“Potenziare i servizi sanitari di emergenza territoriale rappresenta la base su cui costruire un nuovo modello di sanità. Un’organizzazione che guardi alla qualità delle prestazioni e non alla sola ubicazione delle strutture ospedaliere”. Lo afferma l’assessore regionale alla Salute, Almerino Mezzolani, che interviene in merito alla questione affrontata Lunedì 4 Febbraio nel corso della seduta settimanale della Giunta regionale. L’esecutivo ha continuato la discussione avviata sul riordino del sistema sanitario, senza assumere atti deliberativi. “I cittadini chiedono servizi efficienti che vanno garantiti soprattutto in una delicata fase di crisi economica e finanziaria come quella che stiamo vivendo. Pesantissimi tagli nei trasferimenti statali graveranno già nel 2013 sul bilancio della Regione e sulla capacità di risposta dell’intero sistema sanitario. Alzare barricate non rappresenta la soluzione difensiva migliore. La soluzione passa attraverso una razionalizzazione delle strutture ospedaliere e la loro messa in rete per esaltare le peculiarità, senza ridondare le duplicazioni e le inefficienze. Un percorso impegnativo che avrà maggiore successo se sarà condiviso con i territori e con gli operatori. Un primo, significativo passo, è stato compiuto ieri dalla Giunta regionale che ha discusso sulla definizione di una Rete unica del 118, gestita dall’Asur, e su una nuova distribuzione del sistema mobile di intervento in emergenza che copra tutto il territorio marchigiano e superi le frammentazioni ancora esistenti. L’Asur definirà questo nuovo modello operativo, nella logica di razionalizzare i servizi e di assicurare una presenza medica qualificata in ogni punto della regione. Non solo una diversa distribuzione territoriale, ma una vera e propria integrazione di mezzi, competenze e professionalità che consenta una capacità di risposta puntuale e omogenea dove e quando richiesto dai cittadini. Il Piano, in avanzata fase di definizione, è ispirato a un modello di assistenza delocalizzato, in grado di garantire il collegamento in rete di tutte le strutture ospedaliere e territoriali ovunque posizionate sul territorio marchigiano, compreso il domicilio e la residenzialità del paziente. La logica è quella di portare i servizi alle persone, senza costringere le persone a cercare i servizi di cui hanno bisogno. La rete unica ed efficiente di trasporti sanitari e di emergenza che stiamo costruendo porterà ogni paziente nella sede giusta e nel tempo giusto, agevolando la riqualificazione dei piccoli ospedali nelle funzioni più congeniali di lungodegenza. Questa rappresenta la prima fase della riforma che vogliamo realizzare. Seguirà poi quella della riorganizzazione ospedaliera. Ogni anticipazioni e ogni lista degli ospedali da riconvertire, pertanto, è prematura, perché sarà al centro del dibattito solo a partire dalle prossime settimane”.
0 commenti