Di Rossana Malatesta
DIOCESI – Come collaboratrice di Don Nicola Spinozzi, Direttore del Centro Missionario Diocesano, arrivo nell’ufficio della Missio un po’ in anticipo, da lì a poco si sarebbe riunita la Consulta Missionaria delle Marche e avevamo pensato bene di accogliere tutti con caffè e pasticcini. Mentre preparo il piccolo buffet, arrivano Don Nicola con una persona che non conoscevo e dopo poco il nostro Vescovo S. E. Gervasio Gestori e poi tutti a seguire (poco più di 20 persone, la maggior parte sacerdoti delle diocesi della nostra regione e collaboratori). Ero pronta ad una riunione un po’ noiosa, in cui non mi sarei sentita a mio agio, non conoscendo praticamente nessuno, ma subito mi sono dovuta ricredere.
Appena entriamo nella sala diocesana polivalente, Don Adriano Sella, della diocesi di Padova, comincia a parlare della sua esperienza missionaria all’estero e di come ha pensato di utilizzarla qui in Italia. Missionario dal tuo Paese, senza muoverti.
La prima missione che possiamo attuare, secondo Don Adriano, è CAMBIARE STILE DI VITA. Il cristiano non è chiamato a fare elemosine, ma a dare Speranza. Una Speranza che non cambia momentaneamente la tua vita, ma la stravolge e la muta per sempre, inesorabilmente. Allora non basta mandare aiuti umanitari al terzo mondo, allora non basta spedire container pieni di beni di prima necessità, che aiutano, certo , ma non risolvono i problemi, quello che il cristiano è chiamato a fare è condividere con i fratelli, è “rinnovare la faccia della Terra” con la testimonianza di vita. Come? Cambiando le nostre abitudini. Cambiando, non rinunciando.
Troppe “cose” ci rendono schiavi, troppi oggetti sono il perno della nostra vita, facendo sì che il nostro tempo sia assorbito da loro (si calcola che per ogni automobile posseduta da una famiglia, si debba lavorare almeno 3 mesi l’anno per mantenerla, ad esempio). Pensiamo poi, alle risorse che togliamo agli altri per costruirla e per utilizzarla, magari per fare solo pochi passi…. E la spesa quotidiana? Perché continuiamo a comprare cose che non ci servono, e perché sempre di quella marca, di cui conosciamo bene il nome ma non l’etica? E l’acqua, perché non quella del rubinetto? Non inquina, costa poco, ed è un dono di Dio, fatto a tutti i suoi figli….
Insomma più lo ascoltavo e più mi rendevo conto che quello che diceva era giusto, attuabile e cristiano. Le cose di cui parlava già le conoscevo, il commercio equo, i gruppi di acquisto solidali, i boicottaggi a determinate multinazionali, ma non avevo mai pensato che tutto questo avesse a che vedere con la mia vocazione missionaria cristiana.
Un incontro che mi ha fatto riflettere, come madre e moglie, casalinga e lavoratrice, ma soprattutto come cristiana, così nei piccoli gesti,ho cominciato a CAMBIARE STILE DI VITA, anche se a piccolissimi passi,perché per me adesso tutto questo è qualcosa di più che una libera scelta, magari eticamente corretta, ora è un vero e proprio dovere che sento come battezzata: ristabilire un equilibrio delle risorse attraverso le mie azioni quotidiane…una specie di “missio fatta in casa e da casa”!
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