Il titolo è stato tratto dall’omonima canzone di Brunori Sas, che ha realizzato una parte della colonna sonora e compare in un cammeo.
Il taglio del film è quello della commedia dissacrante, imperniata su un trash volontario che sfocia in un grottesco divertente ma amaro, in quanto purtroppo tratteggiante un quadro inquietante e surreale di certi aspetti del nostro Paese.
Ma conosciamo meglio il regista. Nastro d’argento nel 2012 con il corto “Stand by me”, Giuseppe Marco Albano è scrittore, sceneggiatore e regista. Nonostante la sua giovane età ha già nel suo curriculum importanti riconoscimenti e impegno culturale. Nel 2008 fonda assieme ad altri amici e collaboratori l’associazione culturale “Basiliciak”, intenta a promuovere il Cinema Lucano. Il cortometraggio “Il Cappellino”, è finalista al Giffoni Film Festival 2009 e inoltre è tra i finalisti dei Nastri d’Argento 2011, che vincerà appunto nel 2012 con “Stand by me”.
Albano spiega così la genesi del suo film: «Sicuramente il fastidio quasi fisico ai problemi sociali e politici della mia terra, mancanza di basi culturali che permettano a ragazzi come me di fare Cinema e non solo. La salvaguardia della nostra terra a livello Cinematografico ed industriale. Matera è stata spesso set di film biblici, dal bellissimo “Il Vangelo secondo Matteo” di Pierpaolo Pasolini, a “The Passion” di Mel Gibson solo per citarne alcuni. Siamo sempre stati rappresentati come qualcos’altro. Quando in giro per l’Italia e per il Mondo nominavo Matera come set cinematografico, nessuno lo conosceva. Molti non conoscevano neanche di cosa stessi parlando, ovvero la Basilicata».
Ecco la trama del film: La storia è quella di Antonio Colucci (Antonio Andrisani), 46 anni. Un uomo che avrebbe voluto essere un grande regista di film horror e che all’età di 26 anni sembrava promettere bene. Dopo il fiasco del primo lungometraggio (le cui traversie produttive relegano il film al solo mercato dell’home video tedesco) si sposa e ha un figlio. Il divorzio, la quotidianità e la mancanza di intraprendenza lo bloccano nella sua cittadina di provincia dove il miraggio del cinema lentamente svanisce. Giunto ad una età plausibilmente “di mezzo”, decide, come spesso accade, di fare un resoconto della propria vita. Il suo sogno di diventare regista di film di “genere”, nonostante il panorama e il mercato italiano del settore sia trasfigurato, non si è mai sopito del tutto, anzi, ha sempre covato dentro di lui. Decide così, di trovare i fondi per girare una sceneggiatura a budget molto basso, approfittando di una storia incentrata su un solo personaggio e location unica. Scoprirà in questa ricerca che l’orrore che lo circonda è molto più impressionante del film del terrore che vuole girare… (da www.trovacinema.it)