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Diamo voce al nostro futuro: pensieri, idee e desideri di Simone Troli

Per la nostra serie di interviste ai rappresentanti degli istituti scolastici della diocesi diamo la parola a Simone Troli, rappresentante dell’IISS Fazzini/Mercantini di Grottammare.

Precedentemente abbiamo intervistato:
Davide Lazzari
, rappresentante dell’IPSIA
Guido Benigni, rappresentante del Liceo Scientifico di San Benedetto del Tronto.
Valerio Pignotti, Andrea Valori e Michela Fazzini dell’IPSSAR di San Benedetto.
clicca qui per leggere le interviste precedenti.

 

Come vivi il tuo ruolo di rappresentante d’istituto? Che cosa significa per te?
Ormai è un anno e mezzo che sono rappresentante di istituto all’interno della mia scuola, vivo questo ruolo con molto sacrificio: sono una persona che si lascia prendere troppo dai suoi incarichi e purtroppo sono anche un perfezionista bello e buono. Cerchiamo, io, Davide e Mattia (è giusto citare anche loro due) di dare sempre il meglio e soprattutto ascoltare le lamentele, le idee e i pensieri degli studenti perché noi li rappresentiamo e siamo quindi la voce del “popolo” scolastico. Questo è sempre stato un punto imprescindibile. Per me comunque significa tanto, perché mi fa stare a contatto con tante persone e realtà differenti. È un ruolo che ti educa e ti aiuta a crescere, se svolto al meglio.

Relativamente alla protesta studentesca, cosa avete fatto come istituto?
Durante la protesta studentesca abbiamo seguito una linea diversa da alcune scuole, noi rappresentanti abbiamo deciso di concentrarci sulla situazione italiana della scuola e non su quella interna all’istituto, riguardo alla quale non abbiamo motivi particolarmente seri per protestare. Perciò siamo stati (come altre scuole) contrari all’occupazione per motivi legati all’edilizia scolastica o per eventuali problemi con il dirigente scolastico. Abbiamo fatto due assemblee permanenti per sensibilizzare gli studenti, incontri con esterni, lezioni sui movimenti studenteschi, abbiamo proiettato film come “Diaz” e ”Fragole e sangue”, organizzato un incontro con i ragazzi di Robin Hood e Rete degli studenti medi, che ringrazio.

Che risultati avete ottenuto? Ne siete soddisfatti?
Abbiamo messo alla prova i nostri amici, volevamo vedere chi realmente all’interno della scuola era interessato alla protesta, alla situazione scolastica italiana e che idee avevano, quali erano le loro ideologie e pensieri, se erano realmente informati sui fatti. Ovviamente ci sono stati battibecchi generali per la nostra linea guida, ma alla fine abbiamo sempre trovato punti di incontro e ne sono felice. Sono contento di come si è comportata la nostra scuola e che i ragazzi abbiano (o quasi) capito le nostre motivazioni, perché in fondo siamo stati coerenti sin dall’inizio: protestare per la situazione italiana e non per motivi interni.

Credi che sia ancora necessaria l’azione di protesta studentesca? Cosa è ancora necessario chiedere?
La protesta è partita bene, ma è stata gestita male. Doveva esserci più unione tra noi rappresentanti ed era necessario seguire tutti la stessa linea guida. Purtroppo ciò è un’utopia: una scuola ha 300 studenti in media e se tutti spingono per una soluzione, i rappresentanti non devono far altro che seguire ciò che vogliono i loro studenti. Non è stato possibile quindi fare una protesta unita, ma ci siamo andati vicino e devo ringraziare tutti i rappresentanti che hanno collaborato assieme per far ciò.
Secondo me sì, l’azione di protesta è ancora necessaria, ma solo se è unita e condivisa da tutte le forze di un istituto: gli studenti, il personale, i docenti, perché il problema è di tutti, non solo nostro. Alla scuola mancano fondi e servizi, ed inoltre è ormai di vecchio stampo, è obsoleta, ci sono professori giovani e motivati che non trovano lavoro e che secondo me sono la vera forza per migliorarla, mentre gli studenti, a quanto vedo, non sono più motivati. Insomma bisogna chiedere una “rivoluzione” del sistema scolastico.

Come vedi il futuro? Che cambiamenti speri di vedere nella società e nel mondo della scuola?
Eh…non voglio essere pessimista, ma finché la classe politica penserà a se stessa e non ai propri cittadini, non credo in un miglioramento. Comunque sperare non fa male a nessuno, quindi spero in un cambio della politica italiana in una politica sana, pulita e funzionante – è forse un sogno irrealizzabile? Bisognerebbe dare spazio ai giovani in politica e soprattutto affidare i ministeri a persone competenti nel settore e non al primo che capita, come è successo negli ultimi anni.

Nella scuola italiana secondo me, ma sono solo idee personali, sarebbe il caso di rendere l’università accessibile a tutti, togliendo il numero chiuso e poi anche aumentare la durata delle scuole medie: i ragazzi che escono dalla terza media sono troppi immaturi per scegliere la scuola adatta a loro e non possono seguire dei consigli da parte di professori che solitamente neanche li conoscono bene e non conoscono la loro situazione. Quindi si potrebbe pensare a qualcosa come 5 anni di scuole medie e a seguire 3 anni di superiori con indirizzi specifici. Ripeto, queste sono mie idee, che siano sbagliate o no, io la penso così.

Hai un sogno per il tuo futuro?
Ho diversi sogni, tutti ce li hanno. Finita la scuola mi iscriverò ad architettura, cosa che dico da sempre, e spero di diventare architetto e soprattutto di trovare lavoro in Italia. Poi desidero anche seguire la mia passione per il fumetto e magari riuscire a pubblicare.

Quali sono gli ideali che guidano le tue scelte?
Non c’è un ideale specifico che le mie scelte seguono, scelgo ogni volta in base alla mia logica, a quello che sembra giusto per me in quel momento. Se poi devo nominare un ideale, dico la giustizia: vedo tante ingiustizie intorno a noi, tanto che ormai ne ho la nausea; cerco sempre di essere giusto.

Sei credente? Come vivi la fede?
Io sono un ateo agnostico, ho una mia idea, ma  ovviamente rispetto tutte le religioni.