Di Riccardo tratto dal Settimanale l’Ancora n. 2

VANGELO – Poiché molti han posto mano a stendere un racconto degli avvenimenti successi tra di noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni fin da principio e divennero ministri della parola, così ho deciso anch’io di fare ricerche accurate su ogni circostanza fin dagli inizi e di scriverne per te un resoconto ordinato, illustre Teòfilo, perché ti possa rendere conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto.
Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito Santo e la sua fama si diffuse in tutta la regione.
Insegnava nelle loro sinagoghe e tutti ne facevano grandi lodi.
Si recò a Nazaret, dove era stato allevato; ed entrò, secondo il suo solito, di sabato nella sinagoga e si alzò a leggere.
Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo trovò il passo dove era scritto: Lo
Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi, e predicare un anno di grazia del Signore.
Poi arrotolò il volume, lo consegnò all’inserviente e sedette.
Gli occhi di tutti nella sinagoga stavano fissi sopra di Lui.
Allora cominciò a dire: “Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi”. (LuCa 1,1-4 ; 4,14-21)

Commento al Vangelo: Ogni uomo, ognuno di noi, può essere questo Teòfilo, questo amico di Dio, Teòfilo infatti significa proprio questo: amico di Dio.
Ognuno di noi può ritenersi il destinatario di questa ricerca, di questo resoconto accurato e fedele ai fatti che Luca descrive.
Luca ci scrive, per farci rendere conto della solidità su cui poggiano gli insegnamenti cristiani da noi ricevuti. Egli vuole incoraggiarci nella nostra sequela al Cristo, dimostrando con accuratezza quale é il Suo insegnamento e quanta forza e fiducia e pace possiamo ricavare dal conoscere e seguire la sua Parola.
Poiché non esiste fede senza sottomissione alla Parola; e non ci si può dire Cristiani se non si é discepoli.
Luca ci presenta, in questo brano l’inizio della missione di Gesù, di come egli rispettoso delle liturgie del suo popolo, si presenta di sabato alla Sinagoga e compie il suo ufficio, di ebreo adulto, di leggere un brano della S. Scrittura (Vecchio
Testamento).
Egli legge un brano del profeta Isaia che (guarda caso) profetizza sulla venuta
del Messia; Gesù manifestandosi come Messia, applica a se stesso questa profezia, con una dichiarazione di una forza dirompente: “Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi”.
Egli dichiara la concretezza della sua missione annunciando ai poveri che ciò che hanno udito dagli angeli la notte di Natale si sta concretizzando: é nato per voi un
Salvatore (Luca 2,11), egli vi renderà ricchi dell’amore di Dio, che vi tratterà, non come reietti, ma come figli prediletti, che più di tutti potranno (se vorranno) sentire l’afflato dell’affetto divino.
Ai prigionieri annuncia quella liberazione che solo la fede nel Cristo Gesù riesce a dare, liberazione dal peccato e dalle sue strutture, liberazione dall’idolatria, dal legalismo e da tutto ciò che impedisce di poter chiamare Dio: Abbà, Padre. Ai ciechi ridona la vista (anche fisicamente) liberandoli dalla oscurità (i popoli che vivevano nelle tenebre hanno visto una grande luce…)(Isaia 9,1) affinché
possano finalmente vedere la grandezza dell’amore di Dio e possano ritrovare la strada che li condurrà verso il Regno dei cieli.
Dona agli oppressi la libertà dei figli di Dio, perché non abbiano timore di una legge, di un codice di prescrizioni, ma siano sotto una legge che come dice Gesù: é un peso leggero, un giogo soave, una legge che salva e non una legge che condanna.
Perché tutti noi conoscendo la legge dell’amore di Dio, possiamo guidati dallo Spirito, cantare nel nostro cuore: LA LEGGE DEL SIGNORE È PERFETTA, RINFRANCA L’ANIMA.

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