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VIDEO Gli Auguri del Vescovo Gervasio Gestori per il Santo Natale


DIOCESI – Gli auguri del Vescovo Gervasio Gestori inoltre cogliamo l’occasione per farvi i nostri auguri, come redazione, di un sereno e felice Natale.

Carissimi,
arrivano le Feste Natalizie e si sente dire che quello di quest’anno sarà un Natale di crisi. Lo dicono tutti e per molti purtroppo questo sarà vero. Crisi di che cosa?
Ho letto che su un muro della periferia di Milano è comparsa qualche mese fa una scritta inquietante: “Non c’è più il futuro di una volta”. Era lo sfogo di un adulto nostalgico? O il grido di un giovane più rassegnato che dubbioso? Rimane il fatto abbastanza pacifico che oggi il mondo, specialmente quello giovanile, vive una crisi di futuro.
Eppure i giovani del nostro tempo hanno molte più libertà di una volta e godono di molte più cose di un passato anche recente! Come è possibile questa situazione apparentemente contraddittoria?
La crisi, che sta colpendo pesantemente molte famiglie e che toglie un avvenire sereno a tanti giovani, è certamente un fatto preoccupante, ma non va vista nella sola dimensione economica, perché ogni crisi è sempre una carenza di civiltà. E’ questa l’altra crisi, veramente preoccupante più di quella economica, che brucia capitali di energie giovanili e che, è stato scritto, non asciuga solo i conti in banca di chi li possiede, ma asciuga le lacrime di una larga fascia di umanità, ormai prigioniera di un individualismo troppo triste, per guardare al futuro con ardore e con viva speranza.
Crisi di futuro. I nostri giovani non possono essere derubati del proprio domani, senza che gli adulti (genitori, insegnanti, politici, persone della Chiesa) si preoccupino seriamente di questo tremendo furto umano. Non possiamo permettere che una intera generazione sia privata del proprio avvenire.
Guardare oltre la crisi economica in atto e riprendere il dovere di trasmettere, a parole e con i fatti, il patrimonio della tradizione umana più valida e dei valori religiosi più profondi, sono una urgenza educativa, per nulla astratta, che deve coinvolgere le famiglie, la scuola, la società, la Chiesa. Ecco allora la domanda: “Oggi, riusciamo ad andare oltre l’offerta di una quantità di informazioni, pur interessanti, ma anche spesso deteriorabili, per collaborare concretamente nella libera crescita di persone ricche di umanità e di fede? Siamo ancora educatori appassionati e veri?”
Il Natale del Signore è l’effettiva e necessaria risposta a questa esigenza. Dio ci viene incontro a Betlemme, con la nascita da Maria del Figlio Gesù. Dio si fa uomo, perché l’uomo, ogni persona di ogni tempo, anche della nostra epoca, possa risalire la china delle proprie debolezze e riesca a guardare al proprio futuro con la sicurezza di non essere solo e con la possibilità di riuscire.

Il Bambino, nato a Betlemme 2000 anni fa, è una presenza tuttora vera e reale, è una amicizia forte e indispensabile, perché il nostro cammino possa coincidere con un progressivo processo di crescita, in quanto ci sentiamo consegnati al Dio fatto uomo.

Un Papa del quinto secolo, San Leone Magno, diceva ai fedeli di allora: “Riconosci, cristiano, la tua dignità. Ricordati chi è il tuo Capo e di quale Corpo sei membro!”. Quanta speranza in queste antiche parole! Quale fiducia in questa esortazione del passato! E come è ancora validissimo questo invito, che suona quasi come un imperativo, fondato su una certezza: Dio è con me.

Presento questa esortazione a tutti voi, carissimi, ed in maniera particolare mi rivolgo ai nostri giovani: “Riconoscete la vostra grandezza, abbiate la certezza che la fede in Cristo nulla toglie alla vostra umanità, e se anche vi sentite feriti o incerti, non temete! Il figlio di Maria, nato a Betlemme, è l’Onnipotente Figlio di Dio, che si è fatto uomo perché tutti noi riacquistassimo fiducia, serenità e pace vera! Gesù è il nostro futuro!”.

Dio ci sorride: ecco l’augurio, che nasce da una certezza impensabile ed inaspettata. Dio è venuto in mezzo a noi e vive con noi, è l’Emanuele.

“Dio abbia pietà di noi e ci benedica! Su di noi faccia splendere il suo volto!” (Salmo 67). Dio ci doni la sua pace!

Buon Natale e felice anno nuovo.

Redazione:

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  • La ringrazio a nome mio e della comunità parrocchiale della Gran Madre di Dio nel condividere insieme a Lei i nostri sentiti Auguri di un Buon Natale. Don Andrea.