DIOCESI – Mercoledì 13 Febbraio inizia la Quaresima invitiamo tutti a leggere e a stampare il sussidio clicca sulla scritta Oratorio.
Il primo incontro organizzato dalla Pastorale Famigliare si terrà il 24 Febbraio presso il Biancoazzurro dalle 9.30 alle 17.30, sarà tenuto dal Prof. Ezio Aceti e sarà rivolto ai giovani fidanzati sul tema Amore vero e fecondo tra la coppia, per una educazione alla reciprocità”
Pubblichiamo qui di seguito invece le parole del Vescovo Gervasio Gestori
Carissimi,
la Quaresima che vogliamo vivere si inserisce nell’Anno della fede, proclamato dal papa Benedetto XVI con la Lettera Apostolica Porta fidei, per il periodo novembre 2012 – novembre 2013.
Le motivazioni che hanno suggerito questa decisione sono molteplici, ma è evidente a tutti noi la necessità urgente di riflettere sulla fede, sia per la diffusa mentalità sempre più lontana dal retto credere, sia per il bisogno di dare un più forte impulso alla vita religiosa dei credenti.
Se in questo nostro tempo c’è crisi di fede, lo si dice da parte di molti, tuttavia per questo non ci deve essere crisi di annuncio della fede, cioè di evangelizzazione. Come pure, se oggi c’è una pesante crisi economica, che fortemente colpisce tante nostre famiglie, tuttavia non devono assolutamente andare in crisi la concreta solidarietà e una intelligente carità.
Questo stretto rapporto tra fede e carità è anche il tema del Messaggio di Benedetto XVI per la Quaresima, che ha per titolo: Credere nella carità suscita carità.
Vorrei allora presentare alcuni contenuti di questo documento pontificio per poter vivere il prezioso tempo quaresimale con una fede più motivata e con una carità più generosa.
La priorità alla fede, il primato alla carità.
L’affermazione del Papa nasce dal fatto che la fede è la risposta all’amore di Dio per noi e che “all’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte” (Deus caritas est, 1).
La fede è dono di Dio che ci precede ed insieme è risposta dell’uomo. La fede ci fa conoscere la verità di Cristo come Amore e ci invita a guardare al futuro con speranza, nell’attesa fiduciosa che la vittoria dell’amore di Cristo giunga alla sua pienezza in tutti noi.
“Il rapporto che esiste tra queste due virtù (fede e carità) – scrive il Papa – è analogo a quello che esiste tra due sacramenti fondamentali della Chiesa: il Battesimo e l’Eucaristia.
Il Battesimo (sacramentum fidei) precede l’Eucaristia (sacramentum caritatis), ma è orientato ad essa, che costituisce la pienezza del cammino cristiano. In modo analogo, la fede precede la carità, ma si rivela genuina solo se è coronata da essa.
Tutto parte dall’umile accoglienza della fede (il sapersi amati da Dio), ma deve giungere alla verità della carità (il saper amare Dio e il prossimo)”.
Dunque, io credo che Dio mi ama, perché mi viene incontro, e di conseguenza io devo amare Lui ed il prossimo. L’indissolubile intreccio tra fede e carità.
Il Papa afferma che non è mai possibile separare o, addirittura, opporre fede e carità, perché queste due virtù teologali sono intimamente unite.
Chi mettesse troppo l’accento sulla priorità della fede, potrebbe ridurre le opere della carità a generico umanitarismo, cadendo in un fideismo astratto, e chi dovesse sostenere un’esagerata supremazia della carità, potrebbe pensare che le sue opere sostituiscano la fede, cadendo in un attivismo moralistico.
Occorre coniugare contemplazione e azione, simboleggiate dalle due figure evangeliche di Maria e Marta.
L’esistenza cristiana comporta un continuo salire al monte dell’incontro con Dio mediante la fede che ascolta la sua Parola, per poi ridiscendere con un amore rinnovato per servire con maggiore zelo i fratelli e le sorelle.
Una fede senza opere è come un albero senza frutti.
In questo servizio del prossimo sarà importante non dimenticare che massima opera di carità è l’evangelizzazione, cioè il servizio della Parola per aiutare a credere.
3. Che cosa fare nella Quaresima dell’anno della fede?
Per una più intensa vita di fede il Papa doverosamente ci richiama le tradizionali indicazione della vita cristiana.
Innanzitutto ricorda un ascolto più attento e prolungato della Parola di Dio.
Sarebbe già qualcosa di significativo in questo tempo sacro leggere ogni giorno qualche pagina di Vangelo, anche se occorrerebbe allargare la lettura ad altre pagine della Bibbia, accostate con fede, per alimentare la propria vita spirituale e dare sostegno alla fede personale.
Poi Benedetto XVI ricorda la partecipazione ai Sacramenti, da accogliere sapientemente come gesti di Cristo nella nostra vita, sempre bisognosa di perdono con la Confessione sacramentale e di cibo spirituale con la santa Comunione.
Ed infine ci viene ricordato di crescere nella carità, nell’amore verso Dio e verso il prossimo, anche attraverso le indicazioni concrete del digiuno, della penitenza e dell’elemosina.
Quanto prezioso è il digiuno dai pensieri inutili e superbi, dalle parole vuote ed offensive, dai sentimenti che disturbano e che danno amarezza!
Ciascuno vive le proprie penitenze, oggi spesso imposte dalla crisi che colpisce molte famiglie. Basterà non lamentarsi più di tanto, accettare serenamente e con dignità tante rinunce, chiedere a se stessi qualche “no” anche per cose lecite, con lo scopo di non rimanere succubi di desideri immediati, e di non darsi per vinti con scoraggiamenti disimpegnati, che rubano la sana fiducia in Dio.
Quanto alle elemosine, non ci sono solo quelle di qualche euro dato a chi chiede e di un alimento offerto a chi ha fame. C’è l’elemosina dell’ascolto paziente in famiglia e di chi spesso disturba. C’è l’elemosina di parte del proprio tempo da condividere con chi si sente solo. C’è l’elemosina di uno sguardo o di un sorriso, di un incoraggiamento o di un consiglio.
E c’è l’elemosina preziosa della preghiera e anche di qualche nascosto sacrificio, per aiutare chi può avere bisogno o ha arrecato una ferita spirituale.
Conclusione
Ha scritto il Papa nella Lettera di indizione dell’Anno della fede: “San Luca insegna che la conoscenza dei contenuti da credere non è sufficiente se poi il cuore, autentico sacrario della persona, non è aperto dalla grazia che consente di avere occhi per guardare in profondità e comprendere che quanto è stato annunciato è la Parola di Dio” (n.10).
Carissimi,
questa Quaresima permetta a tutti di conoscere meglio le realtà della fede, ma specialmente di avere un cuore compassionevole, gioiosamente aperto alla carità, perchè toccato dalla grazia divina, e di coltivare uno sguardo capace di stupore nell’ammirare le opere del Signore nella vita di ogni giorno.
Auguri di buona Quaresima. Tutti benedico