Sabato 29 si è tenuto a Montelparo il reading de Il Cardinal Montelparo, la commedia in due atti scritta da Filippo Cruciani. Oculista, professore aggregato di oftalmologia alla Sapienza di Roma con all’attivo numerose pubblicazioni di oculistica, per la sua attività di commediografo la F.I.T.A (Federazione Italiana Teatro Amatori) gli ha consegnato nel 2008 il premio Fitalia, destinato al migliore autore di testi teatrali.
Montelparese anche la colonna sonora: il maestro di pianoforte Luca Lupi ha scritto le musiche, tra cui un Pater Noster interpretato dal soprano Letizia Ferracuti.
Ambientata nella chiesa di Sant’Agostino a Roma, per la commedia è stata scelta come teatro l’omonima chiesa di Montelparo.
Il testo si snoda intorno alla figura del Cardinale Gregorio Petrocchini, passando attraverso l’affetto verso il natio Montelparo, il rapporto con il popolo e quello privilegiato con Papa Sisto V.
Nella Roma del VI secolo, la forca del boia lavora a ciclo continuo: Sisto V ha ingaggiato una feroce lotta contro il brigantaggio, tanto che ad un certo punto del suo pontificato il problema sembra risolto. Ma il brigante più sanguinario di tutti è libero; è Guercetto detto “lo spretato”, un frate che ha preso gli ordini e si è dichiarato re e vescovo dell’intera Sabina. Gregorio Petrocchini chiama allora nella capitale un suo compaesano, Iacumì de Frichetto’ (il montelparese Giuseppe Mariucci), cui spetterà organizzare un’imboscata al criminale.
Iacumì rappresenta le origini di Petrocchini e la celebrazione di Montelparo; un umile uomo del popolo, di cui ha tutta la genuinità: arriva a Roma per offrire il suo aiuto ma, catturato il Guercetto, supplica il suo signore di essere rimandato a casa perché stanco di questa città piena di cadaveri che penzolano dalla forca, «preti che non sono preti», «mignotte e ladri».
Sono molte le figure del popolo che si succedono sulla scena della rappresentazione: dalle prostitute al brigante, dal bambino cieco alla iettatrice.
Il rapporto con il popolo si estrinseca nel finale, con lo stesso Sisto V che ne veste i panni entrando in chiesa vestito da mendicante, amareggiato per i tanti condannati a morte; la conclusione è affidata al suo confessore, il mite Petrocchini: «Ego te absolvo».
Si conclude dunque con queste parole l’anno dedicato al Cardinal Montelpare, anno che ha ospitato una serie di eventi culminati il 5 maggio con la vista del Cardinale Angelo Comastri, Vicario generale di Sua Santità per lo Stato della Città del Vaticano, Arciprete della Basilica Papale di San Pietro in Vaticano e Presidente della Fabbrica di San Pietro.