Un nome. Può un nome cambiare la storia? Si sa che un Papa non sceglie il nome a caso e il nome Francesco ha già un messaggio, un invito, un impegno, una proposta, un richiamo al vero stile di vita di un cristiano: carità, povertà e preghiera. Niente di nuovo, quindi. Eppure appare così sorprendente che un Papa decida di chiamarsi Francesco!
Forse è uno dei nomi più belli per la cristianità perché ci fa subito pensare a San Francesco, il simbolo della povertà, una povertà scelta, quindi bella. Una povertà di spirito, innanzitutto. Francesco, un nome vicino a tutti e comprensibile per tutti proprio perché è popolare, conosciuto. È il nome scelto per stare vicino agli ultimi, almeno io lo percepisco così e questo mi commuove.
Un Papa che viene dalla periferia del mondo, “ma in realtà, nella Chiesa non c’è periferia perché dove c’è Cristo c’è tutto il centro” ci disse Benedetto XVI a Loreto. Dove c’è l’ultimo, dove c’è il povero, dove manca la visibilità, c’è Cristo. Chiamarsi Francesco è l’impegno a una vita di periferia.
Il Papa nelle sue prime parole ha rimarcato il Suo ruolo di Vescovo di Roma e io ci vedo un desiderio di testimoniare la fede e la carità nel quotidiano, nel prossimo, lì dove Dio Lo ha messo affinché gli altri, tutti noi, possiamo imitarlo nella nostra diocesi, nella nostra parrocchia.
Allo stesso tempo il nome Francesco mi richiama all’universalità della Chiesa, alla missione, alla pace nel mondo: San Francesco partì da Assisi e arrivò in Terra Santa per incontrare il feroce Saladino.
Un nome che mi richiama, nella storia di San Francesco, a un evento ancora più eclatante e cioè quello della sua conversione. Si trovava a passare vicino alla chiesa di San Damiano, che minacciava di cadere in rovina, era vecchia, era sottoposta alle intemperie, ma lui sentì il bisogno di entrare e pregare. Davanti all’immagine del Crocifisso, mentre fissava la croce, udì una voce scendere verso di lui dalla croce e dirgli per tre volte: «Francesco, va e ripara la mia Chiesa che, come vedi, è tutta in rovina!».
Un nome che però, credo, non sia solo impegno personale del nuovo Papa, ma un impegno per tutti noi a costruire una nuova Chiesa, sulle fondamenta della vecchia, ripartendo appunto dalla carità, dalla povertà e dalla preghiera. Dio ci chiede, e il Papa ci invita, di riparare la Chiesa. Insieme: il Papa con noi e noi con il Papa. Così ci ha detto nel suo primo discorso.
Uno dei nomi più belli del Cristianesimo.
BRUNI STEFANIA
Mi piace, bravo Alessandro