di Cristina Fumagalli (Sydney)

La notizia dell’elezione al soglio pontificio del cardinale gesuita argentino Giorgio Mario Bergoglio ha suscitato grande gioia nei cattolici di tutto il mondo, dalle Americhe all’Oceania. In Australia i media locali hanno accolto con grande stupore la decisione dei cardinali di “andare a prendere” il nuovo Papa “alla fine del mondo”. Una decisione “veramente sorprendente”, per usare le parole del quotidiano australiano “The Australian”, “un evento storico”, secondo la premier australiana Julia Gillard, perché per la prima volta si è scelto un Papa del “nuovo mondo”. Ma ciò che stupisce di più di questo Pontefice è il suo profilo, il ritratto che ne danno i media locali. Il “Sydney Morning Herald” lo presenta come “Il Papa umile” che “andava al lavoro in autobus”, insistendo sulla sua “rinuncia volontaria alla vita sfarzosa”. L’”Herald Sun”, invece, cita la grande popolarità del nuovo Papa su Twitter e i 130mila tweet al minuto inviati nell’ora immediatamente successiva alla sua elezione. Tra questi – specifica il quotidiano di Melbourne – il post relativo al gesto che compì nel 2001, quello di lavare e baciare i piedi di 12 malati di Aids, è stato re-twittato 5mila volte in due ore.

I bisogni delle persone. Ma non è soltanto la stampa ad elogiare lo stile di vita semplice e sobrio del nuovo Pontefice e la sua carità verso i più umili. Anche p. Anthony Bernard della parrocchia di san Giuseppe a Camperdown, nella periferia di Sidney, raggiunto al telefono dal Sir, sottolinea la devozione e l’impegno di Papa Francesco a fianco della gente: “Il suo amore per Gesù è autentico e in lui risaltano la fedeltà alla Croce e alle persone”. “Il suo pontificato sarà particolarmente attento ai bisogni delle persone che soffrono”. P. Peter Hearn Msc, del Santuario di Nostra Signora del Sacro Cuore di Randwick (Sidney), situato a pochi passi dall’ippodromo in cui il Papa Emerito Benedetto XVI celebrò la XXIII Giornata mondiale della gioventù con i giovani del mondo intero (luglio 2008), sottolinea la “grande esperienza pastorale” di Papa Francesco e il suo “background” che “non si limita solo all’ambito accademico e amministrativo”, ma include anche “l’esperienza personale con i poveri”. Papa Francesco “ha una personalità forte” e “un grande senso dell’umorismo. In toni scherzosi dopo la sua elezione si è rivolto ai cardinali dicendo ‘possa Dio perdonarvi per ciò che avete fatto!’”. “Il suo modo di essere suscita grande simpatia tra la gente”. “Sono sicuro che saprà lavorare con e attraverso le varie Conferenze episcopali e renderà la Chiesa davvero internazionale e aperta al dialogo con le altre religioni”.

Accanto ai giovani. Patricia Yaji, responsabile della pastorale universitaria presso l’Università del Nuovo Galles del Sud (Unsw) a Sidney, viene da un Paese giovane, il Perù, che conserva una forte spiritualità. Ci racconta di aver seguito con grande emozione l’elezione del Papa. Per lei le prime parole del nuovo Pontefice, il suo appello alla preghiera, sono state un buon inizio. “Mi sono sentita unita a lui nella preghiera”. “Pregherò per la sua nuova missione e perché rimanga sempre aperto alle ispirazioni dello Spirito Santo”. Poi un accenno alla nuova evangelizzazione. “Il nuovo Papa viene da un Paese in cui la fede è giovane e i giovani possono aiutare altri giovani ad avvicinarsi alla fede diffondendo la Parola di Dio”. “Sono sicura che la sua elezione darà nuovo impulso alla nuova evangelizzazione”. Una convinzione condivisa anche da Cecilia Figueroa, anche lei responsabile della pastorale universitaria presso la stessa università: “Il nuovo Papa saprà orientare il lavoro pastorale, rafforzerà la fede di coloro che credono e parlerà ai cuori di coloro che non credono”. “Con il suo grande carisma saprà guidare la Chiesa in tempi difficili aiutandola a superare le sfide presenti e future con la fiducia riposta in Dio”.

Fuori dall’Europa. La scelta di un Papa extraeuropeo ha colto molti di sorpresa anche nella vicina Nuova Zelanda. Tuttavia monsignor Bernard Kiely, amministratore della Cattedrale di san Patrick ad Auckland, osserva che “già con l’elezione di Papa Giovani Paolo II avremmo dovuto intuire che le cose si sarebbero mosse fuori dall’Italia. Quindi ora è positivo che ci siamo mossi fuori dall’Europa e poi quest’uomo potremmo dire che ha i piedi in entrambi i campi, nel continente europeo ma anche nel nuovo mondo e nell’emisfero sud, dove la Chiesa è molto, molto forte. Questo è promettente, è un segno di speranza per la Chiesa”. Il vescovo di Auckland, monsignor Patrick Dunn, aggiunge che “Francesco, radicato nel cattolicesimo latinoamericano, porterà una nuova cultura in Vaticano” e “nuove prospettive per il papato”. “La scelta del nome Francesco – commenta – significa che intende ricostruire la fede cattolica”.

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