REGIONE MARCHE – La Giunta Regionale, nella seduta del 14 gennaio, ha esaminato la proposta di una nuova legge per il governo del territorio, presentata dall’assessore all’Urbanistica Luigi Viventi, destinata a superare l’ormai datata legge regionale che risale al 1992, oltre vent’anni fa. “Abbiamo dunque mantenuto – afferma Viventi – la promessa di dare un avvio concreto all’iter per l’elaborazione del nuovo testo entro l’inizio di quest’anno”.
La Giunta, nel valutare positivamente la proposta, ha dato mandato alla struttura regionale di avviare la consultazione dei soggetti interessati alla tematica, per recepire utili indicazioni prima dell’avvio della discussione consiliare.
Il testo affronta un insieme di temi complessi, nell’ottica della semplificazione, abrogando tre leggi regionali oggi vigenti e le relative leggi di modifica. Oltre ad allineare la Regione Marche allo stato della legislazione ormai condiviso da quasi tutte le Regioni italiane, intende rispondere ad alcune specifiche esigenze del territorio marchigiano, che negli ultimi anni ha subito trasformazioni notevoli caratterizzate da fenomeni come dispersione urbana, integrazione degli insediamenti e formazione di veri e propri sistemi urbani.
Il disposto normativo si basa su alcuni elementi fondamentali, quali il ruolo di regia della Regione nella elaborazione delle strategie generali per il governo del territorio, la suddivisione di quest’ultimo in zone di area vasta, lo snellimento delle procedure di pianificazione urbanistica a livello comunale. Il testo ribadisce inoltre i concetti fondamentali già affermati con la L22/2011: costruire sul costruito, perequazione e compensazione. Si riafferma inoltre lo strumento operativo del Poru, attraverso cui il Comune definisce un coerente disegno urbano finalizzato a migliorare la qualità della città e del paesaggio, limitando l’ulteriore urbanizzazione del territorio, nonché a incrementare le prestazioni ecologico-ambientali ed energetiche degli insediamenti.
La legge supera il vecchio PRG e introduce il Piano strutturale intercomunale (PISI), un’innovazione che potrà diventare un riferimento anche a livello nazionale. Il piano intercomunale, da costruire e approvare in un’ottica di co-pianificazione, ovvero condivisione e perequazione tra gli enti locali, sarà elaborato da tutti gli enti concorrenti nella responsabilità territoriale. Sarà un piano di indirizzi e di strategie, un vero e proprio masterplan che descrive e fissa la struttura portante del territorio di interesse, rifiutando esplicitamente ogni definizione di dettaglio edilizio e fissando le regole del governo del territorio per tutti i Comuni compresi nell’ambito di pianificazione . Lo strumento di governo di tutte le trasformazioni che non coinvolgono la scala territoriale più ampia, che potrà essere implementato dai piani attuativi o dagli interventi edilizi diretti, sarà il Piano operativo comunale (POC), approvato dal solo Comune, da realizzare di norma nei cinque anni di durata di un mandato amministrativo comunale.