La finalità del progetto è comprendere quale sia, a livello europeo, la coscienza collettiva relativa ai rifiuti marini, ovvero quei materiali solidi persistenti, lavorati o trasformati, che vengono scartati, eliminati o abbandonati sulla costa e in mare.
Il sondaggio, condotto dal Professor Richard Thompson del Centro di Biologia Marina e Ricerca Ecologica dall’Università di Plymouth, in collaborazione con Sabine Pahl e Bonny Hartley della Università di Psicologia, valuterà il grado di consapevolezza che la comunità europea ha nei confronti dell’impatto ambientale che i rifiuti marini possiedono e delle potenziali soluzioni a questo problema, (che differisce fra i diversi Paesi europei e fra coloro che producono, vendono, utilizzano o smaltiscono quei numerosi prodotti che hanno la caratteristica di divenire potenziali rifiuti marini.)
“Sappiamo che i rifiuti marini – afferma il professor Thompson – danneggiano gran parte degli organismi marini viventi, comprese molte specie commercialmente importanti, alcune delle quali sono a rischio estinzione. I rifiuti sono un pericolo per i marinai ed è costoso rimuoverli. Tuttavia, per molti degli oggetti che ritroviamo comunemente tra i detriti marini, come gli imballaggi, non si comprendono le ragioni del loro accumulo in mare. Questo sondaggio fornisce un’emozionante opportunità per aiutare a comprendere le cause di questo problema ambientale e ad identificarne le potenziali soluzioni.”
Scopo del sondaggio non è solo quello di comprendere il giudizio che la società ha riguardo a tema, ma anche quello di rilevare le diverse tipologie di rifiuti marini, la loro provenienza e le conseguenti responsabilità.
“I rifiuti marini non riguardano solo l’ambiente” – ha affermato Bonny Hartley. “Essi rappresentano un tema sociale, nel quale le persone (e le relative organizzazioni) giocano un ruolo cruciale attraverso le proprie decisioni e i propri comportamenti. I rifiuti marini sono il risultato delle cattive abitudini dei fruitori delle spiagge, dei consumatori, dei rivenditori e dei produttori ed una soluzione può essere trovata solo lavorando insieme. Comprendere atteggiamenti e percezioni del problema a livello europeo, rappresenta un passo fondamentale nello sviluppo di soluzioni praticabili e accettate dalla società.”
La Provincia di Teramo, Lead del progetto MARLISCO, ha incaricato il dott. Luigi Nicola Alcaro, membro del Technical Subgroup on Marine Litter supporting European Commission on D10 of MSFD e ricercatore presso l’ISPRA (Istituto Superore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), di supervisionare la versione italiana della ricerca sui rifiuti marini.
“Le conseguenze ambientali, determinate dalle ingenti e crescenti quantità di rifiuti marini e presenti ormai in tutti i mari del mondo, sono scientificamente accertate” – ha dichiarato il dott. Alcaro. “Esemplari di specie marine muoiono, perché rimangono intrappolate nelle cosiddette ‘reti fantasma’, attrezzi da pesca abbandonati o persi, che continuano, per lunghi periodi, a funzionare come strumenti di morte. Si calcola, che circa il 60% delle tartarughe marine, rinvenute lungo le coste del Mediterraneo, contiene nel loro tratto digerente rifiuti solidi (ami, frammenti di plastica, ecc.), spesso causa del loro decesso. Le soluzioni al problema sono semplici, ma bisogna realizzarle con estrema urgenza: raccolta dei rifiuti già immessi nell’ambiente marino e riduzione della loro immissione. Questo può avvenire solo modificando il comportamento dei soggetti interessati (consumatori, produttori, turisti, pescatori, ecc.) e il progetto MARLISCO può avere in ambito europeo un ruolo cruciale riguardo quest’aspetto.”
Il sondaggio metterà a confronto il punto di vista di persone appartenenti a 16 Paesi, dal Nord Est dell’Atlantico alle regioni del Mediterraneo, dal Baltico al Mar Nero. Individuerà diversi settori della società: utenti commerciali e ricreativi della costa e del mare, gruppi ambientalisti, educatori, politici e amministratori, mezzi di comunicazione, settori che si occupano di gestione dei rifiuti, produttori e rivenditori di articoli che possono potenzialmente diventare rifiuti marini.
Il progetto MARLISCO, nell’ambito del quale è sviluppato il sondaggio, è di durata triennale e con un finanziamento di 4.2 milioni di euro. Il suo obiettivo più ampio è quello di risvegliare la coscienza sociale sul problema e sulle potenziali soluzioni connesse all’accumulo di rifiuti marini, al fine di ispirare un cambiamento negli atteggiamenti e nei comportamenti verso questo tema ambientale.
Per compilare il sondaggio sono necessari 15 minuti di tempo e tutte le informazioni sono anonime e riservate. Per partecipare, basta cliccare sul link https://www.psy.plymouth.ac.uk/MARLISCO e sulla lingua di riferimento.