Foto racconto della Nascita di Nostro Signore Gesù Cristo
COLONNELLA – Domenica 6 gennaio scorso, si è svolto l’ormai tradizionale appuntamento con il Presepe vivente di Colonnella, giunto quest’anno alla sua 35° edizione.
Raggiungiamo il centro storico all’imbrunire. Piazza del Popolo gremita di gente riunita in attesa dell’evento, che da lì a breve sarebbe iniziato. Una vecchia befana, un po’ buffa e dai modi cortesi, invita i bambini, accorsi all’evento, a radunarsi in cerchio attorno a lei. La vecchina estrae dalla sua grossa calza dolci d’ogni tipo, da distribuire ai piccini, non prima che questi abbiamo risposto alla fatidica domanda: “Sei stato buono quest’anno?”; “Ovvio, che sì!” – rispondono in coro i bimbi.
Nel frattempo, la Piazza si è riempita di tutti quei personaggi, che andranno a comporre il Presepe. Deliziosi bambini infagottati in groppa a degli asinelli mansueti, giovani uomini al galoppo di pigri ronzini ed eleganti stalloni cavalcati da fieri condottieri romani. Una curiosa sfilata di personaggi s’adunava in Piazza del Popolo, mentre la voce all’altoparlante comandava loro di prendere posto.
Il chiacchiericcio generale della Piazza è improvvisamente smorzato dal tonare di una voce, che preannuncia lo spettacolo, che di lì a poco avremmo avuto l’occasione di godere.
Gli uomini della protezione civile creano un cordone al quale è difficile sfuggire. La folla impaziente entra a gruppi da cinquanta. I bambini, accompagnati dai loro genitori, sono invitati a saltare la fila, causando qualche polemica.
Dopo circa mezz’ora riusciamo ad entrare. Saliamo la lunga scalinata, che da Piazza del Popolo porta in cima al vecchio incasato.
Siamo a Nàzaret in casa di Maria. L’angelo Gabriele, mandato da Dio, annuncia alla Vergine la liete novella.
L’angelo entrò in casa e le disse: “Ti saluto, Maria! Il Signore è con te: egli ti ha colmata di grazia”. (Luca, 1:28); allora Maria disse: “Eccomi, sono la serva del Signore. Dio faccia con me come ti hai detto”. (Luca, 1:38)
Ricevuto lo Spirito Santo, Maria si reca in Giudea da sua cugina Elisabetta. Ora, ci troviamo a casa di Zaccaria. Maria rimane con sua cugina per circa tre mesi, fin quando ella non partorì suo figlio Giovanni, il futuro Battista.
Lasciamo le due donne e immergiamoci nell’atmosfera del tempo. Un susseguirsi di scene di vita quotidiana riprodotte fedelmente. Di notevole pregio il confezionamento dei costumi, la fedele ricostruzione degli ambienti, nonché la scelta dei personaggi.
Gli allegri fornai, il conciatore di pelli, il pastorello che governa il gregge, il ciabattino operoso.
I commercianti di stoffe, quelli di terracotta e i vasai, allestiscono un colorato mercato secondo la moda del tempo.
Lo scriba e i piccoli scolari si dilettano nella composizione di testi a lume di candela.
Un tradizionale pasto in famiglia. “Cosa mangiate?” – chiediamo. “Pasta e fagioli!” – tuona uno dei commensali.
Sulla strada per Betlemme incontriamo i censori. Su due grossi libri raccolgono le firme di tutti coloro desiderosi di lasciare un’impronta di sé. E, così, mamme, bambini e anche papà, si divertono a deporre il proprio autografo su quei libroni.
In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando era governatore della Siria Quirino. Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città. Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nàzaret e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta. (Luca, 2:1-7)
Il censimento fu il primo disposto dal governatore Quirino su ordine dell’imperatore Augusto nelle province di Siria e Giudea.
Poco più in là dei censori, incontriamo Maria e Giuseppe al riparo in una mangiatoia.
Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c’era posto per loro nell’albergo (Luca, cap. 2:1-7)
Osserviamo, ora, la maestosità del cammello nel recinto, vero punto di forza del Presepe. Lo stesso cammello che aveva trasportato Maria nel viaggio da Nàzaret a Betlemme.
Una carezza all’animale e tappa al ‘punto ristoro’. Deliziosi biscotti al limone fatti a mano da inzuppare nel the caldo o vino cotto, gentilmente offerti dalle massaie in loco.
Muovendoci ancora ritroviamo quei personaggi cari alla tradizione come il fabbro, l’arrotino, le massaie operose, laboriose lavandaie all’opera tra drappi, panni e stoffe. Una bottega artigiana carica di pentole e utensili in rame, venditori, falegnami e cestai. Il biscazziere e i suoi dadi.
L’imperatore Ottaviano Augusto, al cospetto della sua corte di ancelle e legionari, gode di uno spettacolo tra gladiatori.
Scene di semplice convivialità famigliare: donne, bambini che giocano e uomini al tavolo che bevono e ridono.
I ladroni che tentano di contrattare la loro libertà col carceriere. Uno di essi tenta la fuga. Prontamente uno spettatore partecipa alla scena. Riacciuffa il prigioniero e lo consegna nella mani del carceriere.
L’angolo della magia. L’astrologus, il chiromante e i suoi tarocchi. La gente pone quesiti di ogni tipo: “Com’è l’amore? E i soldi?”. L’astrologo sorride sempre e regala pronostici favorevoli a tutti; tranne che per una domanda: “Com’è l’Inter quest’anno? Lo vince ‘sto scudetto?”. Il mago guarda nella sfera di cristallo e storce la bocca. La domanda non troverà esito positivo… Stavolta!
Ma la vera magia la troviamo non appena abbandoniamo l’astrologo, scendendo leggermente il costone. Di fronte a noi si erge lo spettacolo dello skyline della civita. Un’emozione indescrivibile a parole. Osserviamo i pastori e i loro mansueti ronzini sulla strada per Betlemme, pronti ad adorare il Bambin Gesù.
In quella stessa regione c’erano anche dei pastori. Essi passavano la notte all’aperto per fare la guardia la loro gregge. (Luca, 2:8) […] Intanto i pastori dicevano agli altri: “Andiamo fino a Betlemme per vedere quello che è accaduto e che il Signore ci ha fatto sapere”. (Luca, 2:15)
I sottofondi musicali mistici e contemplativi, fanno da accompagnamento al crescendo emotivo, che mano a mano la Natività ci suggerisce.
Attorno ad un altare danzano delle graziose vestali, che agitano in maniera propiziatoria ramoscelli d’olivo all’aria.
Troviamo Erode circondato dalle guardie e dalle sue meretrici.
Gesù nacque a Betlemme (…) al tempo di re Erode.
Dopo la sua nascita, arrivarono a Gerusalemme alcuni uomini sapienti che venivano dall’Oriente e domandarono: “Dove si trova quel bambino . nato da poco, il re dei giudei?”In Oriente abbiamo visto apparire la stella e siamo qui venuti per onorarlo”.
Allora il re Erode chiamò in segreto quei sapienti venuti da lontano (…) e li mandò a Betelemme
[…] Essi partirono. (…) La stella si muoveva davanti a loro fino a quando non arrivò sopra la casa dove si trovava il bambino: là si fermò. Essi entrarono in quella casa e videro il bambino e sua madre, Maria. Si inginocchiarono e adorarono il bambino. Poi aprirono i bagagli e gli offrirono regali: oro, incenso e mirra. (Matteo, 2:1-11)
Il nostra viaggio termina con l’arrivo in una mangiatoia a Betlemme. La stella cometa sovrasta la casa di Gesù. La folla si è riunita per ammirare il Bambino. Un grazioso frugoletto avvolto da una calda coperta e dall’amore di Maria e Giuseppe. I Re Magi, attorno alla famigliola, sono giunti a testimoniare e rendere omaggio al Salvatore, recanti in dono oro, incenso e mirra.