidone dell’umido un piccolo bidone verde apposito.
“Ovviamente – conclude Canducci – terremo conto delle esigenze di tutti, per realizzare al meglio questo progetto che per il comune è a costo zero. Ci auguriamo che la provincia si applichi al più presto per far fronte a questa nuova realtà, visto che l’umido, ad oggi, lo dobbiamo portare fino a Forlì. Vorremmo che gli enti si occupassero di questo problema ampliando l’impianto di Ascoli Piceno e magari poi progettando un impianto di compostaggio, cosi da rendere il nostro territorio pulito e autosufficiente”.
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