Si concludono oggi 1 marzo con il recupero delle giornate rimandata per la neve, le prove scritte del concorso docenti per la scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo e secondo grado.
Per tutto il mese di febbraio si sono susseguite le prove scritte delle diverse classi di concorso, cioè delle diverse materie di insegnamento. Migliaia di docenti abilitati e precari, e di laureati fino al 2002 senza abilitazione hanno tentato, e per gli ammessi all’orale tenteranno, di guadagnare l’ambito posto di ruolo, ma solo 11mila vi arriveranno. Gli altri torneranno ai loro incarichi annuali e supplenze, o ad altro lavoro, per chi ce l’ha, sapendo di aver giocato una chance.
Se le prove siano state facili, difficili, fattibili o no: le posizioni forse divergono notevolmente e si possono fare molte considerazioni. Piuttosto c’è da chiedersi a chi abbia davvero giovato un concorso così impostato. Bè certo all’indomani dell’indizione del concorso le case editrici si sono prodigati in testi, peraltro con un certo costo e stampati con una certa celerità, e poi i corsi dei sindacati e materiali da acquistare, un bel giro d’affari. Anche se l’impressione è che al dunque scorrendo i quesiti delle varie giornate, non siano stati così determinanti.
Non credo che abbia giovato alle casse dello stato mettere su un tale concorso a cui hanno partecipato circa 300mila persone dal primo test, per 11mila posti. Ma forse neanche all’immagine di uno stato che non sa che strada percorrere per il reclutamento insegnanti e continuamente nega se stesso. La maggior parte erano e sono insegnanti precari con abilitazione, che hanno frequentato le Siss per insegnare a scuola e ancora vengono rimessi alla prova con un corcorso. Ma non per valutare o verificare il loro lavoro sul campo, no ancora a provare se hanno le competenze per avere un posto di ruolo in un ruolo che già ricoprono. L’impressione è stata di dover fare necessariamente qualcosa, un concorso, ma fuori tempo e fuori luogo.
C’era da indignarsi, tuttavia si era lì in quelle aule delle nostre scuole italiane, su vecchi banchi, in un’aria sconsolata e mesta, con insegnanti che vigilavano (e che hanno dato le indicazioni più disparate sullo svolgimento delle prove.) Le prove per la classe di concorso a cui ho partecipato, le ho fatte nel Lazio (nelle Marche non c’erano). Ed ecco già nel viaggio in treno verso la prima prova ho incontrato le lacrime di una giovane mamma, che ogni giorno si fa tre ore da pendolare all’andata e tre al ritorno, se va bene per andare a lavorare in una scuola, bocciata alla preselezione il giorno prima. Mentre parlava, al telefono si informava se la febbre della figlia fosse scesa. Lacrime di tristezza per dover continuamente rincorrere qualcosa, come in quei giochi in cui il premio viene sempre di più allontanato. E la rabbia rassegnata di chi ha speso migliaia di euro per un corso Siss a Milano, città costosa, credendo di avere un riconoscimento. Persone che dalla Campania insegnano in Lombardia e hanno provato il concorso nel Lazio e cosi via tra le regioni d’Italia, unita dai viaggi degli insegnanti. E le storie si incontrano, si rassomigliano…
In una realtà così instabile dal punto di vista lavorativo, il punto non è il posto di ruolo da rivendicare, ma è il riconoscimento della dignità di coloro che desiderano o hanno studiato per diventare insegnanti. Più che l’incertezza della sicurezza del posto, che forse nessuno può più dare, è la chiarezza e equità che si chiedono, nel decidere un percorso per diventare insegnanti, non si può mettere continuamente in discussione, strada facendo, questo percorso. Ci auguriamo che tra le tante urgenze di questo paese, la scuola torni ad essere interesse prioritario e comune. Non può interessare solo insegnanti precari, ma tutti.
Però positivamente ho visto anche tanta collaborazione e reciprocità, grazie ai forum, a facebook, a materiali messi a disposizione in blog personali, in una sorta di studio collettivo, di un incoraggiarsi a vicenda, a cui credo molti siano grati per il contributo e l’aiuto per affrontare le prove del concorso.
Ci auguriamo che arrivino all’ambito premio almeno degli insegnati appassionati.
0 commenti