Perché avvenimenti del genere non accadano più, o almeno vengano drasticamente ridotti si dovrebbe più spesso ricordare che la legge italiana consente alla madre di non riconoscere il bambino e di lasciarlo nell’ospedale dove è nato (DPR 396/2000, art. 30, comma 2) affinché sia assicurata l’assistenza e anche la sua tutela giuridica. Inoltre il nome della madre rimane per sempre segreto e nell’atto di nascita del bambino viene scritto “nato da donna che non consente di essere nominata”.
Da qualche anno poi in alcune città sono tornate in auge le “ruote degli esposti” col più moderno nome di “culle per la vita”. Anche questa struttura può aiutare le donne a rimanere nell’anonimato e a salvare la vita del proprio piccolo.
Nell’antichità infatti, anche in diversi contesti culturali, l’infanticidio e l’abbandono dei neonati era accettato moralmente e approvato legalmente. Tutto cambia con l’avvento del Cristianesimo e, possiamo dirlo senza timore di errore, con il culto di Gesù Bambino. Se infatti il Verbo di Dio si è fatti uomo ed è stato egli stesso un fanciullo, ogni bambino viene visto con una nuova luce e con una particolare dignità.
Ecco allora che l’imperatore Costantino sancisce nel 315 che una parte del fisco sia utilizzata per il soccorso degli infanti abbandonati e per i figli delle famiglie povere. Nel VI secolo poi l’imperatore d’oriente Giustiniano punirà l’abbandono paragonandolo all’infanticidio. In entrambi i casi si può parlare di un positivo influsso della legge evangelica sulla legge dello stato
Si deve all’arciprete milanese Dateo la nascita del primo brefotrofio, luogo dove si accolgono e si allevano i bambini abbandonati, nell’anno 787 proprio nella sua città.
La ruota degli esposti, antenata della moderna culla per la vita, nasce in Francia e circa 10 anni dopo, nel 1198, ne viene creata una a Roma ad opera di Papa Innocenzo III nell’ospedale di Santo Spirito in Sassia. Essa è ancora visibile agli occhi dei curiosi e dei turisti.
Per motivi soprattutto di natura economica le ruote degli esposti vennero abolite nel periodo a cavallo fra il risorgimento e il regime fascista.
Da qualche anno sono tornate a comparire in Italia e possono essere ancora oggi un valido strumento per salvare molte vite che magari altrimenti non avrebbero alcuna speranza.
Ulteriori notizie e la mappa completa con tutte le città dove presenti le “culle per la vita” si possono trovare sul sito www.culleperlavita.it