DIOCESI – Abbiamo intervistato il Capitano Giancarlo Vaccarini della compagnia di San Benedetto del Tronto che ringraziamo per la cortesia e disponibilità dimostrata nei nostri confronti.

Quali sono i compiti di un comandante di compagnia importante come quella di San Benedetto del Tronto?
I compiti sono molteplici. La compagnia di San Benedetto del Tronto si estende su di un territorio molto vasto, con una superficie di circa 370 kmq; gli abitanti sono circa 130.000, con una densità di popolazione di circa 350 ab./kmq, distribuiti nei 16 Comuni della giurisdizione, di cui 6 privi di Comandi dell’Arma. In sostanza, dalla Compagnia di San Benedetto del Tronto dipendono le seguenti 10 Stazioni Carabinieri con giurisdizione sugli omonimi Comuni e quelli indicati tra parentesi:
– San Benedetto del Tronto, sede del Comando Compagnia;
– Porto d’Ascoli (con competenza nella omonima frazione del Comune di S.B.T.);
– Grottammare;
– Cupra Marittima (omonimo Comune e quello di Massignano);
– Ripatransone (omonimo Comune e quello di  Cossignano);
– Montalto delle Marche (omonimo Comune, Carassai e Montedinove);
– Acquaviva Picena;
– Monteprandone;
– Monsampolo del Tronto (omonimo Comune e quello di Spinetoli);
– Offida (omonimo Comune e quello di Castorano).

Il comandante di compagnia dirige, coordina, attiva e controlla l’attività dei reparti dipendenti, inserendosi di fatto nel settore operativo con una diretta, vigorosa e responsabile partecipazione personale; integra, inoltre, l’attività preventiva e repressiva delle stazioni dipendenti organizzando l’attuazione di servizi a largo raggio nell’ambito della propria circoscrizione territoriale.
Altri delicati compiti riguardano le esigenze di ordine e sicurezza pubblica nelle sedi ove non vi è un Commissariato di P.S. (tutte, tranne San Benedetto del Tronto), nonché le ispezioni ai reparti dipendenti.
In sostanza, l’ufficiale comandante di compagnia distaccata (non in sede di capoluogo provinciale)   opera con grande autonomia decisionale, ed è chiamato ad agire in un clima di rapidi mutamenti sociali, sicché gli si  chiede una forte spinta motivazionale ed una spiccata capacità manageriale, con specifico riferimento alla valorizzazione delle risorse umane a sua disposizione.
So quindi cosa l’Arma dei carabinieri ha fatto e sta facendo per valorizzare le proprie risorse umane, in un processo evolutivo di miglioramento delle conoscenze, delle competenze e delle aspirazioni del personale, basato sulla meritocrazia, ponendo al centro dell’interesse istituzionale il valore delle persone che la compongono e la loro capacità di automotivarsi, ovvero di essere motivate.
Oggi, non si comanda più con il grado…, ma attraverso un approccio comunicativo assertivo, valorizzando l’ascolto attivo e adottando un comportamento proattivo che faccia leva, attraverso l’esempio ed il carisma del “capo”, sulla motivazione e sulla condivisione degli obiettivi istituzionali da parte di tutte le figure professionali, puntando sul team building e sul lavoro di gruppo.
Un moderno leader, in una organizzazione come l’Arma dei carabinieri deve, in sostanza: sapere, fare, saper fare, saper far fare e far sapere, con una attenzione sempre maggiore agli aspetti psicologici dei rapporti interpersonali.
Tutto ciò,  nella consapevolezza delle peculiarità, delle prerogative e dei vincoli degli operatori del comparto sicurezza e difesa, impegnati nella produzione del “bene sicurezza”, in un contesto storico-sociale in continua evoluzione ed in presenza di una domanda di sicurezza, nelle sue varie accezioni, sempre crescente.

