Continua la nostra serie di interviste ai piccoli imprenditori della nostra diocesi. Precedentemente, Janet Chiappini ha intervistato i titolari di Bar Ristorante Pizzeria “Papillon”, “Bar Belvedere” e “I Due Cipressi”:
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Questa volta abbiamo incontrato Luigi Listrani, proprietario del pub Birreria “Le Grotte”, al centro di Grottammare, un’attività che ha intrapreso da circa un anno, avviandola quindi in periodo di piena crisi economica.
Da cosa nasce la decisione di aprire un locale in un periodo così difficile?
Nasce da una mia idea e dalla mia passione per la birra e per i locali sani. Se c’è la passione, non ti manca la voglia di affrontare le difficoltà e i rischi che ne derivano.
E quali sono state le difficoltà maggiori?
Le difficoltà maggiori, all’apertura, sono state quelle burocratiche. Per creare un pub all’interno di questo locale storico, che anticamente era un forno, è stato necessario rimetterlo completamente a norma, dal punto di vista sanitario, ma anche da quello architettonico. Questo ha comportato tutta una serie di spese e procedure che hanno reso faticosa la fase iniziale.
La crisi ha avuto effetti sull’attività?
In realtà per i primi mesi non l’abbiamo avvertita: il locale era nuovo e la curiosità delle persone ci forniva un afflusso di clientela sufficiente a non sentirla. Ma appena questo è cominciato a calare, specialmente nei giorni infrasettimanali, sono emerse le difficoltà. La crisi ha influito soprattutto sui costi di gestione, basti pensare all’aumento dell’IVA al 21% e agli aumenti delle utenze, costi che comunque abbiamo cercato, nei limiti del possibile, di non riversare sui clienti.
In questo momento molti locali devono ricorrere alla fantasia e inventare serate a tema per attirare clientela. Tu che scelte hai fatto?
Prima che dalla necessità di riempire il locale, l’idea delle serate nasce dalla mia grande passione per la musica, che mi ha portato ad invitare i gruppi che mi piacciono ad esibirsi all’interno del locale. Nonostante lo spazio non sia molto il risultato di questa scelta è molto positivo, e nelle serate musicali si crea una bellissima atmosfera. E poi certamente, organizziamo anche altri tipi di serate, con lo scopo di far conoscere il locale a nuove persone e anche di offrire un servizio in più.
Sentendoti così spesso parlare di passione sono curioso di sapere se ci sono state delle scelte che sei stato costretto a fare per ragioni meramente economiche, magari controvoglia.
Finora no. Ho scelto tutto io, dal colore delle pareti ai prodotti che vendiamo, andando anche contro alcune tendenze del mercato. Ad esempio ho voluto che ci fossero soltanto birre alla spina, nonostante la grande richiesta di birre in bottiglia e di marchi più commerciali. Certamente è difficile, la tentazione di scendere a compromessi è sempre presente, ma tengo duro e faccio le mie scelte. Non possiamo svendere la nostre passioni alla crisi. Inoltre è molto gratificante vedere anche che gli altri, i clienti, apprezzano le tue scelte. Anche se di certo, non mi dispiacerebbe avere un po’ più di affluenza.
Quanto ti impegna il tuo lavoro fuori dall’orario di apertura del locale?
Il lavoro dentro il locale in effetti è una piccola parte dell’impegno che ti richiede. Fuori, sono continuamente in giro per fornitori o per seguire la parte amministrativa e burocratica dell’attività. C’è anche un altro impegno legato al lavoro, più piacevole ma non meno necessario, che è quello di stare su internet per curare il marketing e per trovare idee sempre nuove. Nonostante all’inizio tutto questo abbia assorbito molte delle mie energie, chiedendomi di sacrificare anche una parte della mia vita personale e famigliare, adesso credo di aver trovato un equilibrio e di riuscire a gestire i miei tempi, conciliando bene il lavoro e la famiglia.
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