Gli adulti guardino il presepe con gli occhi dei bambini. Il cardinale ha poi esortato a non abbandonare le tradizioni sostando davanti al presepe. “L’invito agli adulti – ha continuato il porporato – è di guardare i bambini che guardano il presepe perché i bambini hanno quegli atteggiamenti spontanei di stupore e di gioia che gli adulti, molte volte, si vergognano di manifestare”. Infatti, ha proseguito il cardinale, “la solitudine che accompagna la vita di ogni persona è innanzi tutto colmata, se la persona è credente, dalla presenza di Dio che nella grotta di Betlemme e nei nostri presepi si ripropone e si offre con tanta umiltà. “L’invito – ha detto ancora il porporato – è di sostare davanti al presepe delle nostre case, delle chiese, per risentire il calore di questa presenza” perché “nessuno è solo nel mondo”. L’arcivescovo ha poi esortato a “rinsaldare la compagnia tra gli uomini” per superare “le tante solitudini che ci sono, anche e soprattutto nella nostra città che sappiamo essere una città di persone avanti con gli anni”. “Mi auguro e auspico – ha concluso – che si possa, soprattutto in questi giorni, trovare uno sguardo di maggiore attenzione, una parola, uno sguardo, un gesto”. E che tale attenzione “non sia soltanto di un giorno o di un’ora ma possa continuare anche tutto l’anno”.