Esistono dei reparti particolari?
Nell’ambito della Compagnia di San Benedetto del Tronto, non operano reparti particolari, ove si escluda il Nucleo Operativo e Radiomobile, composto da una centrale operativa, ove è attestato il numero unico europeo di emergenza 112, l’aliquota radiomobile di pronto intervento (le famose “gazzelle”) e l’aliquota operativa, personale che opera principalmente nel campo della polizia giudiziaria, per il contrasto a tutte le manifestazioni delittuose.

In questi anni del suo servizio sul nostro territorio ci può dire l’evoluzione della sicurezza sia percepita che reale?
In questa, come in altre realtà sociali del nostro paese, sono molti i fattori che influiscono negativamente sul livello di sicurezza percepita dai cittadini, non di rado facendola risultare più bassa rispetto a quella reale. Influiscono sfavorevolmente, ad esempio, tutte quelle manifestazioni cosiddette “ansiogene”, ovvero il mancato decoro di arredi e parchi pubblici (scritte sui muri, panchine divelte, sporcizia per strada, ecc.), i livelli delle emissioni sonore di locali pubblici, luoghi di divertimento e/o aggregazione giovanile, la presenza di persone che chiedono – magari con insistenza – l’elemosina ai semafori o davanti ai centri commerciali, ubriachi o tossicodipendenti che stazionano o bivaccano sulle pubbliche vie, ed altri similari comportamenti incivili, prevaricatori e violenti.
A San Benedetto del Tronto, queste problematiche vengono affrontate con decisione e fermezza da tutti gli addetti ai lavori, in primis dalla locale amministrazione comunale con specifiche ordinanze sindacali in materia di sicurezza urbana, che mirano a tutelare il diritto alla salute, alla convivenza civile, alla sicurezza e all’incolumità pubblica dei cittadini.

Le forze dell’ordine e l’Arma dei carabinieri, in particolare, danno seguito a tutte le segnalazioni che gli pervengono dai cittadini e, pertanto, ritengo di poter affermare che sia in questa città, che negli altri Comuni della Compagnia di San Benedetto del Tronto, la sicurezza pubblica e la tranquillità sociale, sono garantite e sotto il controllo delle pubbliche autorità e delle stesse forze dell’ordine, con un livello di qualità della vita e di percezione della sicurezza decisamente elevato, azzarderei a dire invidiabile, rispetto a molte altre realtà, anche limitrofe.

Quali sono i reati che allarmano di più i cittadini? Quali consigli darebbe a chi vive solo per tutelarsi dal rischio di truffe e aggressioni?
Questo territorio, seppure con una incidenza di molto inferiore rispetto ad altre realtà nazionali, risente in maniera particolare del fenomeno dei cosiddetti reati predatori, segnatamente furti e truffe, tanto più afflittivi se, come spesso capita, commesso in abitazioni o in danno delle categorie sociali più deboli ed indifese quali gli anziani e le persone che vivono sole.
Si tratta di un fenomeno molto difficile da contrastare, sia sul piano della prevenzione che su quello della repressione, perché legato a forme di criminalità migratoria, ovvero, a soggetti che vivono fuori Comune o Regione e che raggiungono questo territorio esclusivamente per delinquere, facilitati da una favorevole rete di collegamenti viari e ferroviari.
Si tratta, spesso, di nomadi, extracomunitari quali albanesi o maghrebini, o comunitari come i rumeni, che vivono nei pressi di enormi agglomerati urbani della capitale, piuttosto che nell’hinterland dei capoluoghi campano e pugliese che, come detto, vengono, colpiscono e si allontanano rapidamente da questa zona così risultando difficili da intercettare e/o bloccare.
Sono interessati ad appropriarsi di valori quali denaro, monili in oro o altri preziosi che, come tutti sappiamo, in questo momento storico hanno la possibilità di essere “monetizzati” bene e con una certa facilità, eludendo i pur esistenti, rigidi, sistemi di controllo (penso ai “compro oro” in particolare).

