Carissimi,
questa giornata del Santo Natale è per tutti noi, anche per quanti faticano a credere, ricca di emozioni, carica di ricordi, percorsa da nostalgie, bellissima, in una parola, è una giornata desiderata e amata. Fa parte della nostra vita.
Ma il brano evangelico appena proclamato sembra non concedere nulla alle tante emozioni di questo giorno ed ai molti sentimenti che impreziosiscono questa bellissima festa, anche se emozioni e sentimenti, condivisi nelle nostre famiglie, hanno una loro grande importanza umana e religiosa. E’ un racconto evangelico scarno, austero, rigoroso, dogmatico.
Diceva il Vangelo: “In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio”. Parole grandi e misteriose, che ci proiettano nell’infinità del mondo invisibile e che vogliono rispondere ad una domanda fondamentale: “Da dove viene il bambino Gesù? Quel bimbo nato a Betlemme da Maria e che oggi ricordiamo, quale origine possiede?”.
Ecco la risposta: egli viene dall’eternità, ha una origine infinita, discende dal Cielo, è Figlio di Dio. “Il Verbo si fece carne” e nasce a Betlemme, abitando in mezzo a noi.
Da dove viene Gesù? Era questa la domanda, che sarebbe stata posta direttamente a lui dal procuratore romano Ponzio Pilato durante il processo la mattina del venerdì santo, prima della condanna a morte di croce. “Da dove vieni tu?”. Quale è la vera natura di Gesù? E’ solo il falegname? E’ solo il figlio di Maria di Nazaret?
Quel Gesù che subirà la morte ha una origine, che va ben oltre la sua nascita a Betlemme: è disceso dal Cielo, era stato preannunziato dagli antichi profeti, venne per donare una parola di verità, per annunciare il perdono, per proclamare la libertà vera del cuore, per educare all’amore, per dirci che c’è una vita eterna e che lui ci aspetta in Cielo.
Ecco il suo messaggio! Ecco lo scopo della sua venuta tra noi dal mondo invisibile! Ed ecco la conseguenza umanamente rivoluzionaria ed impensabile: “a quanti l’hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio”. Questa è una possibilità enorme, impensabile umanamente, che arriva inaspettata come un dono, offerto gratuitamente a quanti credono in quel Bambino di Betlemme.
Diventare figli di Dio! Che cosa vuole dire? E questa possibilità ha a che fare con la nostra vita quotidiana?
La risposta non solo teorica, ma resa concreta dalla vita di milioni di persone, è quella da tutti desiderata e cercata: la speranza non sarà più un solo desiderio, le attese non rimarranno destinate alla delusione, c’è per tutti un futuro di gioia, di vita, di pace. La risposta è cantata dagli angeli nella notte santa di Betlemme: “E pace in terra agli uomini che Egli ama”.
Questo futuro ricco di amore già si realizza sulla terra per quanti crederanno ed avranno fiducia in lui, in quel bambino di Betlemme. La vita dei credenti cambia radicalmente.
Se dunque vogliamo diventare migliori, amare la vita, riprendere il cammino ricchi di fiducia e con un passo snello, guardando al nostro futuro con motivata serenità, il Natale ci domanda la fede, chiede a tutti noi una libera risposta di affidamento al Signore, siamo invitati a fidarci di questo fanciullo, debole e onnipotente.
La fede può trasformare profondamente la nostra vita. La fede rinnova tutta la nostra esistenza, permette di trascorrere le giornate in maniera diversa, è non solo uno sguardo nuovo sulle relazioni quotidiane, ma è una nuova vita che arriva a noi. Con la fede una rivoluzione spirituale investe tutta la persona e dona una nuova identità, quella di essere cristiani, figli di Dio, destinati alla eternità.
Allora viene spontaneo chiederci in questo giorno santo del Natale: “Come sta la tua fede? “ Perché, la tua vita sta come sta la tua fede. Se la tua fede è forte, libera, matura, allora anche la tua vita sarà serena, ricca di speranza, c capace di affrontare le prove senza demordere. Se invece il tuo credere è fragile, incoerente, incerto, anche la tua esistenza potrà sentirsi vuota, demotivata, insignificante.
Vedete come il Natale tocchi le dimensioni profonde del nostre vivere e come la fede abbia una fortissima rilevanza sulle nostre scelte quotidiane.
Allora auguro a tutti voi di cuore che questo Natale del Signore porti in ciascuno questa desiderata novità di esistenza.
+ Gervasio Gestori Vescovo