Ore 17.30. Inizia puntuale all’Istituto penale per minori (Ipm) di Casal del Marmo la Messa “in Coena Domini”, con il rito della lavanda dei piedi a 10 ragazzi e 2 ragazze, una italiana e una serba.
Per espressa volontà di Papa Francesco, che ha “trapiantato” a Roma quella che a Buenos Aires era una consuetudine, la cerimonia è “estremamente semplice”: segue la liturgia classica del Giovedì Santo. Insieme al Papa concelebrano il cardinale Agostino Vallini, vicario del Papa per la diocesi di Roma, e padre Gaetano Greco, cappellano del carcere minorile di Casal del Marmo. Presenti due diaconi, il primo del Seminario San Carlo, fra Roi Jenkins Albuen – terziario cappuccino dell’Addolorata, confratello di padre Greco – e due giovani del Seminario romano, di cui uno è vice-cappellano, padre Pedro Acosta, colombiano. Alla celebrazione partecipano 49 ragazzi dell’Ipm, 38 maschi e 11 femmine. Undici sono gli italiani e 38 gli stranieri, per lo più nordafricani e slavi.
Meno di cinque minuti, a braccio. Breve l’omelia di Papa Francesco a Casal del Marmo. Quasi a volersi concentrare su quello che viene subito dopo: lavare i piedi a 10 ragazzi e 2 ragazze, come Gesù fece con gli apostoli. “Questo segno è una carezza che fa Gesù”, le parole finali del Papa, “perché Gesù è venuto proprio per questo. È venuto per servire, per aiutarci”. “Questo è commovente, Gesù che lava i piedi ai suoi discepoli”, le prime parole dell’omelia a commento del Vangelo di Giovanni. “Pietro non capiva, ma Gesù gli ha spiegato”, ha proseguito Papa Francesco: “Gesù, Dio, ha fatto questo! E lui stesso spiega ai discepoli. Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni degli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come ho fatto io”. “È l’esempio del Signore”, ha spiegato Papa Francesco ai ragazzi di Casal del Marmo: “Lui è più importante, e lava i piedi; fra noi quello che è il più alto, deve essere al servizio degli altri”. “Lavare i piedi”, dunque, “significa dire: io sono al tuo servizio. E anche per noi cosa significa questo? Che dobbiamo aiutarci”. “Aiutarci l’un con l’altro”: questo, per il Papa, “è ciò che Gesù c’insegna ed è quello che io faccio. E lo faccio di cuore, perché è mio dovere. Come prete e come vescovo, devo essere al vostro servizio. Ma è un dovere che mi viene dal cuore. Lo amo. Amo questo e amo farlo perché il Signore così mi ha insegnato”. “Ma anche voi aiutateci, aiutateci sempre”, l’invito del Papa ai ragazzi: “E così, aiutandoci, ci faremo del bene”. Adesso, durante la lavanda dei piedi, “ciascuno di noi pensi: davvero sono disposto, sono disposto a servire, ad aiutare l’altro? Pensiamo questo, soltanto. E pensiamo che questo segno è una carezza che fa Gesù, perché Gesù è venuto proprio per questo. È venuto per servirci, per aiutarci”.
Ore 18.30. Si è conclusa con la “reposizione” del Santissimo Sacramento, tipica della liturgia del Giovedì Santo, la Messa “in Coena Domini” celebrata dal Papa a Casal del Marmo, un’ora in tutto. Dopo l’omelia, il Papa ha lavato i piedi a dodici giovani ospiti del carcere minorile. La musica e i canti dei giovani hanno accompagnato la celebrazione. Un gruppo di ragazzi e ragazze, col sottofondo della chitarra, ha intonato i canti liturgici. L’animazione è stata affidata a 40 volontari dell’Associazione “Volontari Casal Del Marmo”. Insieme con loro, anche i membri del Rinnovamento nello Spirito che animano la liturgia domenicale.
Pochi minuti dopo, un grande applauso ha salutato l’ingresso del Papa nella palestra dell’Istituto,accompagnato da padre Leonardo Sapienza e dal ministro della Giustizia, Paola Severino. “Lei è il primo custode di questi ragazzi e delle loro speranze”, ha detto il ministro: “Sognano che la loro vita futura possa essere semplice e onesta, come le hanno scritto. Dopo che ha lavato i piedi a questi giovani e li ha guardati, ho visto tanto amore nei suoi occhi, e lo spirito di servizio che tutti noi dobbiamo avere”. Poi è stato il turno di Papa Francesco, che dopo aver ringraziato il ministro e le autorità si è rivolto ai ragazzi e ha detto loro: “Ringrazio voi, ragazzi e ragazze, per l’accoglienza. Sono felice di stare con voi. Avanti! Non lasciatevi rubare la speranza! Capito? Sempre, con la speranza, avanti”. Poi il Papa ha baciato e salutato le ragazze e i ragazzi. A tutti il Papa ha donato un uovo e una colomba. Il dono dei ragazzi al Papa: un crocifisso in legno e un inginocchiatoio, sempre in legno, realizzato da loro stessi nel laboratorio artigianale del carcere. Alla domanda di un ragazzo sul motivo della scelta di Casal del Marmo, Papa Francesco ha risposto: “Le cose del cuore non hanno spiegazioni”.
“Un momento impressionante”. Così padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa della Santa Sede, ha definito il gesto della lavanda dei piedi ai 12 ragazzi – tra di essi “almeno due” ragazzi musulmani – che è stato il culmine della Messa “in Coena Domini”. Il Papa, ha raccontato padre Lombardi, “si è avvicinato alla prima fila dei ragazzi e con ambedue le ginocchia si è inginocchiato per terra per sei volte, perché ogni volta lavava i piedi a due ragazzi vicini. Ha lavato, versato acqua e poi baciato ognuno dei piedi dei ragazzi. Un atto meraviglioso di servizio, un momento estremamente commovente e impegnativo, considerata l’età e il fisico del Papa”. Quello della “carezza”, ha aggiunto il portavoce vaticano, “è un tema che è già tornato più volte nei suoi discorsi, ma oggi ha un tono particolare, perché rivolto a giovani che hanno particolarmente bisogno di calore per ricostruire la loro vita”.
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