Di seguito, alcuni consigli di carattere generale che derivano soprattutto dalla nostra esperienza “sul campo” per aiutarvi a conoscere meglio i vostri diritti e prevenire le situazioni di pericolo. Non sono, né possono essere, esaustivi: troppe sarebbero le variabili da considerare. Comunque, sono consigli che spesso si sono rivelati utili.
Prevenzione non significa soltanto “pattugliamento”, ma soprattutto contrapporre valori positivi a valori negativi. Iniziamo insieme! Significativo, al riguardo lo slogan istituzionale: “Possiamo aiutarvi” ad affrontare e risolvere i piccoli problemi di tutti i giorni e “Potete aiutarci” a capire le vostre esigenze per orientare meglio le nostre attività.

Vivere in una casa “tranquilla” rappresenta il desiderio di tutti ed alcuni semplici accorgimenti possono renderla maggiormente sicura.
E’ necessario tener presente che i ladri in genere agiscono ove ritengono vi siano meno rischi di essere scoperti: ad esempio, un alloggio momentaneamente disabitato.
Un ruolo fondamentale assume altresì la reciproca collaborazione tra i vicini di casa in modo che vi sia sempre qualcuno in grado di tener d’occhio le vostre abitazioni.
In qualunque caso ricordate che i numeri di pronto intervento sono: 112 (Carabinieri), 113 (Polizia di Stato) e 117 (Guardia di Finanza).

I consigli tratti dal sito www.carabinieri.it:

– ricordate di chiudere il portone d’accesso al palazzo;
– non aprite il portone o il cancello automatico se non sapete chi ha suonato;
– installate dei dispositivi antifurto, collegati possibilmente con i numeri di emergenza. nella sezione modulistica (del sito sopra citato) troverete le indicazioni per collegare il vostro antifurto al 112. Non informate nessuno del tipo di apparecchiature di cui vi siete dotati né della disponibilità di eventuali casseforti;
– conservate i documenti personali nella cassaforte o in un altro luogo sicuro;
– fatevi installare, ad esempio, una porta blindata con spioncino e serratura di sicurezza. aumentate, se possibile, le difese passive e di sicurezza. Anche l’installazione di videocitofoni e/o telecamere a circuito chiuso è un accorgimento utile. Accertatevi che la chiave non sia facilmente duplicabile;
ogni volta che uscite di casa, ricordate di attivare l’allarme;
– se avete bisogno della duplicazione di una chiave, provvedete personalmente o incaricate una persona di fiducia;
– evitate di attaccare al portachiavi targhette con nome ed indirizzo che possano, in caso di smarrimento, far individuare immediatamente l’appartamento;
– mettete solo il cognome sia sul citofono sia sulla cassetta della posta per evitare di indicare il numero effettivo di inquilini (il nome identifica l’individuo, il cognome la famiglia);
– se abitate in un piano basso o in una casa indipendente, mettete delle grate alle finestre oppure dei vetri antisfondamento;
– illuminate con particolare attenzione l’ingresso e le zone buie. Se all’esterno c’è un interruttore della luce, proteggetelo con una grata o con una cassetta metallica per impedire che qualcuno possa disattivare la corrente;
– se vivete in una casa isolata, adottate un cane;
– cercate di conoscere i vostri vicini, scambiatevi i numeri di telefono per poterli contattare in caso di prima necessità;
– non mettete al corrente tutte le persone di vostra conoscenza dei vostri spostamenti (soprattutto in caso di assenze prolungate);
– se abitate da soli, non fatelo sapere a chiunque;
– in caso di assenza prolungata, avvisate solo le persone di fiducia e concordate con uno di loro che faccia dei controlli periodici;
– nei casi di breve assenza, o se siete soli in casa, lasciate accesa una luce o la radio in modo da mostrare all’esterno che la casa è abitata. in commercio esistono dei dispositivi a timer che possono essere programmati per l’accensione e lo spegnimento a tempi stabiliti;
– sulla segreteria telefonica, registrate il messaggio sempre al plurale. La forma più adeguata non è “siamo assenti”, ma “in questo momento non possiamo rispondere”. In caso di assenza, adottate il dispositivo per ascoltare la segreteria a distanza;
– non lasciate mai la chiave sotto lo zerbino o in altri posti facilmente intuibili e vicini all’ingresso. Non fate lasciare biglietti di messaggio attaccati alla porta che stanno ad indicare che in casa non c’è nessuno;
– considerate che i primi posti esaminati dai ladri, in caso di furto, sono gli armadi, i cassetti, i vestiti, l’interno dei vasi, i quadri, i letti ed i tappeti;
– se avete degli oggetti di valore, fotografateli e riempite la scheda con i dati considerati utili in caso di furto (il documento dell’opera d’arte);
– conservate con cura le fotocopie dei documenti di identità e gli originali di tutti gli atti importanti (rogiti, contratti, ricevute fiscali, etc.);
– nel caso in cui vi accorgete che la serratura è stata manomessa o che la porta è socchiusa, non entrate in casa e chiamate immediatamente il 112, il 113 o il 117. Comunque, se appena entrati vi rendete conto che la vostra casa è stata violata, non toccate nulla, per non inquinare le prove, e telefonate subito al pronto intervento.

