Mercato dinamico. Questa prima relazione congiunta Oedt-Europol, mentre traccia il quadro della produzione, commercio, spaccio e consumo di droghe, insiste molto sulle politiche e le azioni di contrasto, sulla necessità di più strette collaborazioni tra le autorità a livello transfrontaliero, senza trascurare il versante educativo e preventivo. “Il mercato di tali sostanze risulta sempre più dinamico, innovativo, reattivo alle sfide, e richiede risposte altrettanto dinamiche e solerti a livello europeo”, insiste Malmström. Le droghe continuano a essere una “minaccia per la nostra salute e per la società nel suo complesso” e “alimentano la criminalità organizzata”. “Occorrono risposte che vadano oltre i confini nazionali”. Ed eventuali forme di liberalizzazione o deregulation – specifica la commissaria svedese – non porterebbero vantaggi sostanziali. La presentazione della relazione (Bruxelles, 31 gennaio) evidenzia posizioni convergenti tra le due agenzie Ue e la Commissione. Cecilia Malmström afferma: “I gruppi criminali organizzati sono più propensi a trafficare contemporaneamente molteplici sostanze stupefacenti e tendono a coalizzarsi. Il traffico di droghe si diversifica, sia per la complessità delle rotte, sia per i tipi di droghe che transitano. Questa evoluzione esige una maggiore cooperazione” in ambito comunitario. “Le misure predisposte a livello nazionale, per quanto energiche, non sono più sufficienti”. Fra gli esempi portati dalla commissaria svedese, emerge che lo scorso anno nell’Ue sono state consumate 2.500 tonnellate di cannabis, per un valore economico stimato tra 18 e 30 miliardi di euro. “È chiaro che qui si profilano affari giganteschi” per la criminalità europea, che si sta alleando con altre mafie e cartelli messicani e sudamericani, coinvolgendo in questi traffici illeciti anche alcuni Paesi africani.
Affari criminali. “Il traffico di stupefacenti rimane la principale attività della maggioranza dei gruppi criminali organizzati”, commenta Rob Wainwright, direttore di Europol. “Questi ultimi si adattano alle nuove opportunità e ai mutati metodi e canali di contrabbando per eludere i controlli, avvalendosi sempre più di mezzi leciti di trasporto commerciale quali container, aerei, corrieri e servizi postali. In questo modo le droghe transitano attraverso numerosi punti di passaggio e sono più difficili da intercettare”. Ugualmente Internet “svolge un importante ruolo di favoreggiamento ed è comunemente usato per lo spaccio e la vendita di stupefacenti”. Per Wainwright “bisogna far comprendere ai giovani che non è ‘figo’, non è ‘ganzo’ drogarsi”. Il direttore di Europol non rinuncia a espressioni eloquenti per riassumere le sue preoccupazioni in merito al crescente diffondersi degli stupefacenti. “Siamo di fronte a un mercato che riguarda milioni di cittadini”, con l’uso esponenziale di sostanze “che intaccano la salute, che destabilizzano la società, che fanno fare grossi affari alla criminalità organizzata”, la quale, anche in ragione di tutto questo, “si rafforza e alimenta altri gravi reati”, come la tratta, la prostituzione, il riciclaggio di denaro.
Azioni di contrasto. “È cambiato il mondo in dieci anni, la gente ha acquisito nuove abitudini, come ad esempio una sempre maggiore mobilità. Queste tendenze influiscono sul mercato delle droghe”. E si registrano atteggiamenti per certi versi più permissivi, magari con la complicità di ambienti riservati ai giovani: “Gli sballi legali stanno prendendo piede; fumare spinelli è diventato un atteggiamento diffusissimo”. Wolfgang Götz, direttore dell’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze, espone una serie di dati sul mercato di droghe di vecchio e nuovo tipo, quindi osserva: “L’Ue è un’importante regione produttrice di droghe sintetiche e, in misura crescente, di cannabis”. “Sta prendendo piede la tendenza a produrre droghe illecite nelle vicinanze dei potenziali mercati di consumo”, anche mediante postazioni mobili montate nel retro di camion, “dove è meno probabile che vengano intercettate”. Questa “evoluzione ci costa sempre più salata in termini di sicurezza collettiva, salute pubblica e onere imposto alle già limitate risorse di polizia”. La relazione Oedt-Europol ora passa all’analisi degli esperti e dei ministri Ue per eventuali decisioni in materia di contrasto, con cooperazioni più strette tra autorità e organismi nazionali ed europei.