DIOCESI – Giovani e non solo, da ogni parte della diocesi, hanno riempito la chiesa Madonna del Suffragio di San Benedetto del Tronto, la sera di Giovedì 7 Marzo, per condividere un momento di riflessione e preghiera con Don Marco Pozza, nel suo inconfondibile stile.
Don Marco, cappellano del carcere di Padova, vive con grande entusiasmo la testimonianza del Vangelo, portandola ai giovani nei luoghi della quotidianità e del divertimento, con simpatia e serietà, affrontando nel Vangelo la sofferenza di ogni giorno, che ha incontrato non soltanto all’interno del carcere, ma anche nelle vite difficili dei ragazzi della sua parrocchia. Don Marco ha condiviso con i presenti alcuni quadri significativi della sua vita famigliare e della sua vita consacrata, mostrando come il Signore operi nell’una e nell’altra, ma anche come in ogni situazione ci sia chiesto di fidarci di Lui e degli altri.
“Ci sono persone che muoiono nuove di stecca“, ha sottolineato Don Marco nel corso della serata, “persone che per paura del futuro e della sofferenza, rimangono assolutamente ferme. Quando arrivano alla fine della loro vita, queste persone non hanno ancora cominciato a vivere”. Questo ha trovato riscontro in una pagina del Vangelo di Matteo, la parabola dei talenti (Mt 25, 14-30), dove la figura del servo che nasconde l’unico talento affidatogli dal padrone può ben rappresentare la paura che oggi molti giovani vivono, il terrore per un futuro incerto che ci fa chiudere in noi stessi, ci fa nascondere quanto di bello c’è in noi. L’invito che don Marco assieme al Vangelo ha rivolto a tutti, è stato quello di rischiare ogni cosa per Cristo, rischiare di perdere quanto di prezioso si ha per metterlo a frutto, per portarlo agli altri e per vivere a pieno.
“Nella storia, i grandi uomini sono stati quelli che hanno saputo rischiare. Avendo quasi sempre un solo talento, questi uomini hanno voluto puntare su di esso; a causa sua hanno dovuto accettare la sconfitta e l’umiliazione che ne deriva, ma non si sono mai arresi. Ogni grande scoperta viene dopo centinaia di fallimenti”. Solo avendo il coraggio di affrontare a testa alta il fallimento e le situazioni negative, ha testimoniato Don Marco, si può vivere davvero.
Alla fine dell’incontro è intervenuto anche il nostro Vescovo Gervasio Gestori che ha ricordato come è importante affidarsi a Gesù.