In casa. Non aprite quella porta!
Spesso le cronache riportano episodi di criminali che approfittano della buona fede dei cittadini:
“Anziana derubata da finto operaio di una società telefonica”;
“Quattro pensionati truffati da falsi impiegati comunali”;
“Altre tre persone cadute nella trappola di una banda di truffatori metropolitani”.

Per non cadere in questi raggiri, spesso è sufficiente prendere alcune precauzioni.
“La prevenzione è la migliore difesa”.
Non fidatevi delle apparenze!

Il truffatore per farsi aprire la porta ed introdursi nelle vostre case può presentarsi in diversi modi. Spesso è una persona distinta, elegante e particolarmente gentile. Dice di essere un funzionario delle Poste, di un ente di beneficenza, dell’INPS, o un addetto delle società di erogazione di servizi come luce, acqua, gas, etc. e talvolta un appartenente alle forze dell’ordine.
… “non sempre l’abito fa il monaco”!
Ricordatevi che di solito il controllo domiciliare delle utenze domestiche viene preannunciato con un avviso (apposto al portone di un palazzo o comunicato al portiere) che indica il motivo, il giorno e l’ora della visita del tecnico.

Un decalogo “in pillole” può esservi utile:
– non aprite agli sconosciuti e non fateli entrare in casa. Diffidate degli estranei che vengono a trovarvi in orari inusuali, soprattutto se in quel momento siete soli in casa;
– non mandate i bambini ad aprire la porta;
comunque, prima di aprire la porta, controllate dallo spioncino e, se avete di fronte una persona che non avete mai visto, aprite con la catenella attaccata;
– in caso di consegna di lettere, pacchi o qualsiasi altra cosa, chiedete che vengano lasciati nella cassetta della posta o sullo zerbino di casa. In assenza del portiere, se dovete firmare la ricevuta aprite con la catenella attaccata;
– prima di farlo entrare, accertatevi della sua identità ed eventualmente fatevi mostrare il tesserino di riconoscimento;
– nel caso in cui abbiate ancora dei sospetti o c’è qualche particolare che non vi convince, telefonate all’ufficio di zona dell’Ente e verificate la veridicità dei controlli da effettuare. Attenzione a non chiamare utenze telefoniche fornite dagli interessati perché dall’altra parte potrebbe esserci un complice;
– tenete a disposizione, accanto al telefono, un’agenda con i numeri dei servizi di pubblica utilità (Enel, Telecom, Acea, etc.) così da averli a portata di mano in caso di necessità;
– non date soldi a sconosciuti che dicono di essere funzionari di Enti pubblici o privati di vario tipo. Utilizzando i bollettini postali avrete un sicuro riscontro del pagamento effettuato;
– mostrate cautela nell’acquisto di merce venduta porta a porta;
– se inavvertitamente avete aperto la porta ad uno sconosciuto e, per qualsiasi motivo, vi sentite a disagio, non perdete la calma. Inviatelo ad uscire dirigendovi con decisione verso la porta. Aprite la porta e, se è necessario, ripetete l’invito ad alta voce. Cercate comunque di essere decisi nelle vostre azioni.

In generale, per tutelarvi dalle truffe:
– diffidate sempre dagli acquisti molto convenienti e dai guadagni facili: spesso si tratta di truffe o di merce rubata;
– non partecipate a lotterie non autorizzate e non acquistate prodotti miracolosi od oggetti presentati come pezzi d’arte o d’antiquariato se non siete certi della loro provenienza;
– non accettate in pagamento assegni bancari da persone sconosciute;
non firmate nulla che non vi sia chiaro e chiedete sempre consiglio a persone di fiducia più esperte di voi.

Episodi di aggressione possono verificarsi a danno di ogni cittadino (anche se esistono categorie maggiormente a rischio) ed in situazioni diverse (di luogo e di ora).
L’aggressione è un atto di violenza, che può essere fine a se stesso oppure strumentale al raggiungimento di uno scopo preciso, come nel caso dello scippo o della rapina.
Gli studi di analisi del fenomeno ne hanno messo in luce la parziale prevedibilità ed alcune circostanze facilitanti che, se note, possono essere evitate.

Quindi… “è meglio giocare d’anticipo!” Alcuni suggerimenti possono esservi d’aiuto. In generale:
– evitate di camminare su strade isolate o, di sera, poco illuminate, e privilegiate i marciapiedi più affollati;
– cercate di evitare, nelle ore notturne, soprattutto se siete soli, di attraversare parchi e giardini;
– evitate di sostare, soprattutto di notte, in luoghi appartati, sia soli sia in compagnia;
– se l’auto è parcheggiata in un luogo isolato, prima di salire controllate che all’interno non vi sia qualche intruso;
– se rincasate tardi, cercate, nei limiti del possibile, di farvi accompagnare da qualcuno che conoscete bene. Non fatevi mai accompagnare da sconosciuti, anche se si dimostrano particolarmente gentili e disponibili;
– non salite in ascensore da soli con estranei che vi insospettiscono; siate cauti nell’offrire o nel richiedere passaggi in auto a sconosciuti, soprattutto se siete soli o di notte o in luoghi isolati;
– in caso di aggressione gridate il più possibile e difendetevi cercando di colpire, con tutta la vostra forza, le parti più vulnerabili;
– ricordate che, prima di passare all’azione, l’aggressore osserva e seleziona le vittime, anche sulla base di alcuni particolari come i gioielli e l’abbigliamento eccessivamente elegante o vistoso;
– rammentate che spesso le aggressioni avvengono nei sottopassaggi, soprattutto in orari di scarsa circolazione pedonale, e nei luoghi limitrofi alle stazioni ferroviarie delle grandi città.

Quale tipo di criminalità opera in queste zone e se in particolare è stata riscontrata la presenza di gruppi criminali importanti. Secondo lei è riscontrabile la frase di Falcone nel nostro territorio che le riassumo: bisogna aver paura della mafia quando della mafia non si parla.
Il territorio della compagnia di San Benedetto del Tronto, è privo di organizzazioni criminali strettamente connesse alla tipologia mafiosa, anche se registra la presenza di numerosi soggetti di interesse operativo provenienti da aree geocriminali a rischio, molti dei quali familiari di collaboratori o ex collaboratori di giustizia nel tempo stabilitisi in queste zone.
Come in parte già detto, il territorio di questa Compagnia, risente  della negativa influenza delle presenza criminali stanziali nella confinante provincia di Teramo dedite per lo più allo sfruttamento della prostituzione (bonifica del Tronto) e ai reati connessi con l’immigrazione clandestina, nonché del pendolarismo criminale di molti laziali, pugliesi e campani dediti a reati  contro il patrimonio in danno di civili abitazioni e delle numerose aziende dell’area industriale della vallata del Tronto e del Tesino, favoriti dalla presenza di una importante rete viaria e, soprattutto, della vicina autostrada A/14.
Costante la domanda di stupefacenti da parte di tutte le classi sociali, fronteggiata con l’impiego di adeguate risorse.
La frase da lei citata dell’indimenticato Giovanni FALCONE, ritengo vada contestualizzata e che fosse, quindi, riferita alla Sicilia di quegli anni. Mi piace, invece ricordare un’altra frase dello stesso magistrato: “”Occorre compiere fino in fondo il proprio dovere, qualunque sia il sacrificio da sopportare, costi quel che costi, perché è in ciò che sta l’essenza della dignità umana””, come anche  le altrettanto celebri frasi del Gen.C.A. Carlo Alberto Dalla Chiesa (per chi non lo sapesse Comandante dell’allora Tenenza dei Carabinieri di San Benedetto del Tronto nel periodo 1942-1943): “”Ci sono cose che si fanno non per coraggio, ma per guardare i propri figli negli occhi”” e, infine, di Paolo Borsellino: “”A fine mese quando ricevo lo stipendio faccio l’esame di coscienza e mi chiedo se me lo sono guadagnato””.

In questo periodo cambierà qualche servizio, anche in vista dei tagli del governo?
I tagli già operati ed altri annunciati dal governo non hanno influito e non influiranno in alcun modo sull’efficienza ed efficacia del dispositivo dell’Arma impegnato nel controllo del territorio.
L’Arma dei carabinieri, forte dei suoi quasi due secoli di storia, nel costante sforzo di accrescimento dell’efficienza complessiva, da alcuni anni (ben prima delle citate misure adottate del governo) sta sviluppando un processo di razionalizzazione basato sulla semplificazione delle procedure e, ciò, grazie anche all’impiego di sempre più evoluti strumenti di governo elettronico.
Questo progetto tende a rendere tutte le componenti dell’Istituzione maggiormente aderenti alle effettive esigenze ed ai carichi di lavoro, secondo un criterio finalizzato a riunire attività omogenee in medesime unità organizzative ma, soprattutto, attraverso la piena valorizzazione delle risorse, mantenendo un assetto snello ed evitando ridondanze, con l’obiettivo dichiarato di potenziare la capacità operativa del dispositivo territoriale, con particolare riferimento alle Stazioni, alle Tenenze, alle Compagnie ed ai reparti preposti alle investigazioni, da sempre tradizionale interfaccia con il cittadino utente.

Come ci ha ricordato il Signor Comandante Generale dell’Arma dei carabinieri Gen.C.A. Leonardo Gallitelli in occasione della sua graditissima visita presso questo Comando Compagnia il 10 novembre 2011, i Carabinieri sono “patrimonio delle comunità” e, pertanto, nei momenti difficili, come quello che stiamo vivendo, attraversato da una profonda crisi di valori e da una epocale, altrettanto grave, crisi socio-economica, i carabinieri sapranno fare di più, anche con sempre minori risorse.
La differenza, lo ribadisco ancora una volta, ritengo la facciano le persone, quelle che ci sono sotto ogni uniforme da carabiniere: cittadini in divisa, con i propri ideali e aspettative, autori di quotidiani gesti di generoso altruismo, come di veri e propri atti di eroismo, spesso portati fino all’estremo sacrificio.

Cosa si sta facendo per contrastare i venditori di merce contraffatta? In particolare secondo lei c’è una coscienza sociale sui reati? Oppure è a seconda della comodità personale?
Si tratta di un fenomeno caratterizzato da molteplici sfaccettature e che vede, da sempre, gli uomini di questa Compagnia fortemente impegnati nell’attività di contrasto.
Nel corso degli ultimi anni, in particolare durante la stagione estiva, anche in collaborazione con le altre forze di polizia insistenti in questo territorio ed i Corpi di Polizia Municipali dei comuni costieri di San Benedetto del Tronto, Grottammare e Cupra Marittima, da sempre maggiormente investiti dalla problematica, sono stati attuati numerosi servizi finalizzati al contrasto dell’ambulantato abusivo e dei connessi fenomeni della vendita di prodotti con marchi contraffatti e dell’immigrazione clandestina.
I carabinieri della Compagnia di San Benedetto, però, ritenendo che la repressione, da sola non bastasse, sono andati oltre, promuovendo, d’intesa con le citate amministrazioni comunali, campagne di sensibilizzazione circa i rischi conseguenti all’acquisto di tali mercanzie, sintetizzate in un volantino distribuito presso tutti gli chalet della “riviera delle palme”, esercizi pubblici e luoghi pubblici di affissione, nonché spedito a tutte le famiglie residenti nel Comune di San Benedetto del Tronto attraverso il numero estivo del BUM (Bollettino Ufficiale Municipale). Di seguito una sintesi del contenuto di tale dépliants:

PRIMA DI ACQUISTARE UN OGGETTO DI MARCA CONTRAFFATTO PENSA CHE:
– è costoso: il Decreto Legge 14 marzo 2005, n.351, convertito in legge n. 80/05, all’art.1 comma 7, ha previsto l’applicazione di una sanzione amministrativa pecuniaria fino a 10.000,00 euro a carico di coloro che acquistano merce contraffatta;
– è rischioso: l’art.648 del Codice Penale “Ricettazione”, punisce con la reclusione da 2 a 8 anni e con la multa da 516,00 a 10.329,00 euro chiunque acquisti merce contraffatta;
– è un cattivo affare: la merce contraffatta, caratterizzata da un estremo basso costo, viene prodotta con materiali scadenti e nocivi che non rispettano le normative europee di sicurezza;
– è immorale: sono semplicemente “piccoli bambini” e NON “grandi stilisti” quelli che assemblano senza sosta, inseriti in vere e proprie catene di montaggio, materiali e marchi contraffatti, senza diritti e sottostando ad un regime di puro sfruttamento;
– camorra, ‘ndrangheta, mafia cinese: queste ed altre sono le associazioni criminali che si alimentano grazie ai ricavati del commercio di marchi contraffatti. Alimentando queste, si alimentano conseguentemente l’immigrazione clandestina e lo sfruttamento di manodopera minorile.

RICORDALO AL TUO PROSSIMO ACQUISTO.

Il malaffare della gestione pubblica ha colpito i depuratori della zona? In particolare ci può dire qualcosa sul discorso dell’inquinamento e della gestione dei rifiuti pericolosi da parte della criminalità organizzata?
Gli interessi criminali delle “ecomafie” nel settore dei rifiuti sono oggetto di costante monitoraggio e l’Arma dei carabinieri sin dal 1 dicembre 1986 (Legge n° 349 dell’8 luglio 1986) ha costituito, in seno al Ministero dell’Ambiente il N.O.E. (Nucleo Operativo Ecologico), che dal 2001 (Legge n° 93 del 23 marzo 2001) ha assunto la nuova denominazione di Comando Carabinieri per la Tutela dell’Ambiente.
Tale reparto speciale, il cui comando ha sede in Roma, svolge periodici, mirati controlli presso tutte le aziende che producono o trattano rifiuti speciali pericolosi e/o tossico-nocivi.
Nelle Marche, ad Ancona, ha sede una sezione dei carabinieri del N.O.E. a cui tutti i cittadini possono rivolgersi in caso di bisogno, o far pervenire segnalazioni, direttamente o tramite i locali Comandi dell’Arma.
Non risultano, al momento, problematiche di particolare interesse per ciò che concerne la gestione dei depuratori della zona, né, tantomeno, si registrano “emergenze rifiuti” come in altre realtà del territorio nazionale.

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