A splendere, sul monte, è l’essere figlio di Gesù; la luminosità è il segreto del rapporto col Padre. L’ombra che avvolge i discepoli è quella che la potenza dell’Altissimo stende su Maria all’annuncio. Da quella a Nazaret nasce il Cristo e da questa sul monte della Trasfigurazione nasce il Regno e la Pasqua, vera radice e frutto della Passione. Pietro, Giacomo e Giovanni, prima di morire vedono il regno di Dio: Gesù l’aveva detto.
Pasqua è ovunque, anche in croce, se hai gli occhi trasfigurati e sei sveglio, vigile, pronto all’incontro. Sul monte e nell’orto, invece, i discepoli dormivano… La trasfigurazione avviene otto giorni dopo, nell’ottavo giorno, nel giorno del Signore. La Domenica, per noi, è giorno di pasqua e di visione trasfigurata e anticipata del Regno di Dio.
La voce del Padre è su Gesù, lo indica “eletto”, “Figlio da ascoltare”. Quando cessa la voce, Gesù resta solo. E i discepoli, scendendo dal monte, custodiscono il silenzio, segno che sono entrati nel mistero della Pasqua. Questo dobbiamo fare noi, oggi, per entrare nel mistero della prossima Pasqua. E pregare. Per Pietro. Lui è necessario alla Chiesa, per costruirsi una ed essere sguardo trasfigurato su questo mondo che dorme.
Io credo, non perché vedo, ma perché sono stato visto.
L’amore vede, perciò tace; tace anche se stesso parlando d’altro.
Non l’amante apprende l’amore, ma l’amato,
colui che accetta di essere trasfigurato agli occhi di un’altra